Un breve manuale culturale pieno di curiosità storiche per chi ha scelto di visitare l’Umbria durante le feste di Natale (o per chi semplicemente è curioso).
Alberi e cometa da record!
In Umbria vantiamo di avere non uno ma due degli alberi di Natale più grandi al mondo. Il primo albero a essere sancito, nel 1991, dal Guinness Book è quello di Gubbio, famosissimo non solo nella nostra Regione ma anche in tutta Italia.
Grande più di 750m, parte dalle mura cittadine arrivando fino alla Basilica del Patrono eugubino, Sant’Ubaldo. Realizzato per la prima volta nel 1981 da un gruppo di cittadini che guidati dallo spirito del volontariato hanno deciso di costruire quello che è il simbolo del Natale umbro, simbolizzando al contempo grande intesa e voglia di fare comunità.
E se da un lato a Gubbio abbiamo un albero costruito su più alberi, dall’altro abbiamo al Lago Trasimeno l’abete in versione luce. Parliamo dell’albero più grande del mondo su acqua. Ogni anno a Castiglione del lago si svolge “Luci sul Trasimeno”, che incanta chi decide di fare una passeggiata invernale sul lungolago. Il suo primato: è lungo più di 1km ed è composto da più di 2500 lucine!
Il terzo record natalizio si trova a Terni con numeri che impressionano: esteso su un’area totale di 30 mila metri quadri e costituito da 80 punti luce, è la stella cometa più grande al mondo.
Chiamata “Stella di Miranda”, il monumento è collocato sul Monte Miranda, su cui si trova il borgo medievale omonimo. Data la sua grandiosità è possibile ammirarla anche a chilometri di distanza. E ciò non è un caso: il toponimo (e nome) “Miranda” ha origini nel termine latino “mirandus“, ovvero “degno di ammirazione”.

Il presepe nasce qui in Umbria
Nel 1233 a Greccio si tenne la prima rappresentazione della Natività della storia! Come ci racconta Buonaventura da Bagnoregio nella biografia di san Francesco (la cosiddetta “Leggenda maggiore”), il 25 dicembre di quell’anno san Francesco – trasferitosi nel sud dell’Umbria pochi anni prima – avrebbe messo in scena la nascita di Gesù.
Con il presepe vivente, molto probabilmente il poverello d’Assisi volesse inviare un messaggio politico nel segno della pace a Onorio III, l’allora papa, contro le crociate. In effetti, anni prima il Patrono d’Italia si recò a Damietta, in Egitto, affinché si ottenesse la pacificazione dei popoli in conflitto, vale a dire, i cattolici e musulmani.
La rappresentazione ordinata da Francesco venne ricordata da Giotto, il quale dipinse alla Basilica superiore di Assisi l’affresco intitolato “Presepe di Greccio”, e fa parte delle “Storie di san Francesco”.
Il borgo rietino fece parte della nostra regione – più precisamente della provincia di Perugia – dall’Unificazione fino al 1923 quando passò alla provincia di Roma. Il governo fascista, quattro anni più tardi (più precisamente nel 1927) istituì la provincia di Rieti, fatto che rese Greccio ufficialmente laziale.
Il torciglione
Nonostante le storie dietro l’origine di questo dolce siano varie, bisogna ammetterlo: è uno dei simboli indiscussi del Natale in Umbria.
Partiamo dalla forma. Dicono che sia stata ispirata all’anguilla del lago Trasimeno, pesce autoctone e di carne pregiata. E perché proprio a forma di anguilla? Secondo la tradizione orale sembra che il “serpentone” sia stato creato da una suora cuoca che, in un venerdì di maltempo si dovette arrangiare in cucina.
In quel fatidico giorno di magra, si racconta, si recarono al Lago, in visita da Roma, alcuni cardinali e vescovi. La cuoca non pensò due volte: prese tutto quello che aveva in dispensa e si inventò il torciglione!

I “Focaracci”
Il “focaraccio” o “focone” è un grande falò che ha origini pagane molto remote. Si narra che questa festa rappresentava una sorta di offerta al Fauno, una figura della mitologia romana responsabile per la protezione dei campi e dei boschi. E anche delle gregge: il suo legame con la campagna riappare.
Il 5 dicembre ricorreva la così chiamata “Faunàlia”, festa pagana in cui si celebrava il Fausto e gli si chiedeva protezione contro la stagione fredda in arrivo. Sebbene la data sia stata incorporata dalla Chiesa cattolica le comunità locali ancora oggi portano avanti questa tradizione. Infatti, ogni anno la Proloco Campi di Norcia organizza “Il Maggio di Natale”, evento che vede l’accensione sia delle luci di Natale che del “focaraccio”.
