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Per comprendere al meglio Reflected , dal 4 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 alla Galleria Nazionale dell’Umbria, è assolutamente necessario cominciare con una premessa: quella di Brian Eno non è in realtà una mostra.

E’ un progetto dialogico creato appositamente per far comunicare arte contemporanea e grande storia dell’arte sacra.

Un progetto sperimentale che può essere definito “sinestesico”, totalmente nelle corde dell’artista, musicista e compositore inglese.

Brian Eno è invero noto per le sue esplorazioni creative al limite, di fatto pensate per andare sempre oltre le attese della produzione artistica e musicale.

Per raggiungere tale obiettivo spaziò già dagli inizi della propria carriera dall’art rock, alla hambient, al glam rock, fino a collaborare con David Bowie  o i Talking Heads.

Con David Byrne ad esempio compose nell’81 My life in the bush of ghosts, considerato uno dei migliori brani di musica contemporanea, nel quale compaiono già prima dei tempi campionamenti e suoni elettronici in una visione pionieristica della musica.

Fu lui a realizzare il jingle leggendario, di appena 3 secondi, di Windows 95 e colonne sonore molto note, producendo insomma nei tanti anni di attività un volume di musica e spettacoli impressionante, anche per i molti generi toccati.

Reflected è coerente con questo ecletticismo improntato alla ricerca, perciò non si può affermare che sia esclusivamente una mostra.

Brian Eno reflected esterno

Tecnica

In senso più strettamente pratico le opere di Brian Eno costituenti Reflected sono tre lightboxes di colore scuro con un lato illuminato.

Le luci che costituiscono la parte più evidente di ogni opera hanno colori sgargianti, spesso fluo, che si modificano nel tempo, con estrema lentezza, creando giochi luminosi inaspettati.

Questa attesa del cambiamento si spalma in un arco temporale davvero esteso, generando tensione emotiva, stemperata però dal sottofondo musicale che diventa parte dell’opera, richiamando invece alla calma e alla pace proprie dell’atteggiamento contemplativo.

Le tre installazioni dialogano ognuna a modo suo rispettivamente con il Polittico di Sant’Antonio di Piero della Francesca, il Polittico Guidalotti di Beato Angelico e il Cristo Morto in Pietà del Perugino.

L’associazione con le tre opere è evidente nelle linee e forme dei tratti di contorno alla luce, soprattutto quelle della lightbox affiancata al Polittico di Sant’Antonio (olio su tavola, risalente al XV secolo).

La presenza del polittico nella versione di Eno emerge esclusivamente in forma luminosa, non nelle dimensioni. Proprio per questo gioco di colori l’installazione a primo impatto appare più grande di ciò che realmente è.

La box affiancata al Cristo Morto invece mima in tutto anche la dimensione del quadro del Perugino.

Ciononostante, invece che riprodurre con il tratto le forme, solo accentuate in una sorta di rappresentazione di uno schizzo preparatorio, ne disegna l’aura, tanto che una sovrapposizione delle due opere potrebbe generarne tranquillamente  una terza collimante, completa dal punto di vista artistico e sensoriale.

Più criptica è invece l’opera di interpretazione del Polittico Guidalotti, posta di fronte al dipinto rinascimentale del Beato Angelico. Sedersi al centro di entrambe e attendere è la soluzione per carpirne il senso profondo, o almeno uno dei possibili.

Spirito e ideale

Reflected , come lo stesso Brian Eno ha dichiarato, è una risposta artistico-spirituale ad una serie di domande non banali:

” Se entrassi in una chiesa del 2020, cosa spererei di vedere? Quale esperienza potrei definire trascendentale?”.

Le risposte si palesano solo nell’attesa.

Dall’inizio dell’osservazione al suo termine il visitatore attento può attraversare un arco emotivo curioso: un iniziale sgomento dettato dall’incomprensione di un’associazione estetica così particolare poi un’esplosione creativa in purezza, data dai cambiamenti di colore e luce e dallo sforzo intellettuale necessario a percepirli e ad attenderli.

Brian Eno desiderava trasmettere l’iridescenza delle opere da lui reinterpretate? Il cambiamento della luce durante la giornata? Oppure voleva realizzare da zero qualcosa di completamente nuovo adottando lo stesso soggetto dell’opera ispirante, come sotto commissione di un mecenate contemporaneo?

Tutto è possibile, nulla escluso, e l’osservatore frettoloso non può di certo comprendere ed interpretare questo viaggio che prima di tutto richiede introspezione, empatia e pazienza.

Le installazioni di Reflected sono mistiche, perciò non vi è spazio per la frettolosità.

Chi desidera capire subito, senza sforzo e senza attesa non capisce, un po’ come accade con tutto il sacro.

Brian Eno crea e fa creare nel complesso un universo di contemplazione fatto di luci e segmenti, in un’estrema semplificazione delle forme, anche di quella musicale.

Non fornendo chiavi estetiche pronte stimola la creatività di chi guarda, fino all’estremo, ricordando al visitatore che l’arte non è qualcosa di dato ma un impulso che dall’essere umano arriva ad essere creato.

Cristo Morto in Pietà - Brian Eno

BRIAN ENO. Reflected

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)

4 settembre 2020 – 10 gennaio 2021

 In collaborazione con Atlante Servizi Culturali.

Orari:

Lunedì e martedì chiuso.

Mercoledì, giovedì e venerdì 14.00-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Sabato e domenica 8.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Biglietti: intero €8,00; ridotto € 2,00 per 18-25 anni;

per gratuità e convenzioni, consultare qui.

Informazioni: Tel. 075.58668436; gallerianazionaleumbria@beniculturali.it;

Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it;