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Per ascoltare il nuovo podcast “Perugino, il Meglio Maestro d’Italia” realizzato da Chora Media per la Galleria Nazionale dell’Umbria, parto da piazza IV novembre, il cuore del centro storico di Perugia. Infilo le cuffie e guardo le scale del duomo popolate di turisti, e autoctoni, intenti a riscaldarsi al sole consumando quel frugale cibo tanto agognato dai piccioni impettiti. 

Tutti sanno che il 2023 è l’anno del V centenario dalla morte di Pietro Vannucci ma, per fortuna, non tutti sanno che ormai il divin pittore entra arrogante, con la sua faccia burbera, nei miei sogni e nei miei incubi più oscuri. 

Premo play, inizia il familiare intro di Chora, seguito dalla voce narrante di Dario Sansalone e da una bella musichetta allegra che mi fa muovere la testa, da destra a sinistra e da sinistra verso destra. 

Le voci di Marco Pierini e di Veruska Picchiarelli risuonano nelle mie orecchie proprio quando mi trovo ai piedi dell’edificio in cui lavorano, la Galleria Nazionale dell’Umbria. Il direttore della GNU e la storica dell’arte, insieme al medievista Franco Cardini, riferiscono le vicende che portarono Perugino a diventare il “Meglio Maestro d’Italia”. Quella che ascolto è una narrazione gioiosa, dai tratti romantici, avventurieri, quasi romanzeschi. Tutti e tre sembrano nati per creare podcast, infatti senza tediare l’ascoltatore lo conducono verso un passato fatto di poteri economici e politici che hanno il bisogno di affermarsi attraverso l’arte, attraverso la bellezza. 

Perugino_da_Sandri - chora media

Al termine della prima delle tre puntate, Nascita di un artista, mi scopro sognante a guardare la vetrina della storica pasticceria Sandri che, oltre ai perfetti dolci capaci di far nascere erotiche sensazioni, espone la riproduzione in pasta di zucchero dell’opera di Vannucci “Lo sposalizio della Vergine”, creata dall’abile mano della cake designer Flavia Garreffa.

Con il secondo episodio, Divin pittore, rinvengo da quel sogno di gola e lussuria per ritrovarmi, insieme a Perugino, in una Firenze soggetta alla morale imposta dal predicatore Savonarola. Il pittore dall’indole rissosa, contrariamente a quanto possiamo pensare, si salva da questo periodo oscurantista solo per la grazia delle sue opere a carattere religioso, di certo non per la sua condotta. Ironia della sorte il frate Savonarola morirà fra le fiamme, Perugino morirà beato facendo quello che amava di più, dipingere. 

Dopo essermi seduta in ogni angolo del corso mi ritrovo nei pressi del Collegio del Cambio. Al suo interno si trova la Sala delle Udienze, affrescata dall’artista nel periodo di maggiore fortuna della sua carriera. 

In questo punto faccio partire l’ultimo episodio del podcast, Il meglio maestro d’Italia, e qui mi riempio d’amore.  

Bella, bionda, modesta, con uno sguardo spesso rivolto in basso, con le labbra esili, gli occhi chiari” con questa frase di Marco Pierini, pronunciata come una poesia, viene introdotta la figura di Chiara Fancelli, giovane sposa di Perugino e modello prediletto per le sue celestiali Madonne. Percorro corso Vannucci fino ad arrivare ai Giardini Carducci dove al centro si trova un monumento del pittore. 

Mi siedo sull’unica panchina a non essere investita dal sole, è però la sola a permettermi di osservare il volto scolpito di Perugino. Le mie orecchie odono il romantico racconto di Vannucci e sua moglie. Il pittore amava acconciarle i capelli, si dilettava con le ciocche della sua amata, passava le dita nella sua bionda chioma, la dipingeva e poi l’amava. 

I miei occhi guardano un viso accigliato, dai lineamenti duri, un volto insolente che mi riporta al personaggio aggressivo e non a quello innamorato.

Essendo una romanticona, rivolgo lo sguardo altrove, verso il tramonto, verso le verdi colline. Continuo ad ascoltare il podcast pensando alle mani di Pietro Vannucci che delicate accarezzano quelle di Chiara Fancelli. 

Non perdete tempo, andate a fare una passeggiata e portate con voi le cuffie per ascoltare la storia di Pietro, di Cristoforo, Vannucci, in arte il Perugino.