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Produrre biologico non è semplice: moltissime le regole da seguire, troppe le difficoltà da affrontare, eppure in Umbria non sono poche le imprese agricole che accettano la sfida. Terre Margaritelli è una di queste.

Un’azienda storica, nata nel 1950 per fervido desiderio di Fernando Margaritelli.

Quel sogno continua ancora oggi, fra i rami nodosi ed i viticci di ben 52 ettari di vigneto a corpo unico più altri 8, tutti completamente biologici.

Terre Margaritelli - casa rossa

L’inizio di un sogno

Formalmente l’azienda Terre Margaritelli nasce nel 1950, eppure le sue origini risalgono in vero a qualche anno prima.

È il 1° giugno 1946, giorno del sessantesimo compleanno di Fernando Margaritelli.

Se fosse un compleanno come tanti altri, semplicemente si mangerebbe in famiglia una bella torta, festeggiando alla maniera semplice e genuina del primo dopoguerra.

Ma a compiere gli anni non è un uomo come tanti: Fernando Margaritelli è un imprenditore del tempo, una mente reattiva dalla pelle dura che negli anni ha saputo trasformare una semplice attività di raccolta del legno locale in qualcosa di molto più grande e complesso. Nonostante la guerra, nonostante le rinunce ed i cambiamenti.

Fernando ha creato le basi per quella che oggi è la Listone Giordano.

Ma è ancora il 1946, la rivoluzionaria impresa ancora di fatto non esiste e Fernando ha ormai sessant’anni ed è stanco. È ora che le redini dell’azienda di famiglia passino ai 3 figli.

È proprio riunendoli davanti a sé in quell’occasione speciale, il proprio compleanno, che l’uomo esprime due soli desideri, uno dei quali proprio legato alla nascita delle Cantine Margaritelli, e lo fa spogliandosi di tutto.

“Voglio solo una Fiat Topolino per spostarmi ed un po’ di terra per coltivare uva da vino e produrre il mio vino, naturalmente anche per tutti voi”. Forse furono queste le parole con cui Fernando riuscì a trasformare un proprio sogno in un proposito.

Fu certamente così che i suoi figli presero in mano l’azienda che poi diventerà la Listone Giordano, mentre il sessantenne, complice la ricostruzione post-bellica cominciò un nuovo progetto.

È un momento essenziale della storia di famiglia: quello che Andrea Margaritelli oggi chiama “salto quantico”.

Terre Margaritelli oggi

Oggi quel po’ di terra non è più solo un luogo di relax e ritrovo familiare, dove godere, creando bellezza, di un po’ di meritato riposo dopo tanti anni di duro lavoro.

Terre Margaritelli è diventata un’azienda di ben 60 ettari di vigna biologica, posti su terreno argilloso sotto la collina di Brufa, nell’area vinicola di Torgiano, nel cuore dell’Umbria.

Si è trasformata e rinnovata nel 2000, grazie all’iniziativa di Giuseppe, uno dei 3 figli di Fernando riuniti quel fatidico 1°giugno 1946.

È nel 2000 che Giuseppe, in onore del padre allarga i possedimenti originari appartenenti a Terre Margaritelli e dà vita ad un nuovo progetto vitivinicolo.

In questi ultimi 20 anni l’azienda ha convertito tutti i metodi di coltivazione in biologici, nonostante le difficoltà del caso, arrivando a produrre circa 120.000 bottiglie l’anno, tutte realizzate con uva propria locale, umbra.

Data la grande qualità dei vitigni, Margaritelli è diventata un punto di riferimento non solo per il consumatore finale, ma anche per gli stessi produttori di vino.

Riesce infatti a produrre abbastanza uva da vino BIO da poterla fornire anche ad altre aziende agricole, data la grande qualità di questi frutti.

Terre Margaritelli ospita nei propri territori ben 16 varietà di vitigno, per lo più tradizionali dell’area umbra.

I vitigni a bacca bianca maggiormente rappresentati sono Trebbiano e Grechetto. A bacca rossa vengono coltivati differenti cloni di Canajolo e Sangiovese, tutti biologici.

Presenti anche alcune cultivar rare tipiche dell’umbro, conservate non solo per il desiderio di preservare la biodiversità del torgianese, ma anche per particolari caratteristiche pregiate trasmissibili al vino.

La difficoltà di produrre Bio

Quella di Terre Margaritelli non è una scelta semplice.

Le norme nazionali ed internazionali per la produzione di vino biologico sono stringenti e spesso difficilissime da applicare per lunghi periodi nella maggior parte dei terreni, soprattutto con la variabilità metereologica così marcata tipica degli ultimi anni.

Produrre vino biologico significa infatti prestare una grande attenzione all’equilibrio naturale del vigneto e dell’ambiente.

Non possono essere utilizzati agenti chimici o OGM nelle coltivazioni e la vinificazione deve avvenire con l’uso limitato o nullo di solfiti ed altre sostanze sintetiche, come riferito nel Regolamento 203/2012.

Sembra poco ma in realtà già questi due macro-requisiti generano un grande numero di difficoltà, soprattutto legate al mantenimento dei volumi produttivi di uva e degli standard qualitativi del vino.

Se le produzioni standard possono contare sullo sfruttamento di additivi sintetici, ad esempio i sorbati per la stabilizzazione microbiologica, CMC e PVPP per la correzione del colore o ancora altre sostanze per la rimozione di metalli pesanti, così non è per i vini biologici che quindi sono potenzialmente più instabili e soggetti a più problemi.

La gestione BIO comporta un aumento del carico lavorativo e della pianificazione che si ripercuotono in parte anche sul costo della manodopera e del prodotto finito.

Produrre biologico perciò è molto di più di una scelta tecnica.  È una scelta ideologica, effettuata per salvaguardare l’ambiente, l’ecosistema locale, l’identità del territorio e anche, indirettamente, la salute del consumatore.

Queste le ragioni della scelta di Terre Margaritelli di produrre solo uve e vini biologici.

Fin dal 1870 la famiglia ha legato la propria storia alla natura, al legno, al territorio. Per questo non poteva che scegliere una produzione naturale, a basso impatto ambientale e sulla salute. Una volontà coerente con le scelte produttive anche di Listone Giordano, sempre a guida Margaritelli.

Per molti è certamente ancora difficile comprendere le ragioni del bere biologico. Ma queste motivazioni si palesano ai più scettici dopo una sana e piacevole degustazione.

Il giorno dopo lo stomaco non geme, la testa non duole. Solo le papille gustative festeggiano il sapore delle uve e dei vini veramente umbri, portati in tavola così come sono.

Provare per credere.