La cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata sui resti di strutture sacre precedenti, sorge nell’omonima piazza a ridosso di uno degli edifici più importanti della città, ovvero l’anfiteatro Fausto, risalente al I sec. d.C.
Le notizie riguardanti le origini della diocesi ternana sono frammentarie, ci sono ancora diversi dubbi su chi sia stato il primo Vescovo della città, se San Pellegrino o San Valentino, cosa certa è che quest’ultimo fu uno dei primi evangelizzatori.
Nel 1933 vennero effettuati dei lavori di ristrutturazione che portarono alla luce frammenti di rilievi altomedievali, confermando che l’edificio fosse stato eretto su preesistenze.
La cripta è divisa in tre navatelle e presenta una struttura ad oratorium, soluzione utilizzata tra X – XI secolo, in cui era prevista una corrispondenza tra la planimetria del presbiterio e la struttura sottostante.
Come nel caso del Duomo di Terni, l’ambiente era scandito da colonnine sulle quali si impostavano volte a crociera e lungo il perimetro si aprivano piccole finestrelle.
Altri rimandi all’originaria struttura romanica li ritroviamo all’esterno nel paramento murario presente nel portico e nel portale; all’interno nel rosone e nelle bifore emerse durante i lavori di restauro realizzati nel dopoguerra.


Un’iscrizione del 1439 attesta che i primi lavori di ristrutturazione e di ampliamento iniziarono già nel XV secolo e proprio in questo momento fu inserito il portale murato che si trova a destra dell’ingresso, realizzato probabilmente da maestranze lombarde.
Pochi anni dopo, nel 1444 sembrerebbe ci sia stata una riforma dei costumi, con la quale una commissione composta da sei cittadini e sei banderari promulgò ventidue articoli, uno dei quali vietava alle donne l’uso di scarpine, all’epoca chiamate pianelle, alte più di quattro dita; infatti nella facciata vi è un blocco di travertino con incisa una scarpetta in cui è presente una linea verticale che la taglia e che corrisponde alla misura sopra citata.
Poco sotto la scarpetta c’è un dettaglio interessante: un’apertura a losanga con sopra una protome taurina; questa finestrina aveva la funzione di fenestrella confessionis appunto, che permetteva al fedele di osservare la reliquia posta nella cripta.
Originariamente infatti questa particolare apertura si trovava nell’antico sacello del VII secolo, e successivamente venne impiegata nella facciata dove si trova tuttora.
I lavori continuarono sotto il pontificato di Paolo III Farnese (1546), con i quali venne innalzata la navata centrale e costruita una grande tribuna.
Nel 1585 ci fu la costruzione di un nuovo campanile in sostituzione di quello romanico crollato.
Ancora nel XVII secolo venne aggiunta la cappella del SS. Sacramento e ricostruito quasi totalmente l’edificio, secondo un progetto che la tradizione attribuisce al Bernini; pur non essendoci fonti a riguardo, da un manoscritto del 1736 sembrerebbe che alcuni elementi dell’arredo siano stati disegnati dal famoso architetto, come l’organo, il pulpito, il trono e l’altare maggiore, oggi visibile solo il primo.

I lavori furono interrotti nel 1703, a causa di un forte terremoto, che provocò anche il crollo della rinascimentale torre campanaria.
Le attività di manutenzione vennero prese ed interrotte continuamente, fino al 1933, quando un’altra violenta scossa di terremoto rese necessario il consolidamento della struttura, promosso dal vescovo Cesare Boccolieri e concluso nel 1937 su progetto di Cesare Piacentini.
Si mise mano al pavimento, fu modificata la parte superiore della facciata inserendo una balaustra di travertino con sette statue di santi vescovi di Terni, tra cui quella di San Valentino, realizzate da Corrado Vigni.
Oggi l’interno della Cattedrale conserva lo stile voluto dal cardinale Rapaccioli (XVII secolo), divisa in tre navate coperte da volte a crociera.
Lungo le navate laterali si aprono cappelle affrescate che conducono ad un ampio transetto absidato con ai lati altre due cappelle.
Presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta, nell’antico palazzo del Seminario, ha sede il Museo Diocesano in cui si svolgono eventi e visite guidate.
L’archivio diocesano comprende editti, bandi, stati d’anime, registri e persino processi di beatificazione.
Per ulteriori info vi resta solo che dare un’occhiata alla pagina web e soprattutto visitare questo magnifico luogo!

