Si definiscono la “versione 2.0 dell’orchestra spettacolo”, ma su di loro c’è molto di più da sapere: sono i Sex Mutants.
Immaginate una serata qualsiasi… Avete appena mangiato, magari alla tavola di una sagra o in un pub. È sabato sera. Siete nello stato di semi-incoscienza post abbuffata tipico di un’abbondante e goliardica cena fra amici. Avete ancora in mano l’ultimo bicchiere di vino o di birra che vi è stato passato ed annaspate nelle nebbie della sazietà passeggiando nel locale o accanto alla pista del pub provando a digerire: ed è allora che succede qualcosa. Sull’area adibita al palco salgono quattro ragazzi. Sono come voi, solo che hanno gli strumenti musicali e tra poco vi porteranno nel mondo del punk rock “all’italiana”. Sono i Sex Mutants.
È in questa atmosfera spontanea, semplice e “godereccia” che potreste effettivamente averli incontrati più di una volta in Umbria, magari durante la loro ultima performance il 31 ottobre 2022 sul palco dell’Urban Club a Perugia. Se li avete ascoltati almeno una volta comunque li ricordate certamente.
Attivissimi in tutta la regione almeno dal 2014, con la formazione attuale, si esibiscono prevalentemente dal vivo, come live cover band. Ma guai a sottovalutarli!
Non è ad un concerto che li abbiamo incontrati noi di realumbria.it , ma eravamo comunque sempre in un locale, vicino al palco dove ipoteticamente avrebbero potuto benissimo suonare come in una solita serata punk delle loro.
In realtà devo essere sincera; abbiamo incontrato solo Francesco Rondolini (batterista), e Federico cerimonia (bassista), venuti in rappresentanza ufficiale dell’intera band. Tuttavia, è stato davvero come averli tutti assieme lì, pronti a rispondere, perché quello dei Sex Mutants è uno spirito con cui il gruppo affronta tutto, la musica, i concerti, la vita e quindi anche un’intervista: sia che siano tutti insieme che non.
Ecco cosa ci hanno raccontato su di loro: tutti loro.

Partiamo subito: come è nato il nome Sex Mutants? chi sono i Sex Mutants?
Federico Cerimonia – bassista: “Risponde la vecchia guardia perché io sono arrivato effettivamente per ultimo, benché io la storia vecchia la so”.
Francesco Rondolini – Batterista: “Sì, sì, sì, è abbastanza semplice, nel senso che era il classico gruppetto della parrocchia, dell’oratorio, che circa 30 anni fa, nel ’93, c’era Michele – Milletti – che è il nostro cantante, all’epoca ancora noi non c’eravamo, decise per questo nome così forse, guardando un film americano, su Italia1. Vedendo un gruppo rock con questo nome probabilmente ha associato Sex Mutants – Sex Pistols. Fa molto rock.
E poi ovviamente è rimasto nel corso del tempo con le varie formazioni alternate”.
Quindi sono cambiate le formazioni negli anni?
Francesco – Batterista: “Sì, negli anni adolescenziali ci sono stati vari cambiamenti, ovviamente, poi vabbè, la struttura Sex Mutants che è quella di oggi comunque è da diversi anni che è attiva”.
Federico – Bassista: “Diciamo che un 50% dei Sex Mutants sono quelli originali, i formers”.
Francesco – Batterista: “Dal 2014, più o meno, siamo moderatamente stabili. L’ultima entrata è stata Federico, sei o sette anni fa, nel 2016. Però è importante dire che… l’entità Sex Mutants (ridono) ha cominciato a fare serate in maniera più consistente, più continuativa, dal 2005/2006″.
Voi suonate soltanto in Umbria o magari con questa formazione più stabile avete fatto anche qualche trasferta?
Federico – Bassista: “Beh, qualche trasferta c’è stata. Abbiamo suonato anche fuori dall’Umbria, anche se principalmente sì, qui. Abbiamo suonato a Rimini, per esempio…”.
Francesco – Batterista: “Sì, anche al mare, ma dipende, poi la questione è abbastanza semplice e complessa allo stesso tempo. Il gruppo, per adesso, si è fatto conoscere negli anni qui. Per andare fuori servono altre progettualità soprattutto dal punto di vista comunicativo. Quindi le date che abbiamo fatto fuori ci sono state perché qualche conoscente, qualche amico ci aveva visto e aveva delle situazioni extra. E ci ha chiamato.
Il futuro è tutto da scrivere!”.
Che genere fate? Per chi non vi conosce.
Francesco – Batterista: ” Come dice un caro amico mio veneto, siamo un gruppo da baracca. Nel senso, io dico che noi siamo la versione 2.0 dell’orchestra spettacolo… Adesso ci pensa Federico a spiegarti”.
