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Tra le abbazie presenti nel territorio ternano, mi vorrei soffermare sull’interessante complesso religioso Santa Lucia di Burchiano.

Questa chiesa si trova a nord di Acquasparta, ad est della vecchia Flaminia e della moderna Superstrada E45. Le testimonianze d’archivio citano: 

Si riconosce essere assai antica mediante una memoria in lapide posta nella facciata della Chiesa sopra alla porta principale al di fuori, che guarda a ponente, scritta a carattere gotico, dove si legge essere stata restaurata nell’anno 1312. La detta facciata è di pietra nostrale scalpellinata con una nicchia al di fuori al lato sinistro senza immagine. La circonferenza della porta è parimenti di pietra lavorata. La Chiesa è tutta una navata a tetto”. 

La chiesa faceva quindi parte di un monastero benedettino dipendente direttamente da Farfa. L’origine si potrebbe collocare intorno alla metà del XI secolo. Ciò lo si deduce dalle caratteristiche della muratura in conci regolarmente squadrati e ben connessi, tipici dell’inconfondibile romanico spoletino.

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Il culto delle giovani martiri

Un fattore cardine per ricostruire la storia dei luoghi, è la specificità che caratterizza il sito religioso. Non si può non ricordare come in questo tratto della Flaminia vi fossero chiese dedicate a giovani ragazze, vergini e martiri, quali Illuminata e Lucia, Barbara e Restituta e, in fine, Cecilia la patrona principale di Acquasparta.

La devozione e la venerazione di queste figure di “fanciulle” hanno certamente avuto un ruolo fondamentale nel formare, anche nei numerosi pellegrini che per questa via si dirigevano alla città degli Apostoli Pietro e Paolo, l’immagine cristiana della donna “dolce e forte” biblica.

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L’aspetto della chiesa

Il maestoso complesso è costