Camminando per le vie di una città, spesso ci imbattiamo in palazzi dalla caratteristica particolare, senza conoscerne la sua storia. Ed è quello che mi è capitato, addentrandomi nella Perugia nascosta.
Ad attirare la mia attenzione è stato Palazzo Capocci, uno dei palazzi, dall’architettura medievale, che si affacciano lungo l’ultimo tratto dell’attuale corso Vannucci, prima di raggiungere piazza IV Novembre, già platea magna della città di Perugia. Secondo il volume 1 del 1823 “Descrizione topologico-istorica della città di Perugia” di Serafino Siepi, il palazzo venne edificato nel 1361 dal cardinale Nicolò Capocci che acquista alcune abitazioni in questo settore centrale del capoluogo umbro.
A dare un contributo alla ricostruzione storica di questo immobile è Stefano Ferrari, guida turistica. “Il palazzo doveva ospitare – spiega Ferrari –, con ogni probabilità, un collegio destinato alla formazione dei nuovi dirigenti dello Stato della chiesa nella seconda metà del 1300. Tale funzione, ad ogni modo non venne mai rivestita dalla struttura, che divenne piuttosto la residenza privata del cardinale. Il collegio venne spostato in una zona meno centrale, a ridosso delle mura etrusche, oggi lungo via della Cupa, e noto come Sapienza Vecchia”.

Descrizione del palazzo
“Presenta tre ordini sovrapposti di finestre con arco a tutto sesto e un piano terra caratterizzato da una serie di grandi aperture a sesto acuto – continua nel racconto la guida turistica Stefano –, destinate ad ospitare, fin dalle origini, botteghe artigiane ed attività commerciali. Il secondo piano è rimarcato da una cornice, con piccole mensole, che sostiene la sequenza delle finestre. Come decorazione sommitale, dei piccoli archetti sostengono la falda del tetto. L’intero palazzo è realizzato in travertino e pietra calcarea bianca, materiali ampiamente impiegati nel corso del Medioevo e vede l’impiego di piccoli blocchi ben tagliati e squadrati. La facciata era arricchita da alcuni stemmi, ancora in parte riconoscibili, che vennero abrasi durante l’occupazione francese del 1798”.
Elemento interessante del palazzo
Da un punto di vista architettonico, invisibile da corso Vannucci, è la scala gotica che, con un percorso esterno, permetteva di raggiungere i piani più alti della struttura. È possibile ammirare la bella scala, realizzata in mattoncini, da via del Forno. “Dopo la morte del cardinale – ricorda Stefano Ferrari –, il palazzo passò di proprietà al Comune di Perugia. Fu usato, per breve tempo, come palazzo del Capitano del Popolo e nel 1392 ospitò papa Bonifacio IX, in visita a Perugia. Successivamente, dal XVI secolo, subì numerosi passaggi di proprietà: fu palazzo Conestabile della Staffa e dal 1830 della famiglia Vajani. Il palazzo è strutturalmente legato al cosiddetto Palazzetto dei Notari, sede dai Notai di Perugia, la cui facciata è in parte stata tagliata dall’apertura di via Pinella, nel 1591, oggi via Calderini”.
Nicolò Capocci
Nel 1350 la corte pontificia, che in quel momento era ospitata ad Avignone, desiderosa di sottrarsi alle pressioni e al controllo del re di Francia, inizia a preparare il ritorno del papa a Roma. A tale scopo il papa Innocenzo IV crea due cardinali, non francesi: lo spagnolo Egidio Albornoz e l’italiano Nicolò Capocci, noti giuristi e diplomatici e fedelissimi collaboratori del pontefice. “Entrambi i cardinali si dedicheranno all’opera di ristrutturazione ecclesiastica dello Stato Pontificio – conclude Stefano –: Albornoz userà la diplomazia e le spiccate capacità militari per rendere sicuri i confini dello Stato della Chiesa, e Capocci, invece, si dedicherà alla formazione culturale dei futuri quadri dirigenti della chiesa. A questo scopo farà erigere a sue spese un grandioso collegio in Perugia, città nota per il suo ‘studium’ di diritto. Il grande collegio sarà costruito in pochissimi anni, tra il 1362 e il 1369, ed avrà il nome ‘Domus Sapientiae’, e i suoi iniziali quaranta studenti di diritto civile ed ecclesiastico verranno indicati nella documentazione nota come gli ‘scolari di San Gregorio’, titolo acquisito per la presenza di una cappella dedicata all’omonimo santo all’interno della nuova struttura collegiale”.
