L’alimentazione il segreto della longevità dei cavalieri Templari: poca carne, molti legumi e pesce, gli alimenti del benessere.
In questo periodo di avvicinamento alle feste natalizie, noi della redazione di Real Umbria vi raccontiamo gli antichi sapori e le usanze culinarie della regione, anche attraverso la seconda edizione del prestigioso premio “Cappelletto d’Oro”, emblema delle tradizioni gastronomiche umbre di questi mesi.
Spesso nei miei articoli vi parlo di castelli e chiese abbandonate, un tempo luoghi pieni di vita, animati da contadini, nobili e cavalieri, tra questi sicuramente anche i ben noti Templari, presenti in molte zone dell’Umbria.
Ma cosa mangiavano questi monaci guerrieri? Quali erano le loro tradizioni in cucina? Scopriamolo insieme.
La vita dei Templari, che appunto erano contemporaneamente monaci e guerrieri, era molto semplice, priva di sfarzi anche nelle loro tavole. La regola dell’ordine, redatta da Bernardo di Chiaravalle, cita testualmente l’importanza del mangiare insieme, cosa sicuramente utile anche dal punto di vista dei rapporti interpersonali e dello spirito di corpo che li legava saldamente gli uni agli altri. Durante il pasto i commensali rimanevano in silenzio ed ascoltavano le letture sante.

Le norme igieniche per l’epoca erano avanzatissime. Prima di consumare un pasto era obbligatorio lavarsi le mani ed era posta particolare cura nel mantenere pulito il refettorio e le stoviglie che venivano utilizzate.
La dieta era davvero completa, più nutriente e più leggera di quella della nobiltà, che consumava molta carne, con problemi gravi di colesterolo e gotta. I Templari invece mangiavano carne solo due volte alla settimana, sostituendola con un consumo molto più ampio di oggi di legumi di vario genere, ottima fonte di proteine e potenti probiotici. Il pesce veniva consumato di frequente, anche in seguito ai primi allevamenti da loro stessi creati. Un tipo di cibo utilissimo, ricco di omega 3 e antiossidanti.
Una curiosità particolare è l’utilizzo da parte dei Templari dell’aloe vera. La polpa della pianta, con proprietà antisettiche, veniva mischiata al vino, bevanda comunque consumata con moderazione. Anche l’acqua era spesso arricchita con succo di agrumi che fornivano vitamina C.
Questa dieta, varia e ricca di nutrienti, ma non grassa, ha permesso ai cavalieri Templari di vivere mediamente molto più a lungo ed in salute dei propri contemporanei. Basta pensare ai ben noti Hugues de Payens, che morì all’età di 66 anni e all’ultimo Gran Maestro dell’Ordine Jacques de Molay, che morì sul rogo a ben 67 anni. In molti altri casi i cavalieri superarono facilmente i 70 anni d’età.
Un’alimentazione moderna ed equilibrata quindi, unita a regole igieniche importanti, predecessore dell’odierna dieta mediterranea era il segreto della longevità dei Templari lontano dai campi di battaglia.
Un esempio valido da seguire anche ai giorni nostri, tolto qualche piccolo sgarro alla regola per le imminenti festività natalizie.
