Nel cuore verde d’Italia esiste un luogo suggestivo e alquanto particolare nella splendida campagna di Avigliano Umbro: si tratta della foresta fossile di Dunarobba, meraviglia censita dal FAI.
Il sito costituisce uno dei più importanti spazi geo-paleontologici dell’Umbria e dell’intera Italia centrale, in quanto esempio di giacimento fossilifero di estrema rarità, nel quale si trovano tronchi di alberi, conservati ancora allo stato legnoso originario, in gran numero (oltre 50), in posizione vitale ed ancora in situ, cioè nell’ambiente in cui hanno esaurito il proprio ciclo vitale. Tale caratteristica unica al mondo ha consentito agli scienziati di studiare il terreno originario sul quale poggiavano le piante situato a circa 30 m di profondità, e stabilire che la foresta si estendeva intorno ad uno specchio lacustre posto tra i Monti Amerini ed i Martani, detto Lago Tiberino, in un territorio dal clima caldo-umido in cui vivevano mammuth e altri grandi mammiferi.

IL PROCESSO DI CONSERVAZIONE
La loro conservazione è dovuta alla particolare argilla in cui erano sepolti e a lenti e continui processi di sedimentazione, che ne determinarono il seppellimento quando gli alberi erano ancora in vita. Difatti la foresta subì un processo di pietrificazione probabilmente a causa di un’alluvione in epoca giurassica. I resti dei circa cinquanta tronchi, di gigantesche conifere, attualmente visibili, costituiscono un’eccezionale e rara testimonianza di alcune essenze vegetali, appartenenti alla famiglia delle Taxodiacee, alberi che crescevano circa 2 milioni di anni fa in questo settore della penisola italiana, contraddistinto, all’epoca, da un clima sensibilmente più caldo e umido dell’attuale.
Ancora in gran parte sepolta dal sedimento, questa antica foresta si sviluppò tra la fine del Pliocene e gli inizi del Pleistocene. Nonostante la recente scoperta del sito, avvenuta nel 1980 nei pressi della Fornace Briziarelli durante le attività di estrazione dell’argilla per fini industriali, la presenza in zona di resti fossili vegetali era già stata segnalata da famosi studiosi italiani nel corso del ‘600.

IL CENTRO DI PALEONTOLOGIA VEGETALE
Il parco è visitabile con guida specializzata partendo dall’adiacente Centro di Paleontologia Vegetale realizzato negli anni ’90 per finalità scientifiche. Questo centro oltre ad elaborare proposte didattiche per le scuole, offre accoglienza ed informazioni ai visitatori, ed ospita la ricostruzione illustrata dell’antica foresta e della fauna che la popolava con una serie di reperti paleontologici di antichi mammiferi rinvenuti nelle vicinanze. Inoltre la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, negli anni successivi alla scoperta ha iniziato un lungo lavoro di documentazione finalizzato allo studio, alla salvaguardia e conservazione del sito paleontologico. Attualmente i maggiori sforzi sono finalizzati a contrastare il disfacimento del legno da parte degli agenti atmosferici, causa principale di degrado.
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.forestafossile.it
