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Cosa unisce il Giappone e la città di Perugia?  Nulla, potrebbe rispondere qualcuno. In realtà però qualcosa c’è: la mostra “In Punta di Pennello. Natura e Cultura nell’Arte Giapponese”.

Ma perché fare una mostra dedicata all’arte, e in particolare alla pittura, giapponese , a Perugia, nel Complesso Monumentale di San Pietro?

La mostra, visitabile dall’8 ottobre 2022 fino al 31 gennaio 2023, presso la Galleria Tesori d’Arte della Fondazione per l’Istruzione Agraria, è stata ispirata da un avvenimento storico che colpì moltissimo gli abitanti del territorio umbro avvenuto nel 1585.

Una delegazione giapponese

Pochi sanno che nell’anno 1585 il Monastero di San Pietro a Perugia ospitò degli illustrissimi ospiti provenienti da molto lontano: una delegazione di giapponesi evangelizzati e credenti, il cui viaggio in Europa, che durò ben 8 anni, fu denominato Ambasciata TenshÕ.

Il viaggio passò per il Portogallo, la Spagna e l’Italia, e fu organizzato dal Gesuita Alessandro Valignano per dimostrare i successi della sua attività di conversione dei giapponesi alla religione cristiana nel territorio asiatico.

I delegati colpirono enormemente i cittadini dell’epoca grazie allo splendore luminoso del loro ingresso in città a cavallo e delle loro particolari e ricche vesti in seta viola con rifiniture d’oro.

Eppure i 4 delegati giapponesi, Itō Mancio, Michele Chijiwa, Giuliano Nakaura e Martino Hara, rimasero solo 3 giorni nel monastero.

Ciò non impedì alla loro visita di fissarsi in maniera indelebile nelle cronache perugine.

Rimane traccia del loro parsimonioso modo di mangiare e del loro bere solo acqua tiepida nel Libro de Ricordi del Monastero di San Pietro.

Dal passato alla modernità in 50 opere giapponesi

La visita giapponese del XVI secolo al monastero perugino è solo la radice più profonda della mostra “In Punta di Pennello”, organizzata da CAMS-Centro di Ateneo per i Musei Scientifici, Università degli Studi di Perugia e Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia.

Si parte dalla storia per abbracciare le diverse forme dell’arte e della pittura giapponese, con una grande pennellata di modernità interattiva donata dal mezzo video.

Le video-spiegazioni infatti accompagnano il visitatore per tutta la durata della mostra.

Protagonisti dei cortometraggi animati in questione sono gli artisti più affermati della storia dell’arte e della poesia giapponese: arte e poesia che in questa cultura raramente si separano.

calligrafia - in punta di pennello

Si parte da Hokusai, noto in occidente per la sua celebre “onda” ma famoso in patria per ben più curiose imprese artistiche, per incontrare poi l’inventore del pennello.

Il viaggio continua nell’arte della calligrafia antica, nella poesia giapponese, nella pittura in stile accurato che precede e poi si “scontra” con quella in stile spontaneo.

Ancora, il percorso continua incontrando e conoscendo i dettagli caratterizzanti ed i significati degli Enso, per terminare con la calligrafia nella vita quotidiana giapponese moderna.

Più di 50 opere vengono raccontate con un linguaggio tanto semplice quanto accurato dalle rappresentazioni animate di Matsuo Bashō, il più famoso poeta giapponese, Maruyama Ōkyo , Kobori Enshū , eclettico ricco feudatario del ‘600 e molti altri pezzi da 90 della storia dell’arte nipponica.

onda - Hokusai

Tutto è ben posizionato, dalle opere ai disegni nelle animazioni, realizzati dagli illustratori umbri Aurora Stano, Marco Leombruni e Francesco Montesanti.

Nella locandina della mostra, una delle protagoniste dell’esposizione la descrive fumettisticamente come “una mostra per tutti”: dice il vero.

in punta di pennello - poetessa