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Riguardo la storia della famiglia Carrara a Terni ci sono pervenute pochissime notizie, il che rende complicata anche la storia del palazzo stesso.
La famiglia era originaria di Bergamo e la loro fortuna la dovettero al commercio della lana, proprio in questo contesto nacque colui che fece costruire il Palazzo di Terni, il cardinale Francesco Carrara, che a Roma fu segretario della congregazione del concilio.
Il Palazzo sorgeva a poca distanza dall’antica via Flaminia, era posizionato tra gli edifici più importanti, come Palazzo dei Priori, in cui ora si trova il Teatro Comunale e la Chiesa di San Pietro.
Il complesso è frutto di una serie di interventi edilizi, ai quali contribuì anche Francesco Carrara.
L’edificio si presenta come un insieme unitario di palazzini in cui abitavano gli artigiani ed i servitori al servizio della famiglia Carrara, simile ad un borgo autonomo inserito nel tessuto urbano.
Alle dipendenze del palazzo, oltre agli orti ed al giardino, c’era anche la chiesa di San Giuseppe, posta sotto la protezione dei Carrara.
Nel corso del XV e XVII secolo il Palazzo subì continui rifacimenti, che andarono a modificare l’aspetto originario.

Palazzo Carrara

Nel XVII secolo durante gli scavi di fondazione vennero alla luce resti di un pavimento lastricato in pietra rossa, che si trovava allo stesso livello del fiume Nera e tracce di una conduttura risalente probabilmente al XIV secolo.
Nel 1712 la famiglia Carrara iniziò a perdere d’importanza, ed il Palazzo venne acquistato dal Comune e fu adattato a sede Municipale su progetto dell’architetto Benarucci; è in questo momento che avvennero i restauri più significativi.
Le destinazioni d’uso di Palazzo Carrara sono state le più varie, da sede del Municipio, a pinacoteca, biblioteca e raccolta archeologica, addirittura un’ala fu adibita a carcere, da cui derivò la frase “tu stai bene a via Carrara”.

La decorazione presente sul cornicione risalente al XVI secolo, è divisa in due registri:
in quello superiore vi sono leoni rampanti e torre che rappresentano l’impresa dei Carrara; in quello inferiore sono riprodotti motivi geometrici.
Internamente il palazzo era riccamente decorato, il piano nobile risale alla seconda metà del Seicento di cui la sala più particolare è quella di “Apollo e Dafne”, affrescata da Girolamo Troppa.
Vi è raffigurato ovviamente il mito di Apollo e Dafne, Giove e la Fama, ed in un angolo una tenda in trompe – l’oeil.
Gli affreschi sono stati gravemente danneggiati dai bombardamenti e successivamente ridipinti dall’artista Guido Mirimao.
Nel centro della volta sono rappresentati il Carro del Sole, le allegorie delle stagioni e dei venti, Diana ed Atteone, Diana ed Endimione.
Oggi alcune stanze del palazzo sono dedicate agli uffici dell’Assessorato alla Cultura.

Palazzo Carrara 2