Al numero 13 di piazza Matteotti a Perugia, nel rione di Porta Sole, si trova la chiesa del Gesù.
In questa piazza, un tempo chiamata del Sopramuro, si trovava lo Studium generale, ovvero l’Università cittadina, e il palazzo del Popolo, sede della Magistratura.
La sua particolarità, oltre alla ricchezza di opere e decorazioni, è il fatto di essere stata costruita a più piani, come San Ercolano, perché al di sotto della parte absidale si susseguono tre oratori, l’uno sotto l’altro, a forma di torre, visibili esternamente dalla terrazza del mercato. Gli oratori, secondo una gerarchia sociale, sono quello della congregazione dei Nobili (1596), quello degli Artisti o Artigiani (1603) e, in basso, quello dei Contadini, con affreschi risalenti ai secoli XVII-XVIII.
Quest’ultimo oratorio aveva l’accesso esterno, mentre i due oratori sopra, comunicanti tra loro, avevano l’accesso riservato ai cittadini che abitavano dentro le mura cittadine.

UN GIOIELLO
Forse una delle prime chiese gesuitiche ad essere costruite in Italia, quella di Perugia fu eretta nella seconda metà del Cinquecento e consacrata nel 1571 dai gesuiti, ordine fondato da S. Ignazio di Loyola, venuti a Perugia grazie all’intervento del cardinale Fulvio della Corgna. Un esempio singolare di transizione fra l’antica e la nuova concezione tridentina. Infatti, venne qui proposto uno schema costruttivo a tre navate, un modello infrequente nell’architettura gesuitica. Schema che dette origine a coretti profondi quanto le navate laterali cui erano soprapposti.
La capienza della chiesa si rivelò insufficiente per la grande affluenza di devoti, dovuta al successo crescente che la Compagnia ebbe nella città. A partire dal 1586 la chiesa venne quindi ampliata e completata con un’imponente abside quadrata, ideata dal De Rosis e realizzata da Valentino Martelli.
Creato con un’audace struttura a strapiombo sulla rupe sottostante, l’ampliamento absidale permise di realizzare anche delle sale sovrapposte facilitate dal grande dislivello fra il piano della chiesa e quello delle fondazioni dell’ampliamento. Nell’epoca in cui l’azione della Compagnia nella società perugina si era consolidata, anche attraverso il programma educativo indirizzato principalmente agli alunni di famiglie nobili, si pensò di utilizzare lo spazio sottostante l’ampliamento absidale per sistemarvi le tre sale delle diverse congregazioni mariane.

La facciata è divisa in due parti: la parte inferiore conserva l’originario aspetto della chiesa rinascimentale, mentre quella superiore fu aggiunta solo nel 1934 ad opera dell’architetto Eduardo Vignaroli secondo un modello ricavato da una tela dell’epoca che ne ritraeva le fattezze iniziali. L’interno è a tre navate ed è impreziosito dal soffitto in legno intagliato a lacunari con cornici e rosoni dorati in fondo azzurro, opera di Girolamo Bruscatelli e Marco Pace, nonché dagli affreschi del presbiterio, opera di Giovanni Andrea Carlone.
Il prezioso soffitto ligneo andò quasi del tutto distrutto nell’incendio che alla fine degli anni 80 arrecò terribili danni ai decori interni e venne poi restaurato. Il grande crocefisso in legno, nella navata principale è opera di Bartolomeo Tronchi fiorentino, religioso della compagnia di Gesù.

I BARNABITI
A seguito della soppressione dell’ordine dei gesuiti, subentrarono per oltre duecento anni di i padri barnabiti, già presenti a Perugia proprio nella chiesa di Sant’Ercolano, fino all’estate del 2000 quando prese le redini della don Mauro Angelini.
La congregazione dell’ordine dei barnabiti fu fondata nell’anno 1530, da Sant’Antonio Maria Zaccaria e giunse a Perugia nell’anno 1607. Fu il vescovo Napoleone Comitoli a volere i Barnabiti nella sua città, affidando loro la cura della chiesa votiva del patrono Sant’Ercolano, perché lavorassero per il rinnovamento cristiano di Perugia esercitando il loro ministero “con continue confessioni, et frequenti predicazioni, et dottrine cristiane et in ogni altra fatiga spettante alla salute delle anime”.
Nella chiesa del Gesù, i Barnabiti continuarono il loro ministero con maggior espansione ed efficacia, merito anche dell’edificio sacro più ampio e più centrale.
La bufera napoleonica che si scatenò contro congregazioni e istituti religiosi, colpì gravemente anche i Barnabiti i quali dovettero sciogliere la loro comunità e allontanarsi da Perugia, in attesa di tempi migliori. Nel 1837 poterono ritornare, trovarono la chiesa del Gesù in uno stato abbandono, orfana dei quadri e delle decorazioni che l’abbellivano. Nel 1860, il nuovo governo cittadino, privò l’ordine di tutti i loro beni, casa compresa, e così che dovettero abitare in alloggi diversi sempre provvisori. Il vescovo di allora, monsignor Gioacchino Pecci, poi papa Leone XIII, li ospitò per un decennio nel suo palazzo.
Per le visite agli oratori ci si può accordare direttamente col rettore don Mauro Angelini alle messe: prefestiva del sabato ore 19.00 o festive della domenica ore 12.15 e ore 19.00.
Oppure con la responsabile degli oratori Laura Cestari cell. 335.8791446.
O, ancora, con la guida, al numero 340.7202959.
