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Un festival etrusco che ha fatto storia, e che siamo sicuri la farà per molti anni a venire. Questo è VELIMNA – GLI ETRUSCHI DEL FIUME , che quest’anno si presenta davvero ricco di iniziative, grazie al supporto di una regia attenta, sensibile e altamente qualificata.

Abbiamo intervistato per voi la Direttrice del festival, dott.ssa Luana Cenciaioli, il cui nome, di chiara fama, è inscindibilmente legato all’archeologia umbra degli ultimi decenni. 

Come e quando è nata l’idea di un festival dedicato agli etruschi, oggi arrivato alla sua XIX edizione?

La prima edizione è del 2002 e già da alcuni anni la ProPonte pensava ad una manifestazione riguardante la cultura etrusca, per promuoverla con iniziative rivolte a tutti e non solo a specialisti.

Quest’anno il tema è quello dei rapporti tra gli etruschi e Roma. Dove possiamo cogliere i principali apporti etruschi alla cultura dell’Urbe?

Ricordiamo innanzitutto che gli ultimi tre re di Roma (616 – 509 a.C.) sono etruschi appartenenti alla dinastia dei Tarquini: Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Tarquinio Prisco, originario di Tarquinia, quinto re di Roma secondo la cronologia di Tito Livio, regnò per trentotto anni. Nato da madre etrusca e da padre greco di Corinto si trasferì con la moglie Tanaquilla a Roma, dove cambiò nome, dall’etrusco Lucumone al più latino Lucio Tarquinio, detto poi Prisco per distinguerlo dall’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo. Delle sue qualità Floro dice che riuniva in sé il genio greco con le qualità italiche. Al suo arrivo a Roma, nei pressi del Gianicolo, dove giunse a bordo di un carro, accadde un fatto eccezionale: un’aquila prima gli portò via il berretto, poi tornò indietro e lo fece cadere sulla sua testa. Tanaquilla, che in quanto etrusca conosceva l’arte di decifrare i segni del cielo, interpretò questo fatto come il segno di future grandezze per il marito. In città Tarquinio si fece notare per le sue qualità e la sua generosità, tanto che Anco Marzio volle conoscerlo e, una volta divenuto amico, decise di adottarlo. Alla morte del re, Tarquinio riuscì a farsi eleggere dal popolo romano come figlio di Anco Marzio, salendo al potere in seguito a una congiura contro lo stesso Anco.  E sempre a lui si deve l’introduzione in città di usanze tipicamente etrusche, relative alla sua posizione regale, come i riti sacrificali, la divinazione, la musica per le pubbliche manifestazioni etc. Servio Tullio (578 a.C. – 535 a.C.) era di umili origini, figlio di una prigioniera di guerra; si racconta che, da bambino ancora nella culla, gli brillò una fiamma sulla testa. Tanaquilla, colta ed ambiziosa moglie del re Tarquinio Prisco, ne indovinò la futura grandezza, gli dette in sposa la figlia e lo agevolò nella scalata al trono dopo la morte del re. Secondo un’antica tradizione la figura di Servio Tullio si identifica con quella di Mastarna (o anche Macstarna), alleato dei fratelli Aulo e Celio Vibenna (o Vivenna), entrambi condottieri etruschi impegnati in spedizioni di conquista in Etruria e nei territori circostanti. Al termine di alterne vicende belliche, Mastarna avrebbe poi ottenuto il regno e cambiato il proprio nome etrusco, assumendo quello latino di Servio Tullio. Questo ciclo di racconti epici è rappresentato sugli affreschi della Tomba François di Vulci, dove è possibile vedere Caile Vipinas (Celio Vibenna) nell’atto di essere liberato da Macstarna, identificato con Servio Tullio. Tarquinio il Superbo (534-509 a.C.), figlio di Tarquinio Prisco, sposò Tullia Maggiore e poi Tullia Minore, entrambe le figlie di Servio Tullio; a lui fu attribuito il soprannome di Superbo a causa dei suoi costumi e dopo aver negato la sepoltura di Servio Tullio. Tarquinio assunse il comando con la forza, senza che la sua elezione fosse approvata dal Popolo e dal Senato romano, e sempre con la forza mantenne il controllo della città durante il suo regno, ma viene ricordato per le sue grandi capacità militari.

