Skip to main content

Il Consorzio Tutela Vini Montefalco ha lanciato nella stagione estiva 2023 il progetto per un turismo eco – sostenibile con Montefalco Green con il desiderio di far conoscere le cantine, il territorio e la ricchezza enologica che regala Montefalco per un’esperienza immersi nella natura ma soprattutto eco-friendly e, nel mio caso, anche pet-friendly!
Ma in che modo si traduce tutto questo nel concetto di “green”, “sostenibilità” e soprattutto turismo ecologico?
Il tour Montefalco Green è stato pensato e ideato non solo per far conoscere le cantine del territorio biologiche, in cui ognuna di esse porta avanti progetti “green” come la biodiversità tra i filari, le opere d’arte con materiale di recupero o ancora impianti fotovoltaici, caldaie a biomassa, l’Agroforestry, cioè la presenza di animali in vigna in totale armonia e sintonia come avicoli o cavalli, ma il concetto di “green” inizia proprio dal Consorzio che ha messo a disposizione della stampa e dei winebloggers mezzi eco-sostenibili come biciclette  e minicar elettriche (con apposite colonnine di ricarica presso le cantine) brandizzate per l’occasione con la scritta “Sagreentino” e le sagome rapprentative di Montefalco tra storia e vino, il materiale in dotazione come le bag provenienti da materiale di riutilizzo e matite da poter piantare.
Insomma l’avventura green inizia da principio per sottolinearne la consapevolezza che è possibile concretizzare una produzione eco sostenibile coniugata all’innovazione, allo stare al passo con i tempi, oggi giorno sempre più veloci ma con uno sguardo attento all’ambiente:

La sostenibilità ambientale nel segno dell’innovazione è uno dei punti fermi per il Consorzio Tutela Vini di Montefalco: il 31% delle aziende delle denominazioni (DOCG Montefalco e le DOC Montefaco e Spoleto) praticano agricoltura biologica certificata, o sono in conversione al biologico certificato, nei 3 anni di tempo richiesti, biodinamiche, naturali…Di questo 31%, ben il 62% sono biologiche certificate o in conversione certificata”

Eco – Friendly ma anche Pet – Friendly come anticipato, il tour Montefalco Green è stato vissuto anche dal nostro amico a 4 zampe che ha trovato accoglienza e gentilezza da parte delle cantine ospitanti.

Sagreentino - Montefalco Green

La prima tappa del tour, a bordo della minicar elettrica che con la sua velocità limitata ha lperò ’enorme vantaggio di far godere dei meravigliosi paesaggi di Montefalco, tra filari, vigneti, oliveti, le dolci colline umbre e il canto delle cicale che immancabile accompagna le estati umbre, è in direzione delle Cantine Briziarielli.

Cantine Briziarielli

Parola d’ordine: rebranding con uno sguardo attento alla storia della famiglia Briziarielli.

Montefalco sagrantino - versaggio

Ci troviamo nel territorio di Bevagna con le spalle coperte da Montefalco e una cantina circondata  da 25 ettari di vigna tra Sagrantino, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Cabernet Franc, Petit  Verdot e Viognier.

La famiglia Briziarielli, originaria di Marsciano, nasce come produttrice di mattoni e laterizi con l’azienda Fornaci Briziarielli, presenti sul territorio sin dal 1906. Nei primi anni 2000 decidono di dedicarsi anche  alla terra, tour court. Nel 2003 le prime produzioni di vino in bottiglia.
Giorgia, che ci accompagna meravigliosamente durante la visita, ci racconta del Focus dell’azienda a partire da un rebranding recente del 2021 dal logo dell’azienda che richiama e ricalca le origine delle famiglia con le fornaci, packaging ed etichette che vestono le bottiglie rendendole moderne e dinamiche, un restyling del design interno della cantina, suggestiva la Barriquaia con al centro un enorme cono, visibile poi anche all’esterno che richiama ancora una volta il simbolo della fornace, e tra botti e barrique delle colonne che ricordano degli alberi per dare l’impressione di essere in una foresta tra l’odore del rovere francese e austriaco e la suggestione che l’architettura regala.
Giorgia ci parla di “Evoluzione Sostenibile”: l’azienda è in conversione biologica da quest’anno, utilizzano rame, zolfo, alghe bio-stimolanti, fascette che, legate alle viti, producono feromoni che allontanano gli insetti, Tignoletta in particolare. Tra i filari inerbimento spontaneo, nessun diserbo chimico e naturalmente tutta la lavorazione in vigna è manuale. Il progetto futuro, ma breve, -spiega Giorgia, è il fotovoltaico e in agosto la Tartufaia. Lungo la strada che porta all’azienda, presenza importante di erbe aromatiche, impollinatori importanti per la biodiversità tra i filari.
Il terreno è medio impasto argilloso, la tecnica di allevamento è il cordone speronato. Tra i filari, nel momento dell’avvicinarsi alla vendemmia, la selezione è fondamentale per portare l’uva in cantina sana. La vicinanza della cantina alla vigna consente finanche di evitare fermentazioni indesiderate.

