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Lasciato alle spalle il capoluogo umbro e dirigendosi verso Ovest, all’altezza del viadotto di Ellera si possono già scorgere in lontananza i resti dell’antica rocca sulla collina di Agello.

Il paese può essere raggiunto da più vie: la strada statale Pievaiola, la strada comunale di Montebuono sulla statale Magione-Chiusi e dalla strada provinciale di Vignaia, la più sconosciuta ma la più rapida da percorrere. Oltre a queste tre principali vie di comunicazione, si può arrivare ad Agello percorrendo altre strade di campagna che, a loro volta lo collegano ai paesi vicini: Mugnano e Solomeo primi fra tutti. 

Oggi, altre numerose e piccole strade d’accesso al paese sono state inglobate nelle proprietà terriere oppure sono sconnesse e ricoperte dalla vegetazione. Questo degrado purtroppo riguarda anche due storiche vie di comunicazione: le gracinesche e la strada maremmana

La prima, conosciuta da alcuni abitanti come via romana, da altri direttissima, rappresentava un’importante via di collegamento tra Umbria e Toscana già durante il periodo imperiale di Roma. In prossimità di Chiusi questa prendeva il nome di Cassia e metteva in collegamento i territori della regione Toscana con l’Urbe. Non è certo un caso che la strada partisse da Chiugiana (strada del Chiugi), frazione della periferia ovest di Perugia. Da questa zona si diramavano due vie che collegavano Perugia al Trasimeno e alla Toscana: una delle due, tuttora esistente, toccava Passignano, Tuoro e Cortona mentre l’altra proseguiva per Gracinesche e raggiungeva Montebuono passando per Sant’Arcangelo per poi ricongiungersi con la Cassia appunto a Chiusi. 

Ad oggi questa strada è percorribile a piedi visto che per buona parte è in stato d’abbandono. 

Alla strada maremmana, chiamata così perché percorsa dai pastori per condurre le greggi fino a Castel Rigone, è toccata la stessa sorte ed oggi è conosciuta per lo più come strada dei conservoni data la presenza di grandi cisterne d’acqua che, una volta, rifornivano le zone circostanti.

Origine del nome del paese

Agello, storicamente deve il suo nome dal latino “ager” che significa campicello ma non si esclude la derivazione da nome proprio di persona “Agellius/Agillus”. 

Una più romantica e mitologica origine della denominazione del paese rimanda al nome della ninfa Agilla, creatura leggendaria che abitava le sponde del lago, sposa di Trasimeno. Il mito dei due innamorati è stato tramandato fino ai giorni nostri e rimane una storia affascinante e misteriosa nel tempo che a sua volta ha ispirato storie e opere di diversi artisti che ancora oggi ne mantengono vivo il ricordo.

Si narra che Trasimeno, figlio del re etrusco Tirreno giunse nella terra degli Umbri dove incontrò una grande distesa d’acqua circondata da una fitta vegetazione. 

Gli abitanti del luogo narravano di aver intravisto al calar della sera creature che si nascondevano tra le acque del lago: erano ninfe. Agilla, la più bella e curiosa tra loro, adorava osservare i nuovi arrivati che si erano stabilite sulle rive. 

La ninfa, affascinata dalla bellezza del giovane Trasimeno, trascorreva ore assorta ad osservarlo e quando un giorno il principe si avvicinò all’acqua, lei ormai perdutamente innamorata lo attirò con il suo canto verso l’Isola Polvese dove finalmente tra i due sbocciò l’amore. Presto convolarono a nozze ma purtroppo la loro felicità fu breve: Trasimeno si tuffò nelle acque del lago e non tornò più in superficie. Allora la sposa disperata si inabissò per cercarlo ovunque ma rimasta senza risultati si ritirò a vivere il resto dei suoi giorni sulle rive dell’isola in mezzo al lago. Oggi, quando il vento fischia e increspa la superficie del lago si mormora che sia il pianto disperato di Agilla ancora in cerca del suo sposo perduto.

Il controllo dall’alto della collina

Agello, che storicamente è stato sempre più importante del vicino Solomeo, era un punto d’osservazione fondamentale già durante la battaglia del Trasimeno contro Annibale. I romani vi si stabilirono dai tempi dalle guerre puniche per controllare da lì tutta la valle umbra in direzione del lago e per di più arrivare in cima alla collina era molto difficile. In linea d’aria il Trasimeno dista dal paese all’incirca 5 chilometri e in pochi minuti questo strategico centro d’osservazione riusciva a ricevere segnali che provenissero dal lago per inviarli rapidamente alla collina dove oggi sorge Perugia. 

In età medievale Agello si trovava sotto la giurisdizione della città di Perugia e a quell’epoca il feudo apparteneva alla nobile famiglia dei Vincioli che ricostruì le mura del paese. L’edificazione di quello che oggi è conosciuto come Castello risale al secolo XI e ingloba le caratteristiche della fortezza e del castello insieme. 

La sua difesa ne testimonia il coinvolgimento nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini che ne provocarono la distruzione. Durante il periodo delle Signorie fu un utile rifugio per chi scappava dal capoluogo umbro e per secoli fu conteso come punto strategico militare. Ferdinando II Granduca di Toscana nel 1642 lo distrusse quasi completamente e da questo momento fino all’unificazione del Regno d’Italia divenne territorio di ladri e briganti. Agli inizi del Novecento si assiste a un ulteriore spopolamento del paese, inizialmente per via dei conflitti mondiali e successivamente per l’emigrazione di massa dalle campagne verso le città.

Il borgo nel XXI secolo

Ad oggi Agello custodisce uno dei luoghi del FAI, la Chiesa di San Rocco (o di San Sebastiano) che si trova appena arrivati in paese, in piazza Agilla. Al suo interno ospita mal conservate due opere d’arte deteriorate per l’esposizione agli agenti atmosferici: un affresco che rappresenta la Crocifissione attribuita alla scuola dell’Alfani e due statue lignee risalenti al XVIII secolo che raffigurano San Rocco e San Sebastiano. 

Nel 1926 questa viene riconosciuta come “Cappella dei Caduti” poiché al suo interno vi sono conservate le lapidi in onore dei caduti nelle due guerre mondiali e dei partigiani caduti a Monte Buono.

Diverse attività culturali continuano a essere portate avanti con lo scopo di mantenere vive alcune tradizioni popolari. La Pro Loco di Agello organizza durante la seconda settimana del mese di agosto “Agello in Festa” con diversi eventi come mostre fotografiche, concerti con musica dal vivo, stand enogastronomici e spettacoli teatrali.

Il comune di Magione è intervenuto riqualificando energeticamente il territorio e di conseguenza il borgo è stato dotato di una splendida opera d’illuminazione notturna della torre. 

Grazie alle celebrazioni che si sono svolte per il Venticinquesimo del Santissimo Crocifisso sono stati raggiunti importanti risultati per la rimessa in funzione degli spazi pubblici intorno alle antiche mura. Nel 2019 è stata ristrutturata la scalinata adiacente la chiesa di San Michele Arcangelo che collega il piccolo centro storico interno al borgo con la strada che si trova in prossimità delle mura castellane.