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E dopo l’estate, anche l’autunno se n’è quasi andato. O meglio, quasi volato. Nel tram tram che riempie le nostre vite (sì, perché il Covid non ha fermato le tribolazioni) abbiamo goduto dei colori,  profumi, le atmosfere di una delle stagioni più belle.

 

Tanto che alla ricerca di un’emozione, in tantissimi abbiamo (ri)scoperto l’esperienza del foliage. Un termine che fino a ieri suonava così retrò ma in men che non si dica, nelle frettolose chiacchiere sotto casa, da dietro la mascherina, è diventato un qualcosa di tremendamente chic. 

Chi ha potuto si è lasciato sedurre dallo spettacolo delle foglie che, cadute dagli alberi, hanno riempito di colore prati, parchi, boschi. Tappeti naturali di variazioni cromatiche che vanno dal giallo betulla al rosse acero, passando per il bronzo rovere. 

In altre parole, abbiamo imparato a trasformare un’occasione (il cadere delle foglie) in un’opportunità (quella di una giornata all’aria aperta come piccoli esploratori). Una buona scusa per stare all’aperto e godersi lo spettacolo, quello della natura. Per scaricare pigrizia e malcontenti, da soli, con l’amico, insieme alla propria metà, lasciando consapevolmente e in sicurezza le quattro mura che, da quasi un anno, delimitano un po’ i nostri sogni.

Chi mi conosce sa che, prima d’ora, difficilmente la domenica sarei uscita di casa indossando scarpe da trekking,  abbigliamento tecnico raffazzonato e armata solo di uno zainetto con una borraccia d’acqua, pane e prosciutto, un mandarino e mezza barretta di cioccolato fondente al 70%. 

Sì, c’è voluta una pandemia per farmi venire la voglia di  uscire dalla mia comfort zone (la mia casa, il mio borgo, il mio quartiere), lasciarmi per un po’ le preoccupazioni alle spalle e finalmente guardare, davvero, con attenzione, qualcosa di molto bello. Come a dire che, vicino casa, c’è ancora così tanto da scoprire e da cui rimanere affascinati. Ecco perché, se proprio devo giudicare questo 2020 così inglorioso, non posso dargli un voto del tutto insufficiente. A me, sono sicura di non essere l’unica, ha insegnato a guardare con un nuovo sguardo quello che abbiamo intorno.

Cristiana Mapelli

Direttore Responsabile @ Real Umbria