La romana Luchiano, poi divenuta Lugnano, sorge a circa 420 m s.l.m e vanta origini molto antiche; infatti nell’area limitrofa all’attuale abitato è riemersa la villa di epoca romana di Poggio Gramignano, risalente al I secolo a.C, insieme ad altre ville meno note.
Chiamata anche villa rustica, era composta da più edifici, tra cui l’abitazione del proprietario, i magazzini, le stalle, le cantine e gli ambienti per la conservazione dei prodotti.
Vi erano anche altri edifici, disposti intorno ad un cortile centrale, in cui vivevano e lavoravano gli schiavi.
Sono stati rinvenuti inoltre ambienti adibiti a cimitero, con svariate sepolture di bambini che vanno dai pochi giorni di vita fino all’adolescenza, risalenti tutte al V secolo d.C.
Durante il VII e VIII secolo, il centro fu sotto la dominazione longobarda, quando nel 740, re Liutprando cedette il casello a papa Zaccaria, che lo inserì ovviamente nei beni del Patrimonio di San Pietro.
Nell’XI secolo Lugnano era già un libero comune, contesa dai centri più potenti come Todi, Orvieto ed Amelia.
Diverse volte fu devastata dai comuni citati sopra, e nel XV secolo fu riedificata per volere di Papa II Piccolomini, che la dichiarò nuovamente libero comune.
Nel XVI secolo passò sotto il dominio degli Alviano, ma successivamente fu liberata di nuovo e con l’emanazione dello statuto del territorio di Lugnano dipese direttamente dalla Camera Apostolica.


La preziosità di Santa Maria Assunta
Percorrendo via Garibaldi si giunge in Piazza Santa Maria, in cui sorge uno degli edifici più belli: la Collegiata di Santa Maria Assunta.
Venne eretta nel XII secolo su di una preesistenza, la facciata è a quattro spioventi che scandiscono la divisone interna, infatti già dall’esterno è percepibile che la navata centrale si presenta più alta di quelle laterali.
Il portico che precede la facciata è costituito da colonne tortili lisce, sul quale sono scolpiti i simboli degli Evangelisti, inframezzati da piccoli archi con decorazione musiva.
Nella parte superiore si trova un rosone tra due bifore, anch’esso decorato dai simboli degli Evangelisti e da decorazione a mosaico nel perimetro.
L’impianto interno è a tre navate suddivise da colonne con capitelli tutti diversi tra di loro, probabilmente per via delle diverse maestranze e del riuso.
Sono presenti elementi architettonici di tipo romano-laziale, tipici dell’architettura Umbra centro – meridionale.

L’edificio inoltre risente della corrente artistica classicheggiante, con rimandi tardo antichi, come ad esempio l’inseriento di lesene, archetti pensili, cornici.
La particolarità della chiesa è il pavimento originale in mosaico cosmatesco, costituito da pietra calcarea bianca, porfido e serepntino.
Il mosaico cosmatesco, prende il nome dalla famiglia dei Cosmati, marmorari romani che operavano tra XII e XIII secolo e che realizzavano queste particolari tarsie marmoree.
Da non dimenticare però che questo tipo di ornamentazione è di origine bizantina, ecco perchè chiamato anche opus alexandrinum.
Anche la Schola Cantorum, separata dallo spazio delle navate da una balaustra, venne decorata da mosaici cosmateschi.
Il presbiterio sopraelevato è separato dalla Schola Cantorum dall’iconostasi, con bassorilievi che rappresentano una Visitazione e San Michele Arcangelo che uccide il drago.
Nella parete di fondo dell’abside si trova un trittico del XV secolo di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, raffigurante la Madonna Assunta in cielo, angeli ed i Santi Francesco e Sebastiano.

