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L’Umbria è terra di castelli, di fortezze, di manieri di confine, alcuni dei quali noti ed ancor oggi visitati. Altri sono ormai destinati all’oblio, pronti a sparire tra le pieghe del tempo. Real Umbria, con il suo viaggio tra i castelli dimenticati e meno noti dell’Umbria, è l’ancora di salvezza per questo patrimonio storico e culturale che rischia di volatilizzarsi, se non ricordato e riportato agli onori delle cronache.Oggi, in questa particolare rubrica, vi raccontiamo la storia di un castello che è stato di fondamentale importanza per il controllo del territorio spoletino: Poggiolo a Terraia di Spoleto.

Durante il medioevo si fece sempre più pressante, a causa degli scontri tra città limitrofe e dell’instabilità politica, la necessità di difendere gli agglomerati urbani. L’antica villa, conosciuta come Poiolo di Vecciano perché sorta come centro abitativo nei pressi della chiesa di Santa Maria di Vecciano, seguì questa evoluzione urbanistica. Dalle citate esigenze nasce la costruzione del castello del Poggiolo, sorto appunto con scopi difensivi e di protezione nel 1300 circa.

Poggiolo 6
Poggiolo 2

Realizzato in una zona collinare, facilmente difendibile, si trova tra Trevi e Spoleto. Dalle sue torri era possibile controllare tutta la pianura sottostante, rimanendo in contatto visivo con le altre torri di guardia del territorio.

Il maniero risulta essere rimasto attivo ed abitato fino al 1600. Oggi si presenta al visitatore in totale stato di abbandono. I ruderi del Poggiolo, nonostante la situazione precaria, restano comunque una testimonianza importante ed affascinante della vita del tempo. Sono ancora in parte visibili le mura perimetrali del castello, avvolte dalla fitta vegetazione. Altre parti del castello sono dirute, ma ancora apprezzabili, come le feritoie in un torrione, parti delle nicchie di appoggio delle travi dei solai e quel che resta di un canale di scarico costruito per le acque piovane.

Poggiolo 3

Due chiese erano inoltre presenti e frequentate dagli abitanti del Poggiolo. Una all’interno delle mura del castello, dedicata a Santa Caterina, che risulta essere distrutta già alla metà del 1600 e una all’esterno, consacrata a San Fortunato, di cui oggi non rimane più traccia.

La meravigliosa vista di cui si può godere da questa collina, che spazia tra oliveti, vigneti e le montagne sullo sfondo crea una perfetta ambientazione per gli amanti della natura e della storia, che passeggiando tra queste rovine potranno ancora assaporare i suoni e i colori di un tempo passato, che non vogliamo e non dobbiamo dimenticare.

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