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La figura di Andrea Fortebraccio (o Fortebracci), noto come Braccio da Montone e per la sua fama di condottiero, tra i più temibili del XV secolo, non sempre mette d’accordo i perugini. Soprattutto da quando, cinque anni fa, prese il via Perugia 1416, la rievocazione storica a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, che vede protagonisti anche i cinque Magnifici rioni cittadini: Porta sant’Angelo, Porta san Pietro, Porta santa Susanna, Porta Eburnea e Porta Sole.

Ma la storia di Braccio affascina per quel suo alone di mistero alimentato dalle leggende. A partire dalla sua morte che, secondo la tradizione, avvenne dopo tre giorni di agonia il 4 giugno del 1424, all’età di 56 anni.

Secondo alcuni fu ucciso, per ordine di Francesco Sforza, dal chirurgo che doveva curare le ferite alla testa, provocate in battaglia da un colpo di mazza ferrata, per altri venne ucciso per vendetta da un perugino a cui Braccio aveva trucidato la famiglia, altri sostengono, invece, che fu lo stesso Braccio a lasciarsi morire, rifiutando il cibo e le cure per le ferite riportate.

Dopo la morte, avvenuta nella città L’Aquila, essendo stato scomunicato in vita, il corpo di Braccio Fortebraccio venne seppellito, per ordine del Papa, in terra sconsacrata fuori le mura di San Lorenzo, a Roma. Solo dopo 8 anni le sue spoglie, per intercessione di Papa Eugenio IV, furono riportate a Perugia dal nipote Niccolò Fortebraccio e accolte dalla cittadinanza prima nella chiesa di San Costanzo, poi vennero trasferite e sepolte nella grande chiesa e mausoleo cittadino di San Francesco al Prato, dove tutt’ora sono conservate.

 

Tra i luoghi che hanno visto il passaggio del condottiero, le famose Logge di Braccio, situate accanto la Cattedrale di San Lorenzo. Che furono edificate nel 1423 proprio durante la signoria del condottiero, dall’architetto bolognese Fioravante Fioravanti, che eseguì numerosi lavori per Fortebraccio.

Nate con lo scopo di ampliare la cattedrale e collegarla al vicino palazzo, il portico, come testimoniato anche dagli affreschi di Benedetto Bonfigli nella cappella dei Priori, costituiva l’accesso al palazzo di Braccio. Nei secoli, diversi lavori ne modificarono l’uso e l’aspetto, tanto che delle originali cinque arcate solo quattro sono arrivate fino a noi.

La quinta venne abbattuta, secondo la tradizione, per fare spazio alla statua di Papa Giulio III, il pontefice che restituì alla città le sue magistrature dopo la soppressione operata per volere di Papa Paolo III Farnese. Da ricordare anche lo stemma di Braccio Fortebraccio che campeggia al centro della parete di fondo della sala dei Notari di Palazzo dei Priori, sede del Comune del capoluogo umbro.

Degli affreschi originari del XIII-XIV secoli restano pochi brani e le pareti furono ridipinte o integrate da Matteo Tassi (1885) con leggende, favole e storie bibliche affiancate da vari stemmi, tra cui quelli appunto di capitani del popolo e podestà.

La famiglia del condottiero, che creò nei primi decenni del XV secolo un forte Stato in Italia centrale (uno dei più audaci tentativi di creare uno Stato indipendente dal potere Pontificio), fra le attuali regioni dell’Umbria, del Lazio e dell’Abruzzo, era di Montone, come documentato fin dal XIII secolo.

Paese di origine medievale, a circa 40 chilometri da Perugia e nelle vicinanze di Città di Castello e Umbertide, il 28 agosto del 1414 Montone venne elevato a contea da Giovanni XXIII, l’antipapa, e Braccio ne ricevette l’investitura, insieme ai suoi discendenti. Dieci anni dopo, Martino V, Papa riconosciuto da tutti come legittimo, ripeté l’investitura a favore di Carlo, figlio di Braccio, il quale morì nel 1424 nella battaglia dell’Aquila.

Nel 1473 Carlo Fortebracci, seguendo le orme del padre, combatté al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia e riuscì a ricacciare i Turchi in mare, ricevendo in dono una spina della corona di Cristo. Carlo inviò la preziosa reliquia a Montone e decretò la “Festa della donazione santa spina” il lunedì dell’Angelo. Passata ai Vitelli agli inizi del XVI secolo, Montone fu annessa allo Stato della Chiesa verso la metà del Cinquecento. La Festa della donazione della santa Spina si tiene nel mese di agosto.