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Oggi vi porto alla scoperta di Monte Santa Maria Tiberina che è il capoluogo dell’omonimo comune montano dell’Alta Valtiberina, posto al confine tra i comuni di Città di Castello (PG) e Monterchi (AR).

Questa realtà a cavallo tra Umbria e Toscana conta attualmente poco meno di 1200 abitanti, dei quali meno di 20 risiedono tra le mura del vecchio borgo. A parlarcene è Diego Brillini, abitante autoctono nonché nostra guida e cicerone in questo tour.

Diego ci spiega che il nome del paese cambiò da Monte Santa Maria in Monte Santa Maria Tiberina per regio decreto di sua maestà re Vittorio Emanuele II nel 1863; questa decisione fu presa probabilmente per evitare di confondere questa realtà con altre località dal nome molto simile (es. Santa Maria del Monte (VA), Monte Sante Marie (SI), ecc.

L’isolamento rispetto ai principali tratti viari dell’alta valle del Tevere immerge questo territorio in una quiete sonnolenta (non è certo il luogo adatto per chi ama la vita frenetica!) che però, almeno ai nostri occhi, risulta tutt’altro che sgradita: il territorio di Monte Santa Maria Tiberina, per come ce lo mostra Diego e per come si mostra a noi, è quanto di più simile possa esserci ad una “macchina del tempo”: una realtà fatta di pietra, completamente incastonata in una natura incontaminata lussureggiante che, per quanto inserita in un contesto territoriale in continuo movimento riesce comunque a mantenere una sorta di “indipendenza” da quello che si potrebbe definire, citando un famoso spot, “il logorio della vita moderna”. Qui passato, presente e futuro, ben lungi dall’entrare in conflitto, si mescolano costantemente in maniera armonica e l’unica linea di margine certa è quella che separa la terra dal cielo. Lo sanno bene i suoi abitanti e i tanti visitatori (italiani e stranieri) che ogni anno decidono di visitare questo bel fazzoletto di verde.

“Ma ora meglio mettere da parte per un po’ gli slanci poetici”, dice Diego, e volendo principiare una sorta di “visita guidata” di questo luogo, inizia a raccontarci un po’ di storia. Monte Santa Maria Tiberina è strettamente legata alla sua posizione geografica. Cercando sul web una qualsiasi foto del borgo murato si può subito notare come questo si sia in qualche modo sviluppato attorno al castello e alla sua torre che domina a 360° il territorio e la sottostante Valle del Tevere da un’altezza di 690 metri s.l.m. Già da prima della costruzione del castello (XI secolo ca.), questa posizione strategica, posta lungo un percorso di collegamento tra i centri della Toscana ad ovest e la Valle del Tevere ad est, fece sì che le varie popolazioni succedutesi lungo l’arco della storia lasciassero la loro impronta caratterizzando questi territori, sede dapprima di dominati etruschi e poi romani. Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente e la calata in Italia dei longobardi, Monte Santa Maria rientrò nei confini della cosiddetta “Langobardia maior” e vi rimase fino a quando, con l’arrivo dei Franchi guidati da Carlo Magno venne istituita la Marca di Toscana, il cui governo fu affidato ai cosiddetti “Marchiones” di Toscana. Erano questi gli antenati di quei marchesi di Monte Santa Maria (poi meglio noti come Bourbon del Monte Santa Maria, famiglia “cugina” dei marchesi Bourbon di Petrella e casata d’origine del ramo dei marchesi Bourbon di Sorbello) che in epoca medievale fecero di questo piccolo borgo il centro di un feudo che mantenne la sua libertà amministrativa per più di 500 anni, dal 1250 al 1815. 