Federico – Bassista: ” Allora, partiamo dalla base. Io sono entrato in questa band che eravamo un gruppo sostanzialmente punk rock. E tutt’ora, bene o male, la formazione e anche il modo di approcciare determinati tipi di brani è tutto un po’ in salsa punk rock. Di base però, fondamentalmente è una band che nasce per fare un po’ di caciara. Quindi il nostro obiettivo non è tanto fare la bella musica per l’ascolto ma la bella musica per vivere il concerto. Poi, se ci riusciamo dipende in parte da noi ma in parte anche dalla serata …”.
Francesco – Batterista: “Per adesso insomma i risultati sono abbastanza positivi. Suoniamo ovunque, suoniamo dappertutto…”.
Federico – Bassista: “E per chiunque!“.
Sì! Tornando alle domande, come mai avete fatto la scelta di questo tipo di musica, cioè fare cover però rielaborate in chiave punk rock?
Federico – Bassista: “Allora, da dove nasce l’idea sinceramente non lo so perché sono arrivato dopo. Sono arrivato che la band era già strutturata più o meno in questa maniera nel senso che l’idea era quella di fare anche cover… sostanzialmente che nessuno aveva il coraggio di fare!”.
Francesco – batterista: “Il coraggio…”
Federico – Bassista: “ Come disse un nostro amico ‘ Voi avete il coraggio di fare determinate canzoni alla vostra maniera ‘ . Fondamentalmente penso che l’idea sia questa goliardia di fondo, questo animo goliardico di fondo che nasce dal fare qualcosa che è un po’ trash e un po’ no, che alla fine mette d’accordo un po’ tutti.
Abbiamo visto che il repertorio bene o male sono canzoni che nonostante tutto son transgenerazionali. Cioè, dai 14 agli 80 anni una la cantano tutti. Il che è strano. Non lo so per quel motivo perché magari sono brani famosi ma non famosi che si sentono alla radio. Per cui ad esempio, non capita spessissimo di sentire … che ne so, Pupo alla radio con ‘Su di noi’. È un brano famosissimo, lo conoscono più o meno tutti, ma la cosa che ci stupisce è che magari lo conoscono ragazzi di 14 – 15 – 16 o 20 anni”.

Quali canzoni vi chiedono di più, ultimamente, se ce ne sono, nel senso che magari variano da posto a posto?
Federico – bassista: ” Allora…”
Francesco – batterista: ” Oh, me metti Vasco! “
Federico – bassista: ” Esatto. Cioè, dipende dalla situazione. C’è la situazione in cui ci viene a vedere un pubblico che ci conosce e quindi ci chiede qualcosa che è nel repertorio perché lo sa. Spesso e volentieri succede che magari ad un concerto hai un pubblico quasi totalmente nuovo, che non ti conosce, passato l’impatto dei primi quattro o cinque pezzi, dopo cominciano a chiedere. Perché capiscono il genere, capiscono la situazione e quindi magari ti chiedono, ovviamente Vasco e Ligabue sono i più gettonati. Però c’è un po’ di tutto. Rino Gaetano ad esempio ce lo chiedono tanto e ce l’abbiamo un po’ in repertorio”.
Francesco – batterista: ” Cerchiamo sempre, ovviamente, quando qualcuno fa una richiesta, di accontentarlo”.
Federico – bassista: “Anche se non lo sappiamo…”.
Francesco – batterista: “Comunque non siamo un Jukebox. Però insomma, ogni tanto, qualcosina riusciamo a… anche se non la conosciamo bene ci tiriamo il cappello”.
Federico – bassista: “Anche perché gli arrangiamenti al volo… Già i nostri arrangiamenti sono abbastanza scarni, punk rock, però alla fine se il brano lo conosciamo cerchiamo di accroccare qualcosa in modo tale da accontentare chi c’è”.
E la vostra preferita invece qual è? Quella che vi piace di più suonare insieme.
Federico – bassista: “A me per esempio ‘ A mano a mano ‘ piace suonare insieme”.
Francesco – batterista: “Io ogni volta che ascolto i pezzi dei Sex Mutants mi sanguinano le orecchie (Ridono). Non le posso sentire più”.
Federico – bassista: “Non li devi ascoltare i pezzi dei Sex Mutants…”
Francesco – batterista: “No, va bene, ce ne sono. Alcuni brani che magari uno c’è particolarmente affezionato. Penso, boh… ‘Il cielo in una stanza’. C’è un piccolo frammento all’interno di un medley che suoniamo”.
