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Le collezioni del Museo della città di Bettona possono vantare di una prestigiosissima opera: si tratta del Busto di Antonio Canova, un autoritratto che il celebre artista realizzò nel 1812, ritrovato nel borgo umbro nel 2016.

Lo scorso settembre il manufatto è stato presentato al pubblico dopo un accurato restauro a cura della dottoressa Chiara Piani. Il Busto, che era spezzato alla base del collo, ha riacquistato la sua interezza originaria. 

Il recupero e il ripristino sono il risultato della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, le Istituzioni Pubbliche e Privati che hanno investito su un progetto così importante e che ha portato alla riconsegna del capolavoro in soli tre anni. La Rete Museale umbra rappresenta una grande realtà culturale sulla quale pensiamo sia possibile costruire progetti speciali, eventi e mostre temporanee dal grande interesse nazionale e Internazionale. 

canova

La storia dell’opera

Il Busto, realizzato in gesso marmorizzato, è stato rinvenuto nei depositi comunali del complesso di San Crispolto di Bettona dallo studioso veneziano Guerino Lovato. Già nel catalogo della Pinacoteca di Bettona del 1996, infatti, tra le opere disperse viene elencato un busto di Antonio Canova. Era diviso in due parti ma stava a vista nei depositi comunali nel complesso di San Crispolto. La rottura è di facile restauro e la conservazione della testa, con i ritmati capelli e la perfetta anatomia, è eccezionale. Rara e preziosa è la marmorizzazione color avorio della superficie che lo ha conservato intatto. Lo scultore di Possagno creò l’opera all’età di 55 anni: qui si percepisce Il nudo eroico, la pettinatura dalla nuca alla fronte come Giulio Cesare, il volto glabro e lo sguardo lontano, dicono della dichiarata adesione all’arte greca attraverso la romanità, nuovo Prassitele in terra italiana. Impeto e controllo, bellezza ideale e forza, illuminismo e passione. All’apice del successo, decise infatti di realizzare alcuni autoritratti da regalare ad ammiratori ed estimatori. Sono otto gli esemplari finora rinvenuti e quello di Bettona è considerato fra i migliori per l’ottimo stato di conservazione. È probabile che l’opera giunse nel piccolo borgo umbro come lascito da parte dell’importante famiglia Preziotti, che proprio in città possedeva un palazzo.

Una promozione mirata del settore culturale

Canova apre una stagione di rilancio per la città, il Museo e l’Umbria, richiamando tutti a puntare sulla cultura come settore di crescita, con la costruzione di reti virtuose e una promozione mirata. L’opera è entrata a far parte del patrimonio culturale di Bettona, già facente parte dei Borghi più Belli d’Italia. Il progetto, realizzato dal comune con il prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, riguarda la valorizzazione a tutto tondo del lavoro di uno degli artisti più significativi del Neoclassicismo. Per informazioni su orari di visita e giorni di apertura del museo di Bettona visitare il sito dedicato https://www.sistemamuseo.it/ita/2/musei/108/bettona-umbria-museo-della-citta/

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