IL CASTELLO

Quello che noi oggi conosciamo con il nome di Palazzo Bourbon del Monte è il risultato di numerose stratificazioni architettoniche e modifiche intercorse tra i secoli XI e XVII: quello che in origine era un semplice fortino con torre d’avvistamento venne progressivamente modificato per rispondere alle esigenze della famiglia dei marchesi del monte, che lo elessero a residenza del cosiddetto “marchese reggente” (in parole povere si trattava del marchese che, secondo un principio ereditario detto “maggiorascato”, governava feudo di famiglia). Il palazzo, piuttosto imponente, raggiunse le dimensioni attuali tra il 1564 e il 1614, per volontà del marchese Bartolomeo e di suo figlio Giovanni Battista Bourbon del Monte detto “Battistone”, capitano di ventura nipote del condottiero Chiappino Vitelli, che militò sui principali capi di battaglia italiani ed europei del XVI secolo. Molti membri della casata Bourbon del Monte si distinsero per importanti meriti, non solo militari, ma anche culturali, come il cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte, cultore delle arti e mecenate di Caravaggio. Ci tengo a ricordare anche la figura di Guidobaldo Bourbon del Monte, insigne astronomo del XVI secolo, amico e mecenate di Galileo Galilei.

Nel corso degli anni, al cambiare dei tempi, il castello cadde poco a poco in uno stato di progressivo abbandono, peggiorato infine dagli ingenti danni causati dai bombardamenti avvenuti nel 1944 durante la Liberazione dalle truppe tedesche che occuparono la zona durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1990, anno in cui il Comune di Monte Santa Maria Tiberina decise di acquistare il palazzo, ebbe finalmente inizio l’opera di recupero di questo edificio, simbolo e testimonianza della storia millenaria di questo piccolo territorio.

Palazzo Museo Bourbon del Monte, oltre ad aver riconquistato il suo meritato ruolo di principale monumento e simbolo del comune è sede di frequenti manifestazioni culturali e mostre d’arte, nelle sue sale trova posto il Ce.Do.Cup. (Centro di Documentazione sulla Cucina Popolare) e dal 2011 in un’ala del pianterreno è stato inaugurato un piccolo, interessante museo che narra la storia di Monte Santa Maria Tiberina partendo proprio dalle origini (attraverso un’esposizione di reperti archeologici) fino a giungere agli albori della famiglia nobile che governò questo antico feudo imperiale, ottenendo, grazie a dei diplomi imperiali (il primo fu concesso dall’imperatore Carlo IV nel 1355), la qualifica di feudatari imperiali, alla quale si accompagnano una serie di privilegi (es. diritto di asilo, facoltà di battere moneta, presenza di un “campofranco” per i duelli, ecc.) rimasti in vigore grossomodo fino alla cessazione dell’autonomia di questo marchesato a seguito del Congresso di Vienna (1815), con successiva annessione al vicino Granducato di Toscana (forse non tutti sanno che Monte Santa Maria rimase in territorio toscano fino al 1927 quando passò dalla provincia di Arezzo a quella di Perugia).

Palazzo Museo Bourbon del Monte è stato recentemente inserito, assieme ad altri musei valtiberini, nella rete del progetto RIM Altotevere (di cui riportiamo il LINK dove troverete un bellissimo video)

LA PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA

La visita al borgo non finisce certo qui, Diego ci porta poco lontani dal castello dove si trova la piccola pieve dedicata a Santa Maria Assunta, patrona della comunità di Monte santa Maria Tiberina, le cui origini risalgono al XI secolo. L’originale impianto romanico venne modificato a seguito di lavori intercorsi tra il 1505 e il 1511: il rinnovo fu probabilmente reso necessario per riparare ai danni subiti dalla struttura a causa di un forte terremoto che si manifestò nel 1458. Internamente la chiesa presenta delle forme piuttosto semplici e lineari, dal gusto lievemente tardorinascimentale: pochissime sono le decorazioni che la adornano, ma non mancano gli elementi di pregio, come il grande altare maggiore di foggia barocca, realizzato interamente in stucco e databile alla seconda metà del XVII secolo. La teca centrale di questa struttura ospita ancora oggi la pregevole effigie lignea della cosiddetta “Madonna del Monte”, opera di un ignoto scultore del XV secolo.

Considerata fin dal Medioevo non solo protettrice, ma anche “prima castellana” di Monte Santa Maria, la Madonna del Monte è da sempre stata oggetto di una profonda e sincera devozione. La statua reca al braccio le chiavi in argento della citta (sarebbe meglio dire: “del paese?”), le quali vengono tradizionalmente consegnate alla Vergine durante la solenne processione nella domenica di Ascensione, festività principale del borgo, la cui pratica è documentata fin dal XVI secolo.

