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Gloria Chiocci ha scoperto l’user experience design quando non avevamo ancora l’app di Instagram sul cellulare. Classe ’92, l’imprenditrice eugubina conosce e si innamora di quello che è il punto d’incontro tra uomo e macchina nel non così lontano 2011. 

Solitamente abbreviato in UX Design, si tratta del design per l’esperienza utente. Nelle parole di Gloria, «L’UX design è semplice, nasce per studiare gli utenti e creare la struttura di prodotti digitali.» 

L’UX non ci è mai sembrato così semplice e particolarmente vicino. «Tutti noi passiamo dall’UX design. Noi viviamo online, e l’UX design serve per aumentare la soddisfazione degli utenti nell’utilizzare un’app, per esempio», spiega con entusiasmo. 

È stato un suo professore alla Stranieri a presentarle l’UX design. La curiosità innata e l’attenzione al proprio processo di apprendimento hanno portato Gloria ad addentrarsi in un mondo nuovo, pieno di risorse. Risorse che l’hanno aiutata anche a gestire meglio la sua dislessia. Perché il bello dell’UX design è questo: le persone imparano a imparare, fuori dagli schemi “tradizionali”.

Gloria è Ceo e founder di una start up innovativa a vocazione sociale, la UXfor, e insegna a bambini e adolescenti le metodologie dell’UX design e dell’architettura dell’informazione attraverso tecniche quali mind mapping e brainstorming. 

Un orgoglio umbro, italiano ed europeo. Questa stimolante donna dalle doti comunicative è stata selezionata da Forbes per la prestigiosa “Forbes 30 Under 30” (nella categoria “Education”). Le sue capacità hanno impressionato anche il quotidiano Finacial Times, che l’ha inserita tra i 100 talenti Under 35 per “FTx Made in Italy”. A livello locale, invece, le è stato conferito il “Riconoscimento dell’anno 2022” del Rotary Club di Gubbio e il “Riconoscimento per i traguardi raggiunti 2022” di Confindustria Gubbio-Gualdo. In estate andrà in Spagna per 28 giorni dove parteciperà al “The Break Fellowship”, un programma di formazione ideato e promosso dall’Unione Europea rivolto esclusivamente alle giovani innovatrici europee. 

In poche parole, ci potrebbe spiegare cos’è l’user experience design?

È la progettazione dell’interazione tra uomo e macchina. Dobbiamo pensare a tutte le possibili difficoltà che possono emergere durante quest’esperienza.

Sembra un mondo vicino a noi…

Sì, eccome. Sin dalla sveglia dello smartphone che ci fa alzare la mattina fino al totem digitale all’ufficio postale che distribuisce il numerino d’attesa… Fa parte del nostro quotidiano, e non ce ne accorgiamo. L’UX design, poi, unisce conoscenze trasversali: psicologia, sociologia, linguistica, semantica… È il punto di vista umano che conta. 

Le metodologie dell’UX Design per i bambini… Come funziona? 

Al centro dell’UX Design c’è la persona, lo studente. Nelle lezioni e nelle scuole lavoriamo con le metodologie della didattica inclusiva creativa, ovvero, metodi di apprendimento attivi per far sì che i bambini di oggi possano affrontare le sfide di domani.

E quali sono queste tecniche?

Brainstorming, mind mapping, coprogettazione, workshop creativi, tra le altre. La creatività diventa parte del processo di apprendimento. E l’UX Design diventa, in questo contesto, una vera e propria “cassetta degli attrezzi”.

Dove e come nasce questo interesse verso l’UX? Lo ha studiato all’università?

Dopo il diploma mi sono iscritta all’Università per stranieri di Perugia, alla triennale in Comunicazioni pubblicitaria e storytelling. Sono venuta alla conoscenza di questo universo vasto e incredibile grazie a un mio ex professore. È stato amore a prima vista.

Lei soffre di dislessia, giusto? Possiamo dire che questo è stato un fattore decisivo nell’avvicinarsi all’UX?

Sì, decisamente. Grazie alle metodologie dell’UX design ho rimparato a studiare, per esempio, a organizzarmi meglio con lo studio, con la lettura, con il lavoro… Inoltre la mia azienda fa anche un lavoro di sensibilizzazione sul tema della dislessia e dell’apprendimento inclusivo.

Nelle scorse settimane è tornata nella sua scuola primaria, a Gubbio. Quali emozioni ha provato? 

Aver avuto la possibilità e l’opportunità di portare il mio lavoro, cioè, le strategie dell’UX design, alla mia vecchia scuola, il luogo in cui mi sono formata, alle bambine dell’infanzia e della primaria di oggi, è stato emozionante. Ringrazio in particolare i presidi che sono sensibili ai cambiamenti. Bisogna insegnare a questi ragazzi a come affrontare al meglio le difficoltà, e che ognuno di noi è pieno di risorse.

Forbes “Under 30” e “FTx Made in Italy”, tra gli altri. Che bel traguardo, complimenti Gloria!

Grazie. Ricordo come ora l’emozione provata nel leggere la mail di Forbes. Grazie a questo premio ho conosciuto persone fantastiche, un vero e proprio network di innovatori, professionisti seri e con tanta voglia di fare. E poi sono contenta perché sono sempre più gli umbri nella classifica Forbes, come i fratelli Matteo e Simone Gialletti di Assisi. La nostra regione è piena di talenti.

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