Nella Belle Époque di provincia la storia racconta di una donna, Marianna Florenzi Waddington, amante della filosofia, diventata poi protagonista di una delle storie d’amore, quella con il re Ludwig di Baviera, più avvincenti della metà dell’Ottocento a Perugia.
Un racconto che ha avuto come scenario vie, piazze e i nobili palazzi perugini che testimoniano una Perugia lussuosa, elegante e dai tanti vezzi.
Vi presento Marianna
Su Marianna Bacinetti si è scritto tanto ma, nonostante questo, su di lei si conosce veramente poco. Figlia del conte Pietro Bacinetti e della contessa Laura Rossi, Marianna nacque a Ravenna il 9 novembre 1802. Nipote della nobildonna Cornelia Rossi Martinetti, intellettuale e amica di Ugo Foscolo, la giovane Marianna fu assidua frequentatrice di salotti culturali.
Appena diciassettenne, a seguito delle nozze con il marchese di stirpe perugina Ettore Florenzi, imparentato direttamente con i marchesi Bourbon di Sorbello, si trasferì a Perugia nel palazzo Alfani – Florenzi, lungo via Baglioni (ora sede del Tar, dove c’è la Latteria). La vicina via dello Struzzo ricorda uno degli esotici regali che il principe di Baviera donò alla sua amata, ma di questo parleremo poi.
D’estate Marianna si spostava nel palazzo in via del Verzaro che aveva un grande giardino e tanti terrazzi, ora sede del dipartimento di Filosofia. Per chi avesse la fortuna di accedervi, al piano nobile troverà il suo grande specchio, lo scrittoio su cui scriveva le sue celebri lettere, il bel lampadario che illuminava i salotti della cultura che animava. E poi c’era la bella villa a Colombella, che ospitò il re di Baviera durante le sue numerose visite.

La regina dei salotti
Nota tanto per la sua bellezza, quanto per la sua raffinata cultura, Marianna Florenzi fu un’intellettuale di primo piano: i suoi salotti culturali godettero di grande fama e il suo impegno culturale destò l’ammirazione di eminenti intellettuali italiani ed europei. Dedita principalmente agli studi letterari, alla lettura e al commento di opere filosofiche, Marianna studiò anche scienze naturali all’Università di Perugia, mostrando un grande interesse per la botanica.
Donna Politica
Marianna non fu solo dama di salotti, ma anche “di piazza”: della Florenzi fu una delle scintille che accesero l’entusiasmo con cui il mondo femminile umbro cooperò all’opera di rivendicazione politica che portò all’annessione dell’Umbria al nascente Regno d’Italia. A seguire il suo esempio, poi, come le poetesse Maria Alinda Bonacci Brunamonti e Assunta Pieralli.
Un amore da 5mila lettere
Ma chi ricorda la storia di Marianna non può non sorridere ripensando ad una delle storie d’amore più avvincenti della metà dell’Ottocento a Perugia, quella che l’ha vista protagonista insieme al principe ereditario, poi re, Ludwig di Baviera. Una storia extraconiugale durata 47 anni. Un amore forte, incondizionato, profondo. A testimonianza della loro passione, oltre 5mila lettere (2mila scritte da lei e custodite nell’archivio di Stato di Monaco e 3mila da lui di cui ne restano solo 5 conservate nell’archivio privato di villa Caucci von Sauken, le altre furono bruciate dalla nuora della marchesa).

Il valzer della vita
La storia tra i due amanti inizio 200 anni fa. Ovvero nel 1821, durante un ballo di carnevale a Roma, a palazzo Torlonia in piazza Venezia, la diciannovenne Marianna fece l’incontro “fatale” con il futuro re di Baviera Ludovico I. In questa occasione che il re ottenne una scarpetta di Marianna che custodì per tutta la vita. La lunga, appassionata relazione tra Marianna e Ludovico, diede un grande impulso alla già attivissima vita culturale della marchesa Florenzi. Sotto l’ala del re di Baviera Marianna entrò in contatto con la cultura tedesca, apprendendo la lingua grazie a insegnanti messi a sua disposizione dallo stesso Ludovico. I suoi frequenti e fruttuosi contatti con la Germania la portarono ad avvicinarsi al pensiero di filosofi come Friedrich Schelling, con cui ebbe anche delle corrispondenze.
Finché morte non ci separi
Solo dopo la morte di Ludwig nel 1868, un fedele servitore incaricato dal monarca si recò a Perugia per recapitare alla contessa una confezione sigillata. Marianna Florenzi, nel frattempo rimasta vedova nel 1832 e risposatasi nel 1836 con l’inglese Evelyn Waddington, trovò all’interno della confezione la scarpetta del primo incontro con l’ormai defunto re di Baviera. In aggiunta, un fogliettino di carta conteneva la scritta: “Scarpetta della Marchesa Marianna Florenzi, ricordando il primo ballo a Palazzo Torlonia”. Un amore trovato in vita e durato quasi fino alla morte.
Elogio della vanità
Ad omaggiare la marchesa Marianna ma anche la Perugia di quegli anni, a Palazzo Sorbello fino alla fine di gennaio 2022 la mostra “Elogio della vanità – Marianna Florenzi: cultura e passione nel primo Ottocento europeo”. In mostra si possono torvare oggetti dell’uso quotidiano, abiti, pezzi d’arte, documenti e lettere, piccole curiosità e vezzi, unitamente ad una ricca sezione documentaria e bibliografica sul suo tempo e all’allestimento artistico realizzato da Ayumi Makita e Barbara Lachi (Grimm Twins). Una esposizione che punta a ricostruire e celebrare, la “vanità” da intendersi qui come desiderio di apparire e stare al centro dell’attenzione non solo dal punto di vista puramente estetico di questa grande dama dell’Ottocento.