Proprio davanti all’altare barocco si trova il moderno altare della Pieve, che però di moderno ha solo il nome, dato che ha per base un sarcofago in pietra calcarea risalente all’epoca paleocristiana (I – II sec. d. C.) decorato con un semplice motivo a striature ondulate, assai ricorrente nei sarcofagi di quel periodo.
Lungo la parete destra della Pieve, una pregevole cancellata in ferro battuto risalente al XVI secolo dà accesso a quella che Diego chiama la “chicca” di questa chiesa: si tratta della cappella gentilizia della famiglia Bourbon, fatta erigere nel 1613 dal marchese Gianbattista Bourbon del Monte (il quale fu anche il primo Bourbon a venirvi inumato).

L’interno della cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso e tomba di famiglia, ma solo per i marchesi Bourbon appartenenti al ramo di Firenze, presenta un altare in stile tardo rinascimentale sul quale si stagliano due colonne in marmo rosso di Verona. Lungo le pareti sono ancora disposti gli stalli lignei, un tempo intarsiati, da cui i membri della famiglia Bourbon seguivano il culto.

GODERSI IL PANORAMA

Visitato il castello, visitata la Pieve uno potrebbe anche dire: “Vabbè, ho visto tutto.”. Non è così: Monte Santa Maria Tiberina non è solo un castello arroccato su un’alta collina, ma piuttosto un’ esperienza turistica a 360° (come la visuale che si ha ammirando le colline e le vallate sottostante dall’alto degli innumerevoli punti panoramici) che comprende anche i prodotti tipici del luogo (su tutti, funghi e tartufi) e che si dipana per i percorsi trekking, le ampie boscaglie e le strade del territorio comunale che attraversano le varie frazioni come Marcignano, Gioiello, Prato e Lippiano, caratterizzato da un altro imponente castello (anch’esso, manco a dirlo, appartenuto alla famiglia dei marchesi Bourbon del Monte). 

A questo punto Diego tira fuori dai suoi occhi e dalle sue parole tutto l’amore che ha per il suo paese e per i paesi circostanti poiché, ci dice che, tutti hanno una storia da raccontare e spesso gli capita di soffermarsi a pensare a tutte quelle persone che, nel corso del tempo, vissero e respirarono questi luoghi. Una vita sicuramente non sempre facile, ma della quale ancora oggi permangono tradizioni, peculiarità e – soprattutto – sapori: basti pensare ai prodotti del bosco come castagne, funghi e tartufi, ma anche a tutti quei piatti frutto di una sapienza contadina che la nostra guida definisce ancestrale.

Monte Santa Maria Tiberina non è chiaramente un punto di grande passaggio e forse nemmeno particolarmente facile da raggiungere, ma forse proprio per questo mantiene il suo aspetto incontaminato. Con la mole imponente del suo castello e il suo bagaglio storico questo borgo medievale, dall’alto della sua torre ha visto passare primavere e inverni, popoli, assedi, guerre…ed ancora oggi “rimane là e guarda passare gli anni”, per dirla con Angelo Branduardi Il signore di Baux  (consiglio musicale della nostra guida), raccontandosi e lasciandosi raccontare da tutte quelle persone che ancora oggi permettono a chi di passaggio, di potersi immergere, anche se solo per poco tempo, in una realtà apparentemente distante dalla frenesia della vita di tutti i giorni: una boccata d’aria fresca per il corpo e per lo spirito.

Malgrado quanto detto finora, ci rendiamo conto di quanto sia difficile “mostrare” a parole un luogo così piccolo e così vasto al tempo stesso: e così Diego ci dice che sarà felice di fare da guida a tutti coloro che vorranno visitare Monte Santa Maria Tiberina e il suo territorio: del resto come ci dice non Diego ma San Tommaso: se non vedo… non crederò!

Attribuzione Immagini

Diego Brillini

Julian Biagini