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La mostra “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo si terrà a partire dal 4 marzo del 2023.

Nel primo lunedì d’inverno, il 7 novembre, subito dopo il crepuscolo la Galleria Nazionale dell’Umbria ha presentato alla città, al panorama nazionale e internazionale, la mostra “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo che si terrà a partire dal 4 marzo del 2023.

La sala Podiani, del terzo piano di Palazzo dei Priori di Perugia, si prepara ad accogliere più gente possibile. Le luci sono soffuse e il vociare delle persone cresce sempre di più, senza mai arrivare al frastuono. C’è del calore umano, c’è elettricità fra i corpi e le menti, c’è del fermento. Sono tutti ben acconciati, tutti preparati a festa con il vestito buono, quello che una volta si indossava per andare in chiesa la Domenica. Si assiste a una liturgia impeccabile, messa in atto dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, prima delle grandi celebrazioni che si terranno nel 2023 per il V centenario della morte del grande pittore umbro: Pietro Vannucci, detto il Perugino.  

Tengono messa i curatori della mostra Marco Pierini, direttore della GNU e Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo perugino. I loro sermoni sono entusiasmanti, animano gli ascoltatori e già preparano la mente alla bellezza di quello che gli occhi vedranno nel mese di marzo. 

Il titolo della mostra prende in prestito le parole di Agostino Chigi, grande mecenate del suo tempo, che nel 1500 definì il pittore come “Il meglio maestro d’Italia”. Da questa frase, così esplicativa e forte, si è creato uno spazio nel quale i curatori hanno plasmato le loro idee per l’esposizione. 

Marco Pierini senza indugi, e con l’eleganza che lo contraddistingue, afferma “Il nostro intento è quello di dimostrare che Perugino è stato sì un grande allievo di Verrocchio, sì un grande maestro per Raffaello, ma soprattutto per un quarto di secolo è stato il meglio maestro d’Italia”. Il Perugino ha infatti codificato i linguaggi artistici italiani e ha diffuso uno stile comune per l’intero stivale. É stato inoltre apprezzato e richiesto dai suoi contemporanei, voluto da papa Sisto IV per decorare la parete di fondo della Cappella Sistina, poi ancora da Lorenzo il Magnifico e da Isabella d’Este, solo per citarne alcuni.  Un pittore prolifico che ha trascorso tutta la sua lunga vita, dal 1448 circa al 1523, con il pennello in mano e nonostante la sua gloriosa carriera e il suo stile, che segnò senza dubbio i gusti di un’epoca intera, la critica non gli ha mai reso la giusta gloria. 

Insomma, Pietro Vannucci scardina i cliché dell’artista sconosciuto in vita e famoso dopo la morte, invertendoli, e mostrando anche in questa occasione la sua unicità. 

C’è un po’ di Perugino in tutto il mondo e tutto il mondo, rappresentato dai musei più importanti del panorama artistico, ha felicemente collaborato alla buona riuscita dell’organizzazione della mostra. A tal proposito Veruska Picchiarelli racconta “Abbiamo costruito un elenco di prestiti che ha avuto come principio ispiratore uno dei cardini del pensiero del nostro direttore: la sintesi. La sintesi è garanzia di qualità, perché nel momento in cui si individuano le cose più eloquenti, le cose migliori, si riesce a raccontare tutto con maggiore semplicità e si riesce a essere capiti meglio. Avere un elenco di prestiti essenziale, ci creava un problema – continua Picchiarelli – Ogni no ci avrebbe posto nelle condizioni di dover riprogrammare. Abbiamo quindi costruito rapporti, preso treni e aerei, e ci siamo recati con le nostre cartelline negli uffici dei direttori e conservatori di grandi musei italiani e stranieri. Partivamo da condizioni non ottimali perché andavamo a chiedere opere importanti, opere su tavola che sono le più fragili. Il primo si importante è stato quello della National Gallery of Art di Washington, con il Trittico Galitzin, che tornerà per la prima volta in Italia dopo la sua dispersione ottocentesca”.

Perugino,_lotta_tra_amore_e_castità_

A questa prima e importante concessione, tante altre sono seguite, dal Musée Jacquemart André di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalla National Gallery di Londra, dal Louvre di Parigi e dalla Gemäldegalerie di Berlino. 

Fra le sale della GNU, già colma delle meraviglie del Perugino, vedremo opere straordinarie come Lotta fra Amore e Castità, lo Sposalizio della Vergine e il Polittico della Certosa di Pavia. 

Mentre aspettiamo con il fiato sospeso il 2023, per celebrare il Perugino e godere delle opere che faranno ritorno nella sua terra, possiamo visitare le sale del museo perugino dove L’adorazione dei Pastori di Pietro Vannucci, in seguito a un importante restauro durato un anno, è stato riconsegnato al pubblico. L’affresco risale al 1502, quando il maestro aveva appena portato a termine uno dei suoi più grandi capolavori: il Collegio del cambio

Il prossimo anno sarà dunque l’anno di Pietro Vannucci, proprio l’artista da cui prese il nome nel 1863 la pinacoteca che oggi conosciamo come Galleria Nazionale dell’Umbria, quell’incredibile diamante, incastonato sulla rupe perugina, che nel 2023 darà nuovo lustro al divin pittore

Perugino - copertina - V centenario allo GNU