Illustri, belli, potenti e dal cuore facilmente infiammabile, la famiglia Borgia stava alla cronaca quattrocentesca proprio come i Ferragnez stanno a quella del duemila, con le dovute distinzioni.
Il capofamiglia Rodrigo Borgia, diventa Papa Alessandro XVI nel 1492, discendente dalla nobile famiglia spagnola che vede fra i componenti un altro vescovo di Roma Callisto III.
Prima di ottenere la maggiore carica in Vaticano, Rodrigo era un cardinale con al seguito un gran numero di amanti e altrettanti figli, pochi dei quali furono riconosciuti. I prediletti che saranno al suo fianco per tutta vita, contribuiranno ad accrescere la fama e l’infamia della famiglia.

Rodrigo Borgia, grande amante delle belle cose, per niente affine al francescanesimo, trova nel pittore perugino Bernardino di Betto Betti meglio conosciuto come Pinturicchio, il suo artista preferito.
Il Pinturicchio nato a Perugia nel 1452, abile maestro dell’arte umbra e studioso sempre aggiornato, emerge sulla scena in seguito alla decorazione dell’oratorio di San Bernardino, sito proprio nell’Augusta Perusia. Nel corso della sua vita è al servizio di vari Pontefici ma sicuramente il lavoro di maggior rilievo è quello fatto per il già citato Papa Alessandro XVI per gli appartamenti della famiglia in Vaticano. Il pittore firma con questo lavoro la sua più grande e impegnativa opera, quasi paragonabile agli affreschi della famosa Cappella Sistina, che inoltre vede fra i suoi realizzatori anche la collaborazione di quest’ultimo.
Il rinnovo per l’appartamento del Papa inizia il 1492 e termina nel 1494. Il pittore si ispirò al gotico internazionale, arricchendo i dipinti con decorazioni preziose e utilizzando colori molto vivaci.

Le vicende dei Borgia hanno ispirato nel corso dei secoli varie forme d’arte: serie televisive, film o libri. Perfino Stanley Kubrick, per la famosa scena in maschera del suo ultimo film Eyes wide shut, si ispirò alle ipotetiche orge consumate in Vaticano dalla famiglia. Leggenda vuole infatti che i due figli del vicario di Cristo, la famosa Lucrezia Borgia e suo fratello, il temuto Cesare Borgia, fossero amanti.
Al tempo, quando ancora non c’era l’informazione su larga scala che abbiamo oggi, ci pensava il virtuoso Pinturicchio a rendere celebri i loro volti, prendendoli in prestito per i suoi affreschi di natura religiosa e non, trasformando il sacro in profano.

“Subito dopo aver stabilito la sua residenza ufficiale nel palazzo papale, Alessandro aveva occupato una serie di stanze vuote, abbandonate da molto tempo, per trasformarle nei favolosi appartamenti dei Borgia. Al termine dei lavori, le pareti della sua stanza di ricevimento privata, la Sala dei Misteri, sarebbero state ricoperte da enormi affreschi del suo artista preferito, il Pinturicchio.
In uno di quegli affreschi, Alessandro stesso era raffigurato nella scena dell’Ascensione come uno dei privilegiati che avevano assistito all’ascesa di Cristo in cielo. Addobbato col suo grande mantello tempestato di pietre preziose, aveva appoggiato la sua tiara d’oro sul terreno accanto a sé. Era in piedi con lo sguardo rivolto al cielo mentre veniva benedetto dal Salvatore.
In altri affreschi, le fattezze dei Borgia erano raffigurate nei volti di santi ormai defunti da molto tempo, di martiri e di altre figure sacre: Lucrezia era incredibilmente bella nei panni di una magra e bionda santa Caterina, Cesare era un imperatore assiso su un trono dorato, Giovanni un sovrano orientale e Goffredo un innocente cherubino. In tutti gli affreschi vagava il toro rosso alla carica, simbolo della famiglia.
Sopra la porta della seconda stanza, il Pinturicchio aveva deciso di ritrarre in tutta la sua pacata bellezza la Vergine Maria, alla quale Alessandro era particolarmente devoto. Per questo l’artista aveva scelto come modella Giulia Farnese, soddisfacendo due passioni del papa in una sola volta.
Vi era anche l’immensa Sala del Credo, col soffitto a volta. Gli affreschi riempivano le lunette e i medaglioni sul soffitto, uno per ogni apostolo: ciascuno leggeva un rotolo di pergamena agli ansiosi profeti che avrebbero sparso la notizia della divinità di Cristo. I volti dei profeti erano quelli di Alessandro, Cesare, Giovanni e Goffredo.
Tutte le stanze erano riccamente adorne di intricati arazzi e decorazioni d’oro. Nella Sala del Credo si trovava il trono papale, dove Alessandro sedeva per incontrare i personaggi più importanti.”
Questo testo, che descrive gli appartamenti affrescati dal Pinturicchio, è tratto dal libro La Famiglia di Mario Puzo, autore del famoso volume Il Padrino da cui è tratto l’omonimo film. Dal genere di cui si occupa lo scrittore, si può vagamente percepire l’idea che la storia si è fatta di questi famosi personaggi di chiesa e delle loro travagliate vicende, nel quale rientra a gamba tesa il famoso pittore umbro.
