La tradizione popolare spesso si è legata alla grande storia del nostro Bel Paese, creando talvolta anche grandi dispute tra la devozione di un intero popolo e le antitesi degli storici. Talvolta la verità ha smascherato l’inganno e talvolta non vi è riuscita, ma, sebbene un’antica credenza popolare possa essere messa in discussione con dati scientifici è da sottolineare che essa, veritiera o no, rimarchi sempre e il significato profondo della persona o del personaggio che lo contorna. Nel caso di San Francesco la tradizione popolare umbra, legata indissolubilmente con al sangue del santo, ne è la maggior promotrice. Secondo la tradizione, in località Feriano, nel comune di Passignano sul Trasimeno, lungo il lato destro della strada provinciale che sale da Mantignana a Castel Rigone (Passignano sul Trasimeno), vi è un grande sasso di forma piana identificato quale ‘letto di San Francesco’. Proprio in quel luogo il santo vi avrebbe dormito a causa dei frequenti spostamenti che ha effettuato fra Assisi e La Verna o Le Celle di Cortona.

La tradizione rammenta del culto di questo luogo già dal ‘XVIII secolo – un documento del 1729 ne parla per la prima volta –, mentre, un’altra testimonianza si ha in tempi più recenti, nel XX secolo – agli anni ‘20 risale una testimonianza orale di Giovan Battista Baffetti di Magione. In quest’ultimo caso si è sottolineato che nei pressi del luogo venerato vi è stata una notevole tradizione devozionale: fedeli da ogni dove vi si inginocchiano per pregare e lasciarvi delle donazioni.
Pertanto, che il luogo sia stato, o no, utilizzato dal santo per riposarsi non vi è alcuna certezza, ma, come anticipato, in ogni credenza popolare vi è sempre un fondo di verità: è risaputo che San Francesco fosse molto legato alla natura, a tal punto di esser dipinta da molti artisti la famosa predica agli uccelli, e che si fosse spesso accoccolato sotto qualche quercia o accanto dei massi dalla forma protettiva, non vi è alcun dubbio.
Vi è anche una presenza documentata del santo in questi luoghi. Francesco, giunto appunto a Preggio nel 1212, fonda un piccolo convento che rimane attivo fino alla metà del XVII secolo; fino a quando, nel 1652, papa Innocenzo X decide di emanare la famosa soppressione dei piccoli conventi perché considerati troppo poveri per rappresentare la Chiesa. La chiesetta annessa al convento è stata costruita nel 1223 ed è dedicata al Serafico Padre.
Detto ciò non si esclude che San Francesco, arrivato a Preggio, non abbia fatto attraversato il territorio di Mantignana che, risalendo le colline, prosegue per Lisciano, Mercatale e Cortona.
