Non tutti sanno che la città di Narni conserva un dipinto di straordinaria importanza: parliamo della Pala raffigurante l’Incoronazione della Vergine, opera di uno dei maggiori artisti fiorentini, Domenico Ghirlandaio.
Commissionata dal cardinale Berardo Eroli intorno al 1483, l’opera venne dipinta a Firenze per essere spedita in Umbria intorno al 1487 e collocata sull’altare maggiore della chiesa del convento francescano di San Girolamo, vicino Narni.
La scena dell’Incoronazione è tra le più affollate composizione dell’artista e, seguendo una tradizione già passata di moda, viene trattata in maniera piuttosto arcaizzante mediante un fondo oro tipico dei primi decenni del Quattrocento. Tale preferenza stilistica, probabilmente richiesta da Berardo o dai frati francescani, era doverosa sia per motivi tecnici, essendo la chiesa illuminata dalla sola luce filtrata dal rosone della facciata, sia per motivi allegorici, attirando i fedeli all’incantevole splendore del paradiso. La doratura raggiungeva comunque l’apice del bagliore solo in due momenti dell’anno, il 21 giugno ed il 21 settembre, quando i raggi del sole colpivano la parte superiore del dipinto con la sfera d’oro posta tra la Vergine e il Cristo, producendo una maggiore e incantevole briosità alle figure.

IL TRIONFO MUSICALE: UN CONCERTO ANGELICO PER IL BALLO DELL’INCORONAZIONE
Dai santi posti in cerchio attorno a San Francesco, giungendo all’incoronazione della Vergine in alto, è di particolare interesse l’abbondante raffigurazione di musicanti: meravigliosa rappresentazione di un’allegra danza nuziale. A riguardo, sono di notevole interesse le ricerche promosse dalla Art Foundation di Narni che, mediante la chiara indicazione dell’antifona liturgica Veni electa mea (vieni o mia eletta), iscritta sulla frangia del baldacchino che sovrasta l’incoronazione, ha riscontrato e in seguito ricostruito la musica rappresentata nel dipinto. Si tratterebbe di un’antifona gregoriana che Ghirlandaio ed i committenti hanno fatto oggetto di una personale interpretazione aggiornata, seguendo il gusto e le tendenze a loro contemporanee: evocando suoni, canti e danze di una vera e propria festa rinascimentale.
Singolare ne è persino il rapporto tra la composizione dei personaggi e la musica; l’ordine degli strumenti, dunque dei suoni e dei ritmi, si susseguono da sinistra verso destra, seguendo la partitura musicale. Si deduce persino l’uso di voci in combinazioni diverse – monodiche, ritmiche e in polifonia semplice –, accompagnate da strumenti vari quali trombe dritte, impiegate per introdurre con maestosità l’avvio della festa, strumenti a percussioni come sonagli e cimbali che producono specifici ritmi e accompagnano gli strumenti a corda, le voci, e, infine, il tamburello che da solo accompagna il flauto. Infine, seguono le regole concertistiche in uso all’epoca, gli angeli musicanti sono disposti in semicori contrapposti.


DAL CONVENTO FRANCESCANO AL MUSEO EROLI DI NARNI
L’opera era parte decorativa dell’abside della chiesa del convento francescano di San Girolamo, edificio costruito tra il XII e il XIII secolo. Giunti al 1471 il cardinale Berardo Eroli lo ristrutturò con magnificenza, donandolo ai frati minori che vi rimasero per quattro secoli. In seguito alle leggi eversive del 1866-67 il convento diventò di proprietà del Municipio e tutti i suoi beni furono venduti all’asta. L’Incoronazione della Vergine di Ghirlandaio non subì tale sopruso e, rimasta in chiesa, viene trasferita nel 1871 presso il Museo Eroli. Nella sala del museo dove la pala è conservata, è possibile riprodurre tramite un apposito monitor, la melodia dell’antifona a cui la raffigurazione fa riferimento.
Per informazioni su orari e giorni di apertura, visitare il sito www.turismonarni.it
