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“Buongiorno a tutti amici ascoltatori e bentornati a #imuridelsuono. Oggi vi porteremo ad Amelia per intervistare un vero e proprio mostro sacro di questa città umbra.

Ne ha di storie da raccontare il protagonista della puntata di oggi. Ha conosciuto attori, musicisti, cantanti, registi ed artisti di ogni genere che hanno fatto la storia della musica e della recitazione italiana del centro Italia. Riuscite ad indovinare di chi stiamo parlando?

Abbiamo con noi il Teatro Sociale di Amelia! Benvenuto!”

“Buonasera. Buonasera a tutti!

Aspettate che mi siedo e poggio il bastone… oppelà. Via. Eccomi. Che bello sentire un’accoglienza così calorosa verso un vecchietto come me da parte dei giovani. Lo apprezzo molto, davvero.”

“ È assolutamente doverosa verso un punto di riferimento così importante per la cultura italiana come te. Posso darti del tu?”

“Deve proprio?”

“Ah…beh…forse… Ad ogni modo, direi di cominciare quest’intervista raccontando un po’ ai nostri ascoltatori le tue origini e l’inizio della tua carriera, molto interessanti…”

“Perché, non le conoscono? Non possono cercarle su Google? Siete tutti tecnologici voi giovani. Ma che cercate online tutto il giorno? Dovete sentire come sono diventato un teatro noto e stimato ad Amelia da un vecchio come me, un po’ rinc…”

“No! Volevo dire, ok, farò io un breve riassunto per poi passare a storie più interessanti anche per te.”

“ Lei”

“Chi?”

“Mi piacerebbe mi desse del lei. Glie l’ho detto. In realtà del Voi se ce la fa. Per favore.”

“Bene… lei.

Dicevamo, il Teatro Sociale di Amelia. Dovete sapere, cari ascoltatori, che fu uno dei primi esempi in assoluto di teatro all’italiana, cioè, semplificando, un teatro a forma di ferro di cavallo…”

“Porta fortuna.”

“Cosa?”

“Il ferro di cavallo. A me ha portato fortuna quasi sempre.”

“Si ma non stavamo parlando di quello. Stavamo cominciando la SUA storia, quella del Teatro Sociale di Amelia, che inizia addirittura nel 1783, anche prima del famoso teatro La Fenice di Venezia.”

“ Già, mi copiò il look, però ora, povero diavolo, da dopo il suo incendio, siamo diventati piuttosto diversi.”

teatro sociale di amelia

“Si, assolutamente. Da lei in effetti si possono trovare  50 palchi per il pubblico, oltre ai posti in platea e loggione, per 400 spettatori complessivi. In più lei ha un’acustica spettacolare grazie ai suoi interni in legno, giusto?”

“Scricchiolo un po’ ma sono un figo, lo so.”

“Scusi?”

“Sono un figo, nonostante l’anzianità. Non dite così voi giovani?”

“Certo… ad ogni modo, non si denigri, lei è un grande teatro. L’età non conta oggi. La sottolinea troppo.”

“Questo lo dice lei! Conta eccome. È grazie ai miei anni che ho visto centinaia di spettacoli, ne ho fatti realizzare e insomma ho fatto tutte le mie esperienze. Babbeo…”

“Certamente, non intendevo sminuire la sua grande esperienza.

Come dice, lei è …un figo… .eh, lo dimostra anche il grande valore artistico dei dettagli che caratterizzano le sue decorazioni ad esempio gli affreschi di Domenico Bruschi.”

“Si, infatti, bravo, bravissimo artista. Ma, senta, visto che ci sono, sono un po’ di anni che me lo sono dimenticato … chi era questo Bruschi?”

“ …. Mannaggia a me che l’ho voluto intervistare in diretta…”

“Cosa dice?”

“ Nulla! Ha ragione, dobbiamo spiegare ai nostri ascoltatori chi fosse questo artista al quale lei è molto legato, soprattutto esteticamente.”

“Degli ascoltatori non ne so nulla. Io non me lo ricordo proprio.”

