Il nuovo allestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, aperto al pubblico dalla fine del 2022, è un incredibile viaggio nella storia dell’arte a partire dalla metà del ‘200, viaggio che mostra il meglio di sé soprattutto se percorso con lentezza, accompagnati dal desiderio di scoprire dettagli curiosi e inaspettati presenti in ogni quadro ed opera scultorea.
Il percorso in effetti ne custodisce di numerosissimi, così tanti che alcuni più particolari e curiosi potrebbero sfuggire a chi si appresta a visitare la GNU con un approccio più “classico”.
Il rischio è di perdere un lato in un certo qual modo divertente, eppure altrettanto interessante ed istruttivo, della storia dell’arte conservata in Galleria.
Di seguito, proprio per adottare questo approccio più leggero, i 6 dettagli più inusuali da notare durante la prossima visita alla splendida Galleria Nazionale dell’Umbria.

Avevi notato questi particolari?
1. I dettagli accuratissimi e dissonanti presenti in alcune Tavolette di San Bernardino.
Tra le opere più preziose conservate presso la GNU vi sono certamente le così dette Tavolette di San Bernardino, un ciclo di 8 tavole dipinte da differenti artisti rinomati, datate 1473.
Le opere raccontano quasi come un moderno fumetto i miracoli più importanti operati per intercessione di San Bernardino e sono veramente ricchissime di particolarizzazioni.
Non limitarsi all’osservazione delle 8 scene nel complesso può essere un’ottima idea per arricchire la propria esperienza di osservatore. Potreste ad esempio notare il toro lasciato a piede libero che continua a fare strage dei presenti indisturbato proprio mentre San Bernardino nel frattempo guarisce Nicola di Lorenzo da Prato, ferito proprio da quel toro.
Oppure potreste venire catturati dal bambino piuttosto bruttino, perché pare un adulto (ma è tutto nella norma), intento a giocare con un cagnolino nero, mentre accanto a lui tutti gli altri personaggi accorrono e si dirigono verso il Santo protagonista delle tavole.
Nessun dettaglio è lasciato al caso.


2. Il Gesù bambino dall’aspetto quasi anziano rappresentato nella Madonna in Trono col Bambino e Angeli di Gentile da Fabriano
La tavola, dipinta a tempera e risalente circa al 1405, rappresenta un dolcissimo momento fra la Madonna, la madre, e Gesù bambino suo figlio, ma… un momento… cosa ha Gesù?
Guardandolo bene sembra proprio… un signore anziano! Almeno il suo volto sembra attempatello.
Nulla di anomalo, anzi, questo tipo di rappresentazioni dei bambini era la normalità nelle Madonne con Bambino, almeno fino agli inizi del XV secolo.
La spiegazione più accreditata di questo fenomeno dei bambini “bruttini” nei quadri è semplice e si lega strettamente alla teologia.
Fino all’inizio del ‘400 Gesù bambino fu rappresentato adulto in volto perché anche se infante in sé racchiude già la saggezza dell’essere figlio di Dio, incarnazione, adulto e completo anche fattosi uomo.
3. Il fascinoso cane al margine della Pala di Monteluce di Bartolomeo Caporali
La Pala di Monteluce, l’Adorazione dei Pastori dipinta ad olio su tavola nel 1475-79 da Bartolomeo Caporali è un’opera ricca di particolari: i più curiosi sono gli animali.
Uno dei più fascinosi presenti nella tavola è un cane seduto, di colore grigio, posto nell’angolo in basso a sinistra, così espressivo da sembrare un essere umano. Attenzione al suo sguardo penetrante!
Tutti questi animali, dal bue ed asinello agli arieti, montoni e capre, non sono stati posizionati nella scena per far da riempitivo: hanno un loro preciso ruolo. Rappresentano i pagani e gli ebrei, testimoni della nascita del Cristo, in una simbologia antica tutta da scoprire.

4. Gli stilosissimi “leggings” maschili rappresentati in numerose opere rinascimentali e non solo
Quasi in tutti i quadri rinascimentali i soggetti di sesso maschile vengono rappresentati con un abbigliamento peculiare, però bisogna farci caso: indossano un capo che può sembrare … un leggings!
Non stiamo osservando degli antesignani di Freddy Mercury o David Bowie in tal caso. Semplicemente, era la moda del Rinascimento ad essere fatta così. Soprattutto, se non esclusivamente, erano gli uomini ad indossare questa specie di fuseaux dai colori sgargianti, decorati in modo curioso.
I vari stili possibili presenti nei vari dipinti sono da veri fashionisti.

5. Le ali di colore rosso dell’angelo nell’Annunciazione di Álvaro Pires de Évora
L’immagine che abbiamo nella mente degli angeli è probabilmente questa: un giovane bello, magro, biondo, riccio e dal viso dolce, con delle ampie ali dalle piume bianche…ecco, nell’opera di Álvaro Pires de Évora (attribuzione non certa) custodita alla GNU nella quale viene rappresentata l’Annunciazione, l’ Arcangelo Gabriele ha le ali rosse!
Nulla di strano anche in questo caso.
Questo dittico rinascimentale viene fatto risalire al 1400. Dalla fine del Medioevo – primo Rinascimento le ali degli angeli cominciarono ad essere rappresentate coloratissime per prassi e rimasero tali fino almeno al ‘700.

6. Il macabro teschio posto ai piedi di alcuni crocifissi sul quale spesso cola il sangue di Cristo
Questo è un particolare certamente interessante per gli amanti del macabro e degli horror genere splatter.
Sotto alcuni crocifissi della collezione della GNU vi è in effetti un teschio; di grande effetto è quello della Croce Dipinta della Scuola di San Martino alla Palma, che pare quasi uscita da un film di Tarantino.
Il sangue scorre copioso sullo scheletro ai piedi di questo crocifisso.
Ma perché mettere un teschio proprio lì, ai pedi del Cristo?
Il monte sul quale Gesù viene giustiziato secondo il Vangelo Cristiano Cattolico è il Golgota, che in aramaico significa appunto “teschio” – “cranio”.
Tradizionalmente il Golgota è anche considerato il luogo di sepoltura di Adamo, il primo degli uomini: colui che si macchiò del Peccato Originale.
Il sangue del Gesù morente cola sul cranio di Adamo, iconograficamente parlando, per simboleggiare il lavaggio di questo terribile peccato, dato che la morte del Cristo, dio incarnato, nella tradizione cattolica salva l’umanità con il proprio sacrificio da quell’iniziale errore orribile dell’uomo.
Ecco perché così tanti teschi hanno questo aspetto ai piedi delle croci.

Alcune delle fotografie nell’articolo sono state reperite presso il sito web ufficiale della Galleria Nazionale dell’Umbria e non sono di proprietà di realumbria.it: https://gallerianazionaledellumbria.it/collezione/