Federico – bassista: “Aspetta. Chi ci conosce lo sa, noi facciamo tanti medley, quindi magari pochi secondi di canzoni famose”.
Francesco – batterista: “Oggi si chiamano mashup!”
Federico – bassista: “No! Il mashup è un’altra cosa… però facciamo anche quelli”.
Francesco – batterista: “Vabbè, comunque, la definizione che diamo ogni tanto è: il nostro è un ‘panzanella rock’. Panzanella rock rende un po’ l’idea.
Da sottolineare poi secondo me c’è anche un’altra cosa. Nelle nostre cover c’è tanta spontaneità. Non ci sono tante sovrastrutture, è tutto molto ‘easy’ , molto diretto”.
Federico – bassista: ” Anche perché abbiamo visto che quando cerchiamo di fare qualcosa di più strutturato, non nel senso che non pensiamo a come strutturare un determinato brano, ma che magari diciamo ‘ inseriamo quello e quell’altro perché al pubblico piace per quello e quell’altro’ , vengono delle cose forzate, che alla fine non piacciono al pubblico e non piacciono neanche a noi”.
Francesco – batterista: “C’è un limite che secondo me noi dobbiamo sempre tenere in considerazione. I Sex Mutants possono fare alcune cose. Altre non rientrano nelle nostre corde quindi è inutile tentare di farle, perché andrebbe a snaturare un po’ quello che è lo stile dei Sex Mutants. Poi il pubblico lo avverte. Lo avvertiamo noi che il pezzo non lo suoniamo in maniera spensierata, tranquilla, diretta e ovviamente di conseguenza lo avverte il pubblico”.
Di musica si vive?
Federico – bassista: “Allora, diciamo, ni. Al di là di eventi ricercati/fortuiti, chi ha la fortuna e la bravura di suonare in determinate situazioni che gli permettono di fare questa professione, solo suonare per professione, ha la possibilità di vivere di musica. Abbiamo esempi di amici e conoscenti che vivono solo di questo. Probabilmente devi fare molte cose e scendere un po’ a compromessi: c’è chi si dedica all’insegnamento, chi, a fare non so, un po’ il turnista. Diciamo che in Umbria è un po’ più difficile. Però negli ultimi anni, rispetto a quando abbiamo cominciato noi, sono sempre di più le persone che riescono perché effettivamente volevano fare quello a ottenere dei risultati. Secondo me insomma è possibile vivere di musica, ma l’impegno è molto molto alto.
Cosa c’è scritto nel futuro? Obiettivi? Desideri?
Federico – bassista: “I Sex Mutants prendono tutto in maniera molto punk rock. Quello che succede lo affrontiamo volta per volta. Magari non siamo dei grandi pianificatori da un certo punto di vista. Però ci sono tante situazioni. Intanto dopo il periodo di inattività un po’ forzosa stiamo cercando di riprendere, e penso che più o meno ci stiamo riuscendo. Più che altro attività live. Il nostro tipo di show è molto dal vivo. Però in realtà abbiamo anche qualche pezzo che abbiamo iniziato…”.
Francesco – batterista: “Sì, per divertimento….”
Pezzi vostri quindi?
Francesco – batterista: “Sì, che però stanno lì. Galleggiano”.
Federico – bassista: “Al momento sono fermi, sì. Però diciamo che…“
Francesco – batterista: “No, potrebbero venire. I sogni di rock and roll, comunque, tengo a precisare che li abbiamo abbandonati in età post-adolescenziale. Quindi, l’inedito che un giorno, forse, vedrà la luce, è una cosa per noi”.
Federico – bassista: “ È un’esigenza. È una cosa che noi vogliamo fare. Poi magari all’interno dei Sex Mutants è difficile… però…”
Francesco – batterista: “Ah! Sempre nello stile dei Sex Mutants , sia ben chiaro. Però vedremo anche… Cioè, c’è da fare. C’è molto da fare anche in questo”.
E quindi, prossimi concerti?
Francesco – batterista: “A novembre abbiamo ancora il Flora, che è un locale verso Montebello, a dicembre il Copper, il 9 a Magione, poi chi vivrà vedrà”.
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Chissà quali sarebbero state anche le risposte di Michele Milletti (voce) e Paolo Menichetti (chitarra) a queste domande. Forse le stesse. Perché dopotutto, come ci è stato raccontato, essere Sex Mutants è uno stile: lo stile di un gruppo che da anni fa punk rock italiano, in Umbria, e non sembra aver intenzione di smettere. Menomale.
Non vi diciamo di andarli ad ascoltare, perché la loro musica non si ascolta solamente: si balla e si canta come se steste suonando insieme a loro.