“È la cantina stessa che si racconta al visitatore. Una cantina con una storia lunga alle spalle diventa un momento di conoscenza del territorio” – racconta Giorgia.

La degustazione, come momento finale, diventa un vero e proprio momento di comprensione di tutto quello che è stato raccontato e che si ritrova nei calici, freschi ed eleganti dei vini Briziarielli.

La seconda tappa del Tour Sagrantino Green è la Cantina Romanelli

Parole d’ordine: biodiversità ed equilibrio.

Ad accoglierci Davis, che subito ci mostra la potenza del paesaggio che letteralmente circonda l’azienda: Perugia, Assisi, Spello, Trevi, Foligno e naturalmente la maestosità del Monte Subasio.

L’azienda è biologica da anni ed è molto attenta al micro- ecosistema che l’azienda e il territorio hanno “costruito” nel tempo. Davis ci mostra, da profondo conoscitore e amatore del suo territorio, le mappe per raccontare il territorio da un punto di vista strettamente geologico e per rendere consapevole anche il turista del suolo che sta “calpestando”.
La famiglia Romanelli nasce come commercianti di suini sin dal 1978, fino a quando nel 2003 decidono di puntare anche ai vigneti e oliveti e si ha la prima produzione di bottiglie nel 2007.
In azienda, infatti, sono ancora presenti le antiche stalle che regalano oggi al visitatore un aspetto nostalgico e romantico della famiglia. Ci spiega Davis che dallo scheletro di queste stalle nascerà la cantina per avere produzione e raccolta in vigna e lavorazione in cantina più vicine.

La biodiversità e l’equilibrio che Davis racconta sono date proprio dal rispetto del territorio: inerbimenti spontanei, senza sovesci laddove non necessari, insediamenti di alcune specie animali, arnie, bird box, importanti per insetti e larve in vigna.
“La biodiversità è l’equilibrio naturale del terreno e degli animali che non sono mai gli stessi; il nostro lavoro è quello di mantenere e migliorare questa biodiversità”.

Il terreno dell’azienda è prevalentemente argilloso, calcare fossile con ciottoli, depositi originari del lago Tiberino ritiratosi nel tempo. Sulla vigna Molinetta, da cui nasce il vino omonimo, il terreno ha una percentuale più alta di sabbia.
Interessante è la vigna del Trebbiano Spoletino, sito in valle, che vede la presenza di alcune viti maritate, come l’origine del Trebbianio Spoletino vuole.
Ci fermiamo per un light lunch in compagnia di Davis, immersi in un ambiente familiare che regala calore e sentimenti propostivi di accoglienza e desiderio di far conoscere il territorio. Pasteggiamo con i vini di spessore e di carattere dell’azienda Romanelli con gli gnocchi fatti in casa con il sugo di Sagrantino della mamma! La ricetta, segreta nelle sue proporzioni, comprende Sagrantino secco e passito. Ricorda Davis scherzosamente: “mi raccomando, il sagrantino deve essere buono”!
Tra un calice e l’altro, anche l’azienda Romanelli ha rinnovato la veste con un rebranding recente che vede sulle bottiglie 4 simboli: il leone, il toro, l’angelo e l’aquila che altro non sono i 4 simboli raffigurati insieme ai 4 evangelisti nell’affresco di Gozzoli, presente del Museo di Montefalco, nella Cappella di San Girolamo.

Mascotte real umbria

Ultima tappa del tour Sagreentino è al Carapace di Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli

Parole d’ordine: arte, contaminazioni e Sagrantino

Siamo in una delle più suggestive cantine umbre, una vera e propria opera d’arte che sviluppa al su interno tutta l’attività di produzione e accoglienza.

Vino sagreentino

La famiglia Lunelli, di origini trentina, arrivò in terra umbra negli anni 2000, s’innamorò della potenza del Sagrantino, e decise di comprare un appezzamento di terra e cominciare a produrre Sagrantino. L’azienda è biologica certificata dal 2013.
L’arte e la contaminazione con il territorio nasce dal genio dell’artista Arnaldo Pomodoro, amico della famiglia Lunelli, di creare un vero e proprio “scrigno” che contenesse tutta la sacralità del luogo e della sua storicità. Da qui il concept del Carapace, che ha richiesto 6 anni per la costruzione, con un simbolismo che richiama fortemente il Sagrantino: la tartaruga è un po’ come il Sagrantino, lento, forte e longevo.
Entrati nella pancia del Carapace di trova il Cuore, il centro della sala che nasconde sotto la cantina e la stanza “sacra” Ziggurat, un piccolo luogo di ritrovo, e se vogliamo, anche di meditazione.
L’azienda alleva con metodo guyot Sagrantino, Sangiovese Merlot e Cabernet Franc su un suolo prevalentemente argilloso.
Una nota interessante riguarda le vinacce che vengono vendute ad una azienda che ne ricava prodotti di cosmesi e di cura della pelle.

mascotte real umbria

 “Il tour Sagreentino promuove e valorizza la mobilità lenta nel rispetto del territorio, sfiorandolo senza invaderlo”