Originariamente e impropriamente denominata Piazza della Compagnia della Morte, dall’omonima chiesa che vi sorgeva, Piazza Piccinino passò prima per un altro nome quello di Piazza del Giglio forse perché vi fu innalzato lo stemma di Paolo III Farnese. Nel 1535 infatti il cardinale Tiberio Crispo ebbe la commissione da Paolo III di ristorare il danno fatto con il demolire una parte del campanile di S. Domenico, così allargò via Bontempi e appianò la piazza, dove fu poi eretta la chiesa della Compagnia della Morte. Nel 1591 il cardinale Domenico Pinelli affida all’Arch. Valentino Martelli la realizzazione e la riqualificazione urbanistica dell’area occupata oggi da Piazza Danti e Piazza Piccinino. La piazza originariamente era destinata alla vendita di frutta ed erbaggi; è da sempre appartenuta ai proprietari dell’attuale palazzo Sorbello: dai Conti Montemelini agli Oddi, dagli Eugeni ai Marchesi Bourbon di Sorbello. Ancora oggi al centro della piazza è visibile la vèra del Pozzo Etrusco che presenta una graticciata di ferro a chiusura dell’imboccatura sulla quale furono apposti, nel 1768, i due stemmi gentilizi proprietari del Pozzo: l’uno dei Marchesi Bourbon di Sorbello, l’altro della precedente famiglia proprietaria, i Conti Eugeni.
La piazza assunse l’attuale nome in memoria del Capitano di Ventura Nicolò Piccinino che per piccolezza della statura fu soprannominato appunto Piccinino e fu uno dei più grandi condottieri del suo tempo.
Il Pozzo Etrusco che si estende sotto il manto stradale di questa piazza è considerato un’opera d’ ingegneria idraulica e architettonica davvero notevole e impressionante; risalente al III sec A.C. oggi area archeologica è aperta al pubblico tutti i giorni con accesso da Piazza Danti 18 (per maggiori info www.pozzoetrusco.it).



Torniamo alla piazza o meglio alla chiesa della Compagnia della Morte.
Qualche cenno storico:
Nel 1570 fu istituita una Compagnia che pensò di fabbricarsi in questa piazza un Oratorio che poi ai primordi servì a dare sepoltura ai miserabili trovati estinti per le pubbliche vie.
Nel 1575 attraverso elemosine donate dai Fratelli e dai Benefattori e acquisizioni di alcune case di Annibale Ranieri, si cominciò a edificare la chiesa. Dando uno sguardo al portale d’ingresso vediamo la porta ornata da travertini intagliati collocati lì nel 1604. L’architetto fu il celebre Bernardino Sozi, oltre a lui anche Gio. Battista Leoni e Fabrizio Caposanti. Vi è però l’ipotesi che il progetto originale fosse di Vincenzo Danti, architetto e scultore della scuola di Michelangelo. Capomastro era il muratore Paolo da Castel delle forme.
La porta è adorna di cornice e di due colonne bugnate a bozze rustiche di travertino. Sul frontespizio sono appesi gli stemmi parimenti in travertino del Pontefice Clemente VIII, del cardinale Bevilacqua, del prelato Maggi e del vescovo Bossio. Vi sono presenti il doppio cornicione, le basi e i capitelli delle lesene. Sotto l’iscrizione c’è uno scudo col grifo, monumento di gratitudine ai nostri magistrati che donarono alla Compagnia questi ornati di Travertino che componevano originariamente una fontana addossata al tempio di S. Ercolano dalla quale non era mai sgorgata acqua. Nel ricevere questo materiale fu inserito, per gratitudine, uno stemma col grifo.

Proseguiamo con lo sguardo verso sinistra e incontriamo i resti di una fortezza medievale costruita nel 1371 circa che abbracciava il colle del Sole e che fu distrutta dai perugini pochi anni dopo. Oggi si possono vedere gli imponenti contrafforti di questa antica fortezza ancora ben conservati.

Girando ancora lo sguardo verso l’ingresso di Piazza Piccinino, in direzione di Piazza Danti, notiamo un altro palazzo storico con un portale davvero interessante, parlo di Palazzo Salvatori della famiglia dei conti Salvatori, risalente al XVII secolo.
In quest’area sorgevano le case dell’antichissima nobile famiglia Paolucci, assimilate in gran parte in questa costruzione. L’aspetto attuale del palazzo lo acquisì tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo grazie all’intervento dell’Arch. Valentino Martelli. Il portale d’ingresso è a “bugne raggiate”, secondo il gusto predominante della seconda metà del ‘500, mentre la monumentalizzazione dell’ingresso principale, con l’apposizione delle due colonne aggettanti a sostenere il soprastante balcone, è della seconda metà del ‘600. Nel 1896 il Palazzo fu acquistato dal famoso prospettico e restauratore Annibale Angelini, professore all’Accademia Romana di San Luca. La facciata, già nel XVIII secolo, era dipinta a fresco alla maniera degli antichi graffiti che, nel corso dei secoli, sono andati perduti. Sul portale è facile ritrovare l’uso della linea curva tipica del periodo barocco in cui tutto doveva prendere un andamento sinuoso. Dal Seicento, dopo l’età degli esperimenti sintattici dei manieristi, s’inizia a conferire preponderanza a elementi verticali come colonne e lesene, in diretto rapporto con fasce orizzontali e cornicioni. Entro l’intelaiatura prevista dal sistema classico (ma non necessariamente canonico secondo la codifica vitruviana), i muri cominciano a inflettersi e a incurvarsi; l’edificio assume una configurazione planimetrica definita da progressive espansioni e contrazioni, alternate a settori di parete rettilinei, creando un effetto mosso e dinamico che dalla pianta si trasferisce all’intera superficie delle pareti.
Oggi il palazzo è di proprietà degli eredi che conte Ettore Salvatori.


