Skip to main content

La mostra a Palazzo della Penna “Migrazione” è visitabile fino al 9 ottobre e pone al centro l’arte contemporanea e il legame tra le due città, Perugia e Seattle. 

Un gemellaggio artistico da nove mila chilometri visitabile a palazzo della Penna. Così Seattle e Perugia s’incontrano in terre umbre attraverso istallazioni, dipinti, sculture e fotografie. A cura di Antonio Carlo Ponti la mostra Migrazione/Migration. Seattle-Perugia. Artisti d’oggi a confronto. Contemporary artists face to face è visibile fino al 9 ottobre e nasce dalla contaminazione fra le due città, contaminazione questa rappresentata dalle produzioni artistiche di dieci artisti. 

I ‘perugini’ sono Tonina Cecchetti, Kim Hee Jin, Paolo Lattaioli, Wilma Lok e la coppia Sandford&Gosti: artisti che hanno scelto Perugia come luogo di creazione, da cui prendere spunti di riflessione per la propria produzione artistica. Fra i ‘seattleites’, Humaira Abid, Iole Alessandrini, Mary Coss, Paul Goldstein e Malayka Gormally. 

Migrazione - Palazzo della Penna 2

In questo scambio oltreconfini gli artisti sono stati invitati a pensare al tema della migrazione. L’istallazione di Lok Atlanti/Atlases dispone della sabbia raccolta nei vari luoghi visitati come fondamenta per la sua mappa mondo, legata ad altrettante cantine disposte per terra. La terra è anche oggetto di studio di Sandford&Gosti: difatti, all’interno di Arcipelago/Archipelago c’è “Identità geologiche” (2022), sassi minuziosamente appoggiati sopra le bottiglie e contenitori di vetro. L’equilibrio e i materiali a contatto sono accompagnati dal rumore della messa in atto dell’istallazione.

La riflessione scultorea di Goldstein con Corpi/Bodies ritorna ai popoli autoctoni nordamericani e sudamericani, e dialoga con Cecchetti e il suo Viaggio/Journey. L’opera di quest’ultima trova spazio di dialogo con le arti visive e cinematografiche, dall’Ophelia di Millais a Dracula di Bram Stoker (1992) e Melancholia (2011).

Terre distrutte con Lattaioli il quale indaga sulla guerra e se trent’anni fa le sue opere parlavano dei Balcani, oggi si concentra sull’Ucraina. Jin, invece, rievoca l’immigrazione con l’isola-simbolo degli sbarchi in Italia: “Lampedusa” (2022), una barca a misura d’uomo in cartone con dentro un’ascia, rappresentando la speranza di trovare una vita migliore. Abid, dal canto suo, dà voce alle tante persone che si sono viste ad abbondonare la propria patria oggi e ieri, e quello che lasciano indietro, attraverso lettere, legno, plastica e disegni. Alessandrini, con un linguaggio completamente diverso, esplora il limite dello spazio/confine con luce e laser, buio e spray arrivando alla tridimensionalità e lo spaesamento con gli “Spazi senza fine” (2022) per Luce/Light

Gormally con Figure/Figures disegna famiglie e singoli ritrattando la molteplicità etnica dell’America. Infine, Coss mescola poesia, rete e filo di tulle in “La forma del paesaggio” all’interno di Vele/Sails, una sorta di viaggio spazio-temporale per mezzo di parole e colori onirici. 

Migrazione

Opere locali e al contempo universali, che parlano inglese e italiano in egual misura, ma in un linguaggio unico: l’arte. La migrazione è punto di partenza dell’esplorazione sul tema da parte degli artisti. Quello che si prova nel lasciare tutto indietro e spostarsi, a volte senza volerlo, verso nuove terre. Se non per altro, tema pertinente alla storia italiana di ieri e di oggi, e anche americana, terra-contenitore per eccellenza.

E non è un caso se la migrazione viene messa in evidenza nelle biografie dagli artisti stessi. Per citarne alcuni, Alessandrini è italo americana e riporta in America il suo bagaglio personale, da artista e architetta immigrata, cosa che avviene anche a Sandford: nata in California, vive e lavora a Perugia da anni, e crea insieme ad un italiano, i quali a loro modo lavorano sui confini e i contatti. Kim Hee Jin e Wilma Lok (la prima sudcoreana, l’ultima olandese) a Perugia si sono affermate come artiste. Malayka Gormally, figlia di olandesi e polacchi trasferitisi in America per scappare dai nazisti e dai cosiddetti pogrom, i russi antisemiti. E anche Humaira Abid vive e lavora in America dal 2008 ma è nata e cresciuta in Pakistan. Anche Coss non è di Seattle: originaria di Detroit, si trasferisce nella capitale dello Stato di Washington diversi anni dopo.

Migrazione 2 - bottiglie