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Nella meravigliosa cornice della cittadina di Todi si trova una delle chiese più belle dell’Umbria, alla cui progettazione prese probabilmente parte anche il Bramante, Santa Maria della Consolazione.

Questa basilica cinquecentesca, dall’aspetto imponente, è subito riconoscibile ed iconica con la sua cupola unica nel panorama architettonico sacro regionale.

Costruita in circa cento anni, a partire dai primi del 1500, si presenta con un pianta centrale a forma di croce greca che, in corrispondenza di ogni braccio della croce, ha un abside, sormontato da una semicupola. Al centro troviamo una grande terrazza quadrata, sopra la quale si erge maestosa la cupola a tamburo che porta l’altezza dell’edificio a circa 72 metri di altezza. All’esterno della basilica, poste ben in evidenza, troviamo scolpite le aquile, simbolo antico della città tuderte.

L'altare - santa maria della consolazione

Santa Maria della Consolazione, oltre ad essere uno stupendo esempio di architettura rinascimentale, è ricca di storie misteriose, tra cui un incredibile miracolo che diede il via alla costruzione della chiesa stessa.

La storia del miracolo narra che pochi anni prima dell’inizio dei lavori della basilica, si trovasse nel luogo una piccola edicola religiosa, raffigurante la Madonna col Bambino che offriva l’anello a Santa Caterina di Alessandria. Un operaio addetto alla pulizia dell’affresco, quasi completamente cieco da un occhio, pulì il dipinto con un fazzoletto, che usò poi sulla parte malata, venendo in questo modo miracolosamente guarito. La voce del prodigio corse rapidamente di bocca in bocca, andando ben oltre i confini regionali, e spinse la città e le autorità ecclesiastiche alla costruzione di questo luogo di culto, per rendere omaggio alla Vergine e al miracolo compiuto.

L’originale del dipinto è in parte visibile ancora dietro l’altare, mentre nei pressi dell’ingresso, si trova una copia dell’opera.

Il dipinto - santa maria della consolazione

Dal miracolo religioso alla leggenda il passo è breve e rende ancor più interessante la visita a questa chiesa, fiore all’occhiello del territorio cittadino.

All’interno della basilica, custodito in una teca, troviamo un osso molto grande, appartenuto probabilmente a qualche animale preistorico. Questo reperto, considerato all’epoca una costola di drago, è conservato da tempo immemore nella chiesa come ringraziamento alla Vergine per aver concesso ai soldati tuderti di sconfiggere il terribile mostro che devastava la zona, proveniente dalle gole del Forello.

La lotta del cavaliere contro il drago è da sempre il simbolo allegorico del continuo scontro tra bene e male, alla fine del quale, grazie al sostegno divino e alla purezza d’animo del combattente, la luce trionfa sull’oscurità.

la costa del drago - santa maria della consolazione
La Chiesa - santa maria della consolazione