Giusto un paio di giorni fa, il 24 novembre, ad Amelia si è celebrata la patrona Santa Fermina, alla quale è dedicata la cattedrale della città.
Ma che origini ha questa santa? Beh, sicuramente molto antiche!
Fermina di Amelia o più semplicemente Firmina, fu una delle tante sante martirizzate sotto Diocleziano (III – IV secolo).
Dalla sua passio risulta che era una giovane ragazza romana, figlia di Calpurnio, praefectus urbis, ovvero prefetto di Roma.
Questa santa ricorda da un lato la storia di San Francesco, poiché nonostante potesse vivere una vita agiata, preferì ritirarsi nella preghiera, dall’altro Giovanna d’Arco, per quel che riguarda il martiro.
Da Roma, città di origine della famiglia, si trasferì poi a Civitavecchia e successivamente ad Amelia, luogo in cui la santa condusse una vita eremitica ed in cui morì.
La ragazza si convertì giovanissima al cristianesimo, diversi sono i miracoli che le si attribuiscono, uno dei quali ebbe luogo proprio mentre lei ed i familiari navigavano verso Civitavecchia, in antichità Centumcellae.

Durante questo viaggio una violenta tempesta si scagliò sulle imbarcazioni, ma Fermina intervenendo placò la furia del mare.
Avendo vissuto sia a Civitavecchia che ad Amelia, la santa è divenuta la patrona di entrambe le città; a Civitavecchia viene celebrata il 28 aprile, mentre ad Amelia il 24 novembre.
Ad Amelia in questo giorno ha luogo una solenne messa pontificale presso la cattedrale a lei dedicata.
Durante la celebrazione viene fatta l’offerta dei ceri da parte dei sindaci delle cittadine del circondario (Giove, Lugnano in Teverina, Guardea e molte altre)!
Perché il 24 novembre?
Purtroppo proprio in questo giorno del 304 d.C., la giovane fu brutalmente martirizzata per essersi convertita al cristianesimo, fu arrestata e condotta davanti al giudice Magenzio, il Prefetto romano di Amelia.
Dopo i tormenti più atroci che la ragazza dovette subire, fu legata con i capelli ad una colonna, che secondo la tradizione corrisponderebbe alla colonna che si trova all’ingresso del duomo, e torturata con il fuoco, quasi come in un rogo.
Come spesso accadeva, dopo le pene della santa, molti si convertirono; ricordiamo che siamo agli albori del cristianesimo e quindi molte persone ancora non erano cristiane.
–
Nelle foto l’interno della Cattedrale e la processione.
Foto di Cinzia Corvi, Margherita Novelli e Federica Bertini
