In località dell’Eremita, lungo la sponda destra del Fiume Nera, si conserva l’abbazia di Santa Maria de Ugonis: tappa fondamentale del collegamento viario tra Paterno e Sellano.
Come viene suggerito dal nome della località, detta dell’Eremita, la zona che ospita l’abbazia fu un centro caratterizzato da insediamenti eremitici: il complesso architettonico si affaccia su uno sperone roccioso caratterizzato da piccole grotte eremitiche. Riguardo alla storia del luogo dove oggi sorge l’abbazia, si suppone appunto che intorno al IX secolo i benedettini del vicino monastero di Sant’Eutizio decisero di trasformare un antico eremo in quello che sarebbe l’edificio attuale. Solo successivamente, nel XI secolo, i benedettini avrebbero dunque ceduto la struttura ai monaci vallombrosani che la tennero attiva fino alla soppressione sancita da Innocenze X nel 1654. Il papa, innescato appunto un definito progetto di riforma della vita claustrale, ritenne opportuno abolire i piccoli conventi perché, essendo troppo piccoli e di numero considerevole, non beneficiavano di sufficienti elemosine e, dunque, di risorse per una vita autosufficiente e decorosa.
L’odierna chiesa, parte dell’antico monastero è dunque dedicato alla Madonna dell’Eremita: un chiaro riferimento al toponimo della località ed alle numerose presenze di insediamenti eremitici posti nelle vicinanze.

Il complesso abbaziale fu oltretutto un luogo molto conosciuto nel medioevo, in quanto, i mendicanti cerretani, o volgarmente chiamati ciarlatani, magnificavano la vita condotta dai monaci vallombrosani che abitavano quel luogo e, per tal motivo, si preoccupavano di raccogliere delle offerte per celebrare delle messe di suffragio presso la loro chiesa.

Che l’edificio fu un centro di grande importanza si può dedurre anche dalla presenza di opere di un certo rilievo che vi sono conservate al suo interno. Si possono ammirare i resti una decorazione pittorica, tra cui spicca la raffigurazione del miracolo dell’aquila che riportò un neonato rapito nella culla non appena la mamma chiamò in aiuto la Vergine Maria. Fino al 1974, anno del trafugamento delle opere al suo interno, si trovava una scultura lignea raffigurante una Madonna – opera risalente al XIII secolo – è un trittico rinascimentale del Maestro di Eggi – ad oggi conservata in una collezione americana. Del Maestro di Eggi si possono comunque ammirare, sempre in loco, gli affreschi che vi sono presso la navata ed il transetto, mentre la statua della Madonna, sebbene non sia nel luogo originario, fu oggetto di un’attenta ricerca durata 25 anni e ad oggi è conservata presso il vicino centro abitato di Piedipaterno.