Accanto a Palazzo Salvatori troviamo Palazzo Cavaceppi oggi sede del Consolato della Grecia.
Soffermandoci sempre sul portale notiamo la cornice in pietra che racchiude il portone di legno e che presenta la tecnica del bugnato, una lavorazione muraria utilizzata sia nell’antichità e ripresa con modo e forme diverse in altre epoche. L’aggetto in parte accentuato è una delle caratteristiche più appariscenti di un bugnato, e tale da influenzarne pesantemente l’aspetto estetico, in particolare per quel che riguarda la vibrazione alla luce.
Un bugnato molto aggettante crea, infatti, notevoli effetti di chiaroscuro, molto apprezzati nell’architettura rinascimentale e manierista. Di particolare interesse è il portone di legno e il batacchio posto in alto a destra.
E infine arriviamo a Palazzo Sorbello.

Palazzo Sorbello fu acquistato dalla famiglia Bourbon di Sorbello nel 1780 quando Uguccione III Bourbon di Sorbello lo acquistò dalla precedente famiglia i conti Eugeni. Gli stemmi di queste due famiglie proprietarie sono ancora presenti proprio sulla véra esterna del Pozzo Etrusco. Ancora oggi l’ultimo degli eredi della famiglia Ranieri Bourbon di Sorbello vive a Palazzo, il prof. Ruggero Ranieri che è il presidente della Fondazione Ranieri di Sorbello.
Alle spalle della facciata di Palazzo Sorbello si trova via Volte della Pace, prima vicolo delle stalle, che al tempo di Uguccione III era la zona dedicata proprio alle stalle per la rimessa dei cavalli.
Una delle cose più interessanti di questo Palazzo a livello storico-architettonico è che si trova proprio sopra le mura etrusche di Perugia, il Palazzo poggia nella parte posteriore rispetto alla facciata proprio sulle antiche mura etrusche (come ci spiega il prof. Ranieri in un’interessante conferenza sulla Storia del Palazzo, disponibile sul canale youtube della Fondazione Ranieri di Sorbello https://www.youtube.com/watch?v=HlzYz8wMCKQ ).
Palazzo Sorbello fu realizzato, secondo le forme architettoniche tipiche degli anni tra il XVI e il XVII secolo e sporge lievemente sulla piazza; soffermandoci sul portale d’ingresso notiamo che il suo ingombro è sottolineato dal bugnato d’angolo sfalsato che lascia libero lo spigolo fino alla fascia marcapiano del III livello e poi una lesena liscia che arriva fino al coronamento della facciata. Il portone è reinterpretato in chiave barocca secondo i modelli provenienti da Roma. Le colonne ioniche montate sui piedistalli a dado con angoli arrotondati, inquadrano l’ingresso del palazzo e sorreggono il balconcino che, in origine doveva presentare la balaustra in travertino, oggi ha una ringhiera di ferro battuto.

La balconata è inserita in corrispondenza dell’asse centrale del piano nobile. In questo portale l’ordine architettonico è moltiplicato: le colonne ioniche, che incorniciano l’ingresso, precedono delle lesene ribattute in modo da creare un effetto di risonanza. Sia l’architrave del portone, sia l’intradosso del balcone, sono arricchiti con decorazioni zoomorfe, centrale si presenta l’ornamento con protome leonina. I capitelli ionici sono realizzati secondo un nuovo canone tardo-manierista poi barocco, che alterando l’ordine classico, ne riproduce una versione elegante e versatile nella quale risalta l’effetto chiaroscurale delle quattro volute e dell’echino intagliato a ovoli. Sotto il balcone è possibile rintracciare due fasci di frecce legate da nastri; il motivo iconografico è attribuito fin dal tardo Rinascimento alla Concordia, come allusione alla forza data dall’unione concorde.
Lo schema monumentale del portale a edicola si richiama direttamente alla più illustre tradizione del classicismo romano, e s’inserisce in perfetta armonia come riferimento cinquecentesco.
Il palazzo all’interno ospita la Casa Museo di Palazzo Sorbello aperta al pubblico tutti i giorni e visitabile con visite guidate a orario. (per maggiori info www.casamuseosorbello.org)


Se Palazzo Sorbello è come una punta di un iceberg che si erge su resti etruschi ancora presenti nel basamento vi consiglio la scoperta di questo mondo sotterraneo e visibile in città attraverso un tour guidato dal titolo “Perugia Etrusca” tre chilometri di camminata nell’acropoli per ammirare quello che abbiamo sotto gli occhi e raccontare l’importante contributo che gli etruschi hanno lasciato alla città. Nel tour compreso l’ingresso al Pozzo Etrusco di proprietà della Fondazione Ranieri di Sorbello.
L’ambizioso progetto nasce proprio dalla collaborazione tra la Fondazione Ranieri di Sorbello e la società Gran Tour Perugia, specializzata nella creazione di contenuti culturali a supporto di visitatori e turisti. Le visite guidate, con appuntamento davanti all’ufficio di informazioni turistiche in piazza Matteotti, si svolgono il martedì e il sabato alle 17. Costo 15 euro comprensivo del biglietto di ingresso al Pozzo Etrusco che potrà essere visitato in qualsiasi momento successivo alla partecipazione al tour, ridotto 10 euro fino ai 12 anni, gratis fino ai 6 anni. Per info e prenotazioni, anche su Whatsapp, 371 3116801. Il percorso è di semplice percorribilità anche se caratterizzato dai “sali e scendi” del centro storico di Perugia.