“…Devo fare un bel respiro… Devo fare un bel respiro…

Dovete sapere, cari amici, che Domenico Bruschi era un pittore italiano molto apprezzato della seconda parte dell’800. Fu protagonista dell’ambiente artistico di Perugia, dove affrescò anche Palazzo Cesaroni, il Palazzo della Provincia e della Prefettura di Perugia e la cappella di Sant’Onofrio… “

“Ma non dovevamo parlare di me? “

“Avevamo detto di fare un piccolo excursus per gli ascoltatori su Domenico Bruschi, giustamente.”

“Non faccia brutta figura suvvia, mi intervisti! Spero che in qualche modo si possa tagliare. Ma dove l’avete preso questo giornalista? Siamo sicuri che abbia esperienza?”

“Sono anni che faccio questa trasmissione… Torniamo a noi! Alla sua grande esperienza e a tutte le speciali persone che ha incontrato nella sua lunga vita, ben 238 anni, questo 2021. Auguri!

Ha qualche aneddoto da raccontarci che le è rimasto particolarmente impresso?“

“Oh, finalmente una bella domanda! Giovanotto lei non deve farsi prendere dall’emozione, lo spettacolo deve continuare! Nessuno più di me può dirglielo”.

“ Non sono emozionato, la prego continui e basta. Allora, ci racconta il suo aneddoto preferito?”

“Beh, non so se mi ricordo…Ah si, questa vecchia testaccia ancora mi dà delle soddisfazioni. Allora, siamo nei primi dell’800. O forse no, aspetti c’è una cinepresa.”

“Cosa dovrebbe farci una cinepresa nei primi dell’800, è impossibile”.

“Ragazzo lasci raccontare me per favore! Vabbè, ignoriamo la cinepresa.

Dicevo, erano i primi dell’800, sulla scena una donna alta, bellissima, dalla voce melodiosa, vestita da dea, cantava la cabaletta di una nuova opera lirica. Alla sua destra, sui palchetti accanto alla scena, un gruppo di castrati la doppiava. Come se volesse gareggiare con lei.

In mezzo alla platea, dove tante persone erano riunite ad ascoltare l’opera in piedi – perché al tempo si faceva così – un gran nobile, un marchese, chiedeva informazioni sulla ragazza ad altri aristocratici.

La cantante fece, accompagnata involontariamente dai castrati, il suo acuto finale e una pioggia di ortaggi cadde giù verso la platea. Mi ricordo che poi sentii uno STOOOOP di un certo Monicelli, perché dal loggione la frutta e la verdura erano state tirate tutte sul vestito bianco del nobile marchese, ma non doveva andare così. La verdura dovevano tirarla alla cantante”.

“ Ma lei sta raccontando un episodio del dietro le quinte de Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi!”

“Ecco perché c’era la cinepresa. Bravo ragazzo, bisognerebbe sempre supportare la memoria degli anziani”.

“Questo è proprio andato… Amici ascoltatori, avete sentito che episodio curioso? Molti di voi avranno visto Il Marchese del Grillo, di Mario Monicelli ed Alberto Sordi. Ecco, come avete potuto comprendere, credo, non tutte le scene andarono lisce e ci fu certamente anche molto gioco.

La curiosità è però questa: il film fu girato anche nel Teatro Sociale di Amelia. Bellissimo!”

“Sono io”

“Si, è lei, lo sappiamo”.

“Posso dire un’ultima cosa su quella scena?”

“Certamente, siamo curiosi”.

“Quella cantante aveva proprio due belle…”

“Purtroppo il nostro tempo è scaduto. Dobbiamo salutare il nostro fantastico ospite che ringraziamo davvero per la collaborazione e soprattutto per la simpatia. È stata una puntata … movimentata è dir poco. Tornate ad ascoltarci ancora molto presto, ci risentiamo sempre qui! Stessa ora, stesse frequenze”

“ Grazie a voi! Passate a trovarmi… Ma… Dove sono, dove mi trovo? Infermiera!”

“ Taglia , taglia!”

cantante Marchese del Grillo - teatro sociale di Amelia