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Le quattro sale della galleria espongono una quarantina di dipinti, che illustrano le tre serie  che hanno impegnato l’artista negli ultimi quattro anni . Un percorso artistico disegnato come un personalissimo storytelling.

Dall’11 dicembre al 26 febbraio 2022 la Galleria Giampaolo Abbondio, in Piazza Garibaldi 7 a Todi, ospita la personale di Pablo Candiloro (Buenos Aires, 1976). 

La mostra, la terza dopo l’apertura della sede della galleria in Umbria, presenta la produzione pittorica più recente dell’artista argentino, già protagonista nel 2017 di una personale nello spazio milanese (Stop searching for me Marcelo, Galleria Pack). Un percorso che si propone come un omaggio all’“immortalità” della pittura, medium con il quale Candiloro si immedesima totalmente, ciclicamente rinnegandolo per poi riprenderlo su livelli più profondi e di prospettiva. 

A promise of immortality

Le quattro sale della galleria espongono una quarantina di dipinti, che illustrano le tre serie che hanno impegnato l’artista negli ultimi quattro anni. A partire dalle monumentali tele di “Domani al mare”, dove la sintesi formale rispetto alle precedenti prove si fa radicale, con un approccio lirico guidato dall’evocazione di Mark Rothko.  

La successiva, “Disidratazione”, si presenta come un’installazione composta però da venti singole opere, autoritratti di grandi artisti del passato che Candiloro reinterpreta. E qui emerge un passaggio concettuale chiave: l’artista brucia con una pistola termica il colore appena steso, in tal modo “uccidendo” la pittura. Per poi “resuscitarla” con nuove prospettive. Nell’ultima serie, “Tavolozza infinita”, c’è infatti una sorta di “ripartenza” formale: tornano i temi classici della pittura, fiori, paesaggio, architettura, figura umana. Ma le opere ora sono influenzate dal sopraggiunto clima pandemico: con i toni che si fanno quasi lividi, specchio dello stato d’animo dell’artista.

A promise of immortality

Tentare di mettere a fuoco una singola opera di Pablo rischia di portare fuori strada”, scrive il curatore Massimo Mattioli nel testo in catalogo. “Il suo lavoro va infatti osservato nella sua globalità, dove c’è sempre un prima e un dopo. Dove azioni e reazioni si susseguono ciclicamente”.  

“Pablo Candiloro disegna il suo tormentato percorso artistico come un personalissimo storytelling”, prosegue Mattioli. “Una traiettoria accidentata, sempre segnata dal suo vissuto, dalle sue esperienze, dalle sue emozioni, dalle sue riflessioni sulla realtà. La pittura è  una delle certezze che lo accompagnano: seguendo il ritmo sincopato della sua esistenza”. 

A promise of immortality

Pablo Candiloro | Cenni biografici 

Nato a Buenos Aires sotto la dittatura militare nel 1976 e cresciuto sotto il default finanziario dell’Argentina del 2001. Nel periodo di formazione ha scelto di trasferirsi a Sansepolcro a studiare la pittura di Piero Della Francesca. Da vent’anni vive tra la Toscana e Milano facendo dialogare la sua pittura tonale con gli stimoli artistici della città lombarda. Nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, ha trascorso il lockdown  

a Buenos Aires in uno studio ridotto al minimo indispensabile. Qui la sua pittura si è trasformata diventando più oggetto, più materia, e completamente circolare nel metodo.