L’origine di questi re lascia adito alla possibilità che in questo periodo l’Urbe sia passata sotto un vero e proprio dominio etrusco. Innegabile è, in ogni caso, l’apporto dato dalla cultura etrusca alla storia romana: molti usi, costumi, tradizioni, monumenti stessi risalgono proprio a questo periodo. A differenza dei primi quattro re romani, il potere venne trasmesso per linea ereditaria, tramite la dinastia dei Tarquini, che accentrarono molto il potere monarchico. Nel corso dell’età ellenistica si assiste in tutta la penisola all’espandersi della potenza romana, ma in Etruria il processo è graduale e interessa le singole città.

Velimna 2021

Quali sono le manifestazioni e gli eventi programmati nell’ambito di Velimna 2021?

L’edizione di quest’anno prevede molte manifestazioni nei mesi di settembre e ottobre, inserite in un ricco calendario che si è sviluppato dall’inaugurazione presso l’Ipogeo dei Volumni il 1 settembre, seguita poi dalla rappresentazione di scene di vita etrusca e romana presso il parco di Ponte S. Giovanni intitolato a Giuseppe Pascoletti, quest’anno incentrate sugli accampamenti romani. Si svolgerà qui anche il corteo storico con le splendide scenografie dell’artista Ennio Boccacci, che vede come atto finale l’unione tra i due popoli con la danza di fufluns etrusco, Dioniso romano.

Fino al 26 settembre sarà possibile visitare la mostra allestita presso la Sala Cerp della Provincia di Perugia con pannelli esplicativi sul tema redatti dalla Dott.ssa Agnese Massi Secondari e fruire delle visite guidate con approfondimenti di alcuni argomenti etruschi già trattati nelle edizioni precedenti; sarà ospitata la conferenza della dott.ssa Tiziana Caponi “Le epidemie nell’antichità”, ed inoltre sono previsti laboratori di didattica per bambini legati a visite al MANU e presentazioni di libri.

Il 17, presso il Museo archeologico nazionale dell’Umbria, si è tenuto il Convegno “Gli etruschi e Roma”, che ha visto la partecipazione di esperti di chiara fama, e il 22 dello stesso mese sarà presentata la guida “Perugia Etrusca. Visita alla città” curata da Agnese Massi con contributi miei e di Chiara Basta.

Varie le uscite che prevedono, oltre alla visita al MANU con la direttrice Maria Angela Turchetti, quelle a monumenti romani, come i resti dell’anfiteatro, il mosaico di S. Elisabetta, il tempietto di S. Angelo, e il complesso templare di S. Bevignate. Inoltre un percorso lungo la Via Romana unirà la porta Marzia all’Ipogeo dei Volumni. Ad ottobre ci saranno due gite, una a Spello per vedere la splendida Villa dei mosaici e l’altra a Napoli e Pompei. È stato inoltre attivato il gemellaggio con la città romana di Ocriculum, con visita alla sua splendida area archeologica.

Come si spiega il rinnovato interesse verso il popolo etrusco e quali sono i motivi che, a suo parere, spingono sempre più persone ad avvicinarsi alla storia dei Rasna?

Le persone vogliono conoscere le proprie origini, e poter vedere le testimonianze che sono presenti nel luogo dove vivono li incuriosisce.

L’Umbria è ricchissima di testimonianze riferibili a questo importante e antico popolo. Quali le ricerche e le indagini archeologiche che, secondo Lei, andrebbero assolutamente avviate o portate a termine?

Le ricerche da attuare sono varie, ma ricordiamoci che importante è conservare e valorizzare quello che abbiamo e promuovere la cultura. 

Veniamo al famoso “mistero etrusco”. Allo stato attuale delle ricerche ci sono più luci od ombre sulla storia dei Rasna? 

Gli studi sono sempre in corso e contribuiscono ogni giorno alla conoscenza di questo popolo.

In che modo la pandemia ha influito sulla fruizione dei musei e delle aree archeologiche? Abbiamo un debito con le nuove generazioni per ciò che riguarda l’educazione al patrimonio oppure no? 

Certo con la pandemia i luoghi della cultura sono stati chiusi per lungo tempo, ma come anche per altri campi si è continuato a parlare di archeologia e antichità con conferenze e incontri on line. Per far conoscere il patrimonio culturale molti sono i mezzi e molto si sta facendo con eventi per bambini e grandini. I luoghi della cultura debbono attrarre e non annoiare e sono di tutti e per tutti e per tutte le forme di arte. 

Il futuro di Velimna… qualche anticipazione sulle prossime edizioni?

Per le prossime edizioni sono previste grandi iniziative: nel 2022 si festeggiano 20 anni di Velimna Etruschi del fiume.