Perugia nel mese di dicembre ha sorpreso tutti, anche i reticenti del Natale sono rimasti affascinati nel vedere le luminarie di corso Vannucci. La cascata d’oro, che sembra partire dalla perfetta metà del cielo, rende le passeggiate invernali un viaggio al termine del sogno.
Infatti in questi giorni, dall’onirica atmosfera, la nebbia e la pioggia non hanno fermato i turisti che hanno potuto godere degli affreschi di una piccola chiesa solitamente chiusa al pubblico. Si tratta della Chiesa del Collandone anche conosciuta come Chiesa della Madonna del Riscatto poiché in passato apparteneva all’omonima compagnia religiosa, attualmente è invece la sede di attività missionarie.
Questa chiesa, si trova proprio sul corso principale della città, vicino al Toscano, la pizzeria al taglio che con pochi euro rende gioia alle papille gustative.
Una piccola pizzeria accanto a una piccola chiesa, che in periodi come Umbria Jazz, Eurochocolate e appunto il Natale, ospita mostre di artisti del territorio. Fino al 20 dicembre è visitabile la personale di pittura di Carla Romani dal titolo “Tra sogno e realtà”. Le esposizioni permettono alle porte della chiesetta di essere aperte e la sua pianta rettangolare, con bussola d’ingresso, visitabile.


La tradizione racconta che dove oggi sorge la chiesa ci fosse una discarica e che, intorno al XV secolo, nacque come luogo di culto. Divenne la chiesa che conosciamo oggi, una delle più antiche della città, intorno al 1657 grazie all’acquisizione di un locale confinante. Fu l’artista Francesco Appiani ad affrescare le nude pareti e a lavorare il cornicione dorico. Lo stesso pittore anconetano, a Perugia, si occupò di alcune decorazioni della Cattedrale di San Lorenzo e dipinse la pala d’altare di Villa Donini a San Martino in Campo.

L’altare rialzato, che ospita la Madonna col Bambino, con ai lati i Santi Pietro Nolasco e Raimondo Da Penaforte, è custodito dietro una tribuna chiusa da una cancellata di ferro e da una balaustra di marmo, il resto dello spazio delle pareti è invece riempito da figure geometriche.
Il piccolo edificio, con una sola facciata, è completamente nascosto dai grossi palazzi adiacenti, entrambi appartenuti alla famiglia Donini. Intorno alla fine del 1700, la chiesa venne danneggiata proprio a seguito della costruzione dei due palazzi nei quali è incastonata come una pietra preziosa. Venne restaurata solo nel 1998 e da allora è sicuramente il piccolo gioiello nascosto di Corso Vannucci.
