In una delle più antiche chiese di Perugia, è conservato un gruppo scultoreo di una meraviglia unica. Parliamo di un gruppo di angeli intagliati opera dell’artista Giampietro Zuccari. Originario di Sant’Angelo in Vado, cittadina dell’Alto Metauro, neacque nel 1560 circa.
Nei documenti che parlano di lui è citato come “Ioannes Petrus Silvestri Pieri ser Silvestri” ma anche come “Ioannes Pierus Silvestri de Zuccaris”.
L’aggiunta del cognome “de Zuccaris” poiché sua nonna Bernardina era una Zuccari e che il fratello di costei, Ottaviano, aveva dato i natali a Taddeo e Federico: questo conferma il fatto che Giampietro era dunque il cugino di secondo grado dei due celebri Zuccari.
La sua formazione avvenne in terra d’origine e Giampietro nel 1578, si trasferì a Roma dove venne accolto nella bottega di Fedele della Ruggia, col quale stipulò un contratto di collaborazione in come intagliatore.

La fortuna Perugina
La svolta nella carriera avvenne nel 1584, quando decise di tentare l’avventura perugina. Tale scelta fu molto fortunata dato che qui ricevette una tale quantità di commissioni da stabilirsi in maniera definitiva a Perugia. Tanto che lavorò sia per la cattedrale di San Lorenzo, per la comunità di Deruta, per la Compagnia del Suffragio e infine per la basilica di San Pietro.
Questo gruppo ligneo preso in esame è conservato a Perugia e venne realizzato su commissione dei benedettini nel 1615. Si possono ammirare sei angeli turiferari (attualmente ne restano quattro), la cui destinazione originaria resta per ora sconosciuta. Per le sproporzioni anatomiche ravvisabili da vicino, si potrebbe pensare a un progetto ideato per una parte elevata della chiesa. Successivamente gli angeli furono sistemati sopra i seggi presbiteriali.

La paternità dello Zuccari
La paternità dello Zuccari è attestata da un documento del 1615, conservato nell’archivio storico dell’abbazia di San Pietro e redatto dal padre economo Graziano. Il documento recita: «L’anno 1615 furno fatti sei angeli di noce tocchi d’oro per la chiesa, pagati di avanzi di industrie, non essendo posto ne l’entrata ne l’uscita alli libri, a parte furno dati denari da don gratiano nostro, et ci andò la controscritta spesa, videlicet: per il legname compro per mano del padre don Andrea scudi 12; pagati a mastro Pietro Zuccaro per la fattura scudi ottantaquattro; per indoratura e fattura scudi dicisette baiocchi 30; per spese e altro scudi diece».
Dal documento si evince che lo Zuccari su commissione dei Benedettini, ebbe a realizzare sei angeli turiferari, manufatti in legno di noce, lumeggiati in oro zecchino. Invece che nella parte alta della chiesa furono invece sistemati sopra i seggi presbiteriali.
Il recente restauro degli Angeli di San Pietro
Da poco le statue sono tornate al loro aspetto originario. Il recente intervento di restauro ha comportato la rimozione del pesante strato di oli e cere presenti sulla superficie. Molto insistente era il robusto deposito di polvere accumulatasi nel corso del tempo. Attualmente sono visibili nella chiesa in tutta la loro lucentezza e in tutto il loro splendore.
