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Torniamo alla scoperta delle “dimore” che ospitano i nostri vini del cuore umbri, oggi con un focus sul territorio di Campello sul Clitunno, facente parte dei Comuni della DOC Spoleto del Trebbiano Spoletino.
Delle caratteristiche di questo vitigno umbro, delle sue peculiarità, le origini, le versioni e finanche ciò che lo diversifica dagli altri Trebbiano, ne avevamo parlato approfonditamente nell’articolo Il Trebbiano Spoletino viaggia su ruote! Tra storia, gusto e bike.

Campello sul Clitunno

Il comprensorio di Campello sul Clitunno si suddivide in Campello Alto e Campello Basso: il primo fortificato intorno al Castello risalente al IX-X sec  d.C e voluto dal cavaliere proveniente dalla Borgogna, Rovero di Campeaux e il secondo presso le Fonti del Clitunno.

Un gioiello naturale: le Fonti del Clitunno

Sorgenti cristalline ai piedi del monte Brunette, dai colori luminosi che con i raggi del sole risplendono, creando dei giochi di luci, ombre e di riflessi della vegetazione che si specchia in queste acque, rimandando un’immagine di assoluta purezza e spiritualità.

Già note in epoca romana a molti poeti e letterati come Plinio, Virgilio, Properzio, Giovenale, ne decantano le lodi nei loro lasciti, parlando di un luogo assolutamente suggestivo. Il fiume veniva venerato in quanto elemento naturale impersonificato dal Dio Clitunno: le sue acque così pure da rendere immacolati chi vi si immergeva.

Ma le Fonti del Clitunno sono state “fonte” d’ispirazione anche in tempi moderni: come dimenticare l’ode di Carducci:

Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte

nume Clitumno! Sento in cuor l’antica

patria e aleggiarmi su l’accesa fronte

gl’itali iddii

Ancora le Fonti riprese nei dipinti di Corot, decantate da Lord Byron nel quarto canto del Child Harold dedicate all’Umbria:

“Ma tu, o Clitunno! dalla tua dolcissima onda del più lucente cristallo che mai abbia offerto rifugio a ninfa fluviale, per guardarvi dentro e bagnare le sue membra ove nulla le nascondeva, tu innalzi le tue rive erbose lungo le quali pascola il giovenco bianco come il latte; o tu –  il più puro Dio di acque miti, e il più sereno d’aspetto, e il più limpido, invero la tua corrente non fu profanata da carneficine – specchio e vasca per le più giovani figlie della Bellezza” 

Clitunno
Fonti del clitunno

La ricchissima vegetazione e biodiversità rendono le Fonti del Clitunno un piccolo paradiso tra pioppi cipressini e salici piangenti che con le loro chiome adornano il paesaggio e incorniciano le acque. Gli stessi salici sono fortemente legati a Napoleone: si narra infatti provenissero dal luogo in cui fu sepolto l’Imperatore a Sant’Elena.
Ricca anche la vegetazione nei fondali come: la sedanina selvatica, la coda di cavallo acquatica e il nasturzio acquatico.

Tempietto del Clitunno

Poco distante dalle Fonti del Clitunno, si trova il piccolo ma meraviglioso Tempietto del Clitunno, dal 2011 Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Edificato in epoca paleocristiana (si ipotizza tra il V e VII secolo d.C) con elementi di recupero proventi dai sacelli (dal lat. sacellum, dim. di sacrum “recinto sacro”) pagani del dio Clitunno, fa parte oggi dei sette gioielli riuniti di “I Longobardi in Italia. I luoghi del Potere”.
Sul timpano è ancora oggi possibile vedere le decorazioni che riportano melograno e il grappolo d’uva: se il primo simboleggia la fertilità, l’uva e più in particolare il vino è il simbolo dell’Eucarestia. 

Tempietto sul Clitunno

“E sulla tua felice sponda un Tempio, di minuta e delicata struttura, mantiene ancora, sul mite declivio di una collina, il ricordo di te; sotto ad esso scorre la tua placida corrente; spesso guizza fuori da essa il dardeggiante pesce dalle lucenti scaglie, che dimora e giuoca nella tua cristallina profondità; mentre forse qualche sperduto fiore di ninfea passa galleggiando ove il flutto meno profondo ripete ancora le sue gorgoglianti novelle”
Lord Byron

Nel Verde dipinto di Verde

Oltre alle meraviglie naturali, a quelle storiche e ancora quelle legate al Trebbiano Spoletino, i colli di Campello sono adornati di verdi Ulivi che vengono oggi coltivati ancora con i metodi tradizionali e fa di Campello uno dei sentieri della fascia olivata.
L’ulivo ha origine etrusche e diffuso poi dai romani come bene di lusso.
Lo stesso Plinio il Giovane aveva in Umbria diversi ettari dedicati alla coltivazione dell’olivo.

Trebbiano Spoletino - Clitunno

Ciò che resta di questo racconto, è l’auspicio di poter fare esperienza di un luogo assolutamente ricco di bellezza accompagnato da un calice di Trebbiano Spoletino ed una fetta di pane calda con l’olio locale e ammirare così come avevano fatto Lord Byron, Carducci e Plinio, la meraviglia di Campello sul Clitunno.