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Ad ogni bivio di strade campestri dell’Umbria è facile imbattersi in una maestà o edicola, per la maggior parte di origine popolare e votiva, come la piccola cappella detta della Madonna del Ranuccio, o secondo la più antica denominazione, della Madonna del Fanciullo.

La cappella si trova a circa due chilometri da Deruta, famosa in tutto il mondo per le sue ceramiche, nella frazione Fanciullata. E all’interno, sulla parete di fondo, vi è un affresco attribuito al perugino Bartolomeo Caporali. Il dipinto raffigura la Vergine in piedi con il Bambino, che si scambiano un ramoscello di ulivo, tra sei angeli, due in basso genuflessi in ginocchio con strumenti musicali, mentre ai due lati interni sono raffigurati sant’Antonio Abate e san Giacomo Apostolo e all’interno della nicchia san Bernardino da Siena e san Sebastiano. Nella parte superiore, a mo’ di cimasa, infine, è rappresentata la scena dell’Annunciazione, di cui rimane visibile, a destra, la Vergine in ginocchio.

Francesco Federico Mancini nella sua guida storico-artistica del 1980, intitolata “Deruta e il suo territorio”, evidenzia come un tempo il dipinto fu attribuito da Cristofani al pittore folignate Pier Antonio Mezzastris e con qualche dubbio a Bartolomeo Caporali o alla sua bottega, prima dal critico d’arte Umberto Gnoli e poi dal collega statunitense Bernard Berenson. Ma oggi è concordemente ritenuto, anche dai storici dell’arte Federico Zeri e Pietro Scarpellini un lavoro autografo del maestro perugino e che rivelerebbe una fase pittorica giovanile ancora fortemente di espressione gozzolesca.

Il dipinto fu commissionato da Ranuccio di Andrea Baglioni, vissuto nella prima metà del Quattrocento e proprietario di alcuni fondi rustici in Sant’Angelo di Celle, e risale al 1459, come si apprende da un’iscrizione che corre lungo al margine inferiore «fo facto nel 1459». Quindi sarebbe la più antica opera datata rimastaci dal migliore seguace perugino del pittore toscano Benozzo Gozzoli. L’affresco, inoltre, fu anche restaurato «reluminata la Madonna» nel 1485 (Riformanze di Perugia, ad annum), quando una grossa pestilenza infuriò a Perugia e nel contado. Come si legge nella guida: “Il motivo compositivo dell’affresco di Fanciullata fu ripetuto dal Caporali o da un suo stretto seguace nella «Maestà», anch’essa ad affresco nella chiesa della Madonna dell’Oliveto a Passignano sul Trasimeno”.

La dimostrazione che la piccola cappella è di origine votiva è data dalla presenza dei santi, ai quali si ricorreva per ottenere la liberazione dalla peste e oggetto di una popolarissima devozione a Perugia, che il pittore ha collocato intorno alla Madonna: sant’Antonio, san Bernardino e san Sebastiano. E proprio in quel periodo, in cui infuriava la peste, la Compagnia di san Sebastiano prestava la sua opera al servizio dei malati nell’ospedale della Misericordia e i Priori delle arti, durante una riunione, stanziavano la somma di 12 fiorini per riparare la maestà di Deruta.

Fotografie di Andrea Barcaccia