Prosegue il viaggio di Real Umbria tra i castelli disseminati su tutto il territorio regionale. Un percorso che ci condurrà a riscoprire le rocche più importanti dell’Umbria, che nei secoli ne hanno caratterizzato la storia, come manieri difensivi o come residenze signorili. Oggi è la volta del castello di Polino. Costruito su un promontorio, si erge maestoso ed imponente a guardia della valle e del fiume Nera, a quota 800 metri sul livello del mare.
Realizzato nel corso del dodicesimo secolo, per volere della potente famiglia dei Polini, seguì il destino di molte roccaforti della Valnerina, passando prima sotto il dominio della città di Spoleto e successivamente dello Stato Pontificio, del quale segnava il confine con il Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie a partire dal 1816.

La frontiera che divideva i due stati passava proprio all’interno dei domini del castello di Polino, partendo dall’antico castello di Fuscello, fino alle Sportelle, sulla strada dei briganti. In questa regione di confine, il maniero offrì riparo e sicurezza alle guardie dell’esercito pontificio, schierate in ben sette casermette nella zona. Nel corso del tempo venne anche utilizzato anche come avamposto doganale.
Il castello di Polino era anche custode di un’importante miniera estrattiva, denominata “cava dell’oro” che, al contrario di quanto dice il nome, nulla aveva a che fare con il prezioso metallo. Nel 1762 iniziarono gli scavi nella montagna limitrofa per l’estrazione del ferro e dell’argento, utilizzati dalla zecca papale per la produzione ed emissione di moneta, in particolare gli “scudi” di Papa Clemente XII.
La “cava dell’oro di Polino”, la cui apertura è ricordata anche in una medaglia commemorativa presente presso il museo dell’Appennino Umbro all’interno della rocca, diede notevole importanza a questo territorio. L’affioramento roccioso della zona di estrazione è di origine vulcanica e prende il nome di diatrema, ovvero un condotto generato da una forte esplosione di gas provenienti dal sottosuolo. Questo sito è ancora oggi studiato dai geologi per l’eccezionale composizione delle rocce.

La sua fama e la sua importanza furono tali da farlo chiamare dal popolo “cava dell’oro” anche se del prezioso minerale non c’è alcuna traccia.
Oggi Polino è un piccolo comune, il più piccolo della Provincia di Terni, con appena 232 abitanti. Il paese si presenta al visitatore perfettamente restaurato e conservato. Tappa meritevole per la grande valenza assunta nel passato dalla zona. Un perfetto mix tra storia, arte e natura incontaminata.
Oltre al castello, meritano di essere visti la fontana seicentesca al centro della piazza del paese e all’interno del maniero il museo dell’Appennino Umbro, davvero unico nel suo genere e pieno di preziose testimonianze della vita nella zona.
