La figura professionale dell’ingegnere civile e ambientale è sempre più richiesta dal mondo del lavoro.
Probabilmente ciò è dovuto anche dai tempi. Necessità di maggiore sicurezza, superbonus 110% per il miglioramento delle prestazioni energetiche del costruito e le costruzioni che sono al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), quindi da qui la necessità di reperire le migliori professionalità come, appunto, l’ingegnere civile. Tra le principali sfide che questa figura professionale dovrà affrontare negli anni avvenire c’è, infatti, il bisogno di valutare e monitorare la sicurezza di ponti, in Italia sono 30mila, e di gallerie (solo per numero di tunnel il nostro Paese è secondo al Giappone), che costituiscono la rete di trasporto nazionale, affinché non si verifichino più gli eventi drammatici a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. È proprio per approfondire le peculiarità dell’offerta formativa del corso di laurea triennale in Ingegneria civile e ambientale e dei successivi corsi di laurea magistrale in Ingegneria civile e in Ingegneria per l’ambiente e il territorio, per la sua capacità di dare risposta a problemi complessi e molto attuali, è stato lanciato, nei giorni scorsi, un messaggio “AAA Cercasi ingegneri civili e ambientali”. Un’occasione anche per discutere delle rinnovate prospettive occupazionali.

L’iniziata è promossa dal Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università degli Studi di Perugia (Dica), diretto dal professor Giovanni Gigliotti, che ricorda: “Negli ultimi mesi il servizio Job placement del dipartimento, la direzione e i singoli docenti hanno ricevuto numerose richieste da parte di studi professionali e aziende del settore per la ricerca di giovani ingegneri civili o ambientali da inserire nei loro organici. Dopo anni di stasi nel campo dell’ingegneria civile e ambientale, dovuta in larga misura alla farraginosità delle procedure e alle inadeguate risorse investite, queste richieste rappresentano un importante segnale del risvegliato interesse del mondo del lavoro nei confronti di queste figure professionali, segnale comunque confermato da altre fonti, non ultimi gli organi di informazione”.

Il professor Gigliotti sottolinea, inoltre, come questa inversione di tendenza, abbia un unico denominatore: “La necessità fortemente avvertita di sicurezza non solo delle strutture e infrastrutture, ma anche del territorio in cui esse sono realizzate. Questioni tipiche e centrali, ma sarei portato a dire anche di esclusiva competenza, degli ingegneri civili e ambientali. Questi, infatti, si sono sempre distinti per le elevate competenze e la spiccata professionalità. Le prime derivano dalla solida formazione di base e dagli approfondimenti nelle materie più professionalizzanti e sono il risultato di una didattica sempre al passo con le innovazioni in campo tecnico, tecnologico e scientifico. La seconda è il risultato di una scuola che ha da sempre collocato il bene e la sicurezza della collettività al primo posto”.
Gli ingegneri civili e gli ingegneri ambientali sono professionisti in grado di rispondere alle grandi sfide attuali. E, considerando che dei circa 192 miliardi di euro di investimenti previsti nel Pnrr ben il 32,6% sarà destinato alle costruzioni, con l’obiettivo prioritario di migliorare le infrastrutture, i principali osservatori del mercato concordano nel prevedere una grande richiesta occupazionale in questo settore negli anni a venire.
Il Dica rappresenta un vanto e un’eccellenza per l’ateneo perugino, tant’è che è stato inserito dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca tra i 180 dipartimenti di eccellenza in Italia ed in particolare tra i 14 dell’Area 08 – Ingegneria civile e architettura. Un bel traguardo a seguito dei risultati ottenuti nel campo della ricerca scientifica e sulla base di un progetto di sviluppo quinquennale, basato sul potenziamento della ricerca e della didattica sui temi della protezione del costruito dai rischi naturali, quali sismico, idrogeologico e ambientale, e dalla gestione dei sistemi idrici. Al Dica va un finanziamento complessivo di oltre 7 milioni di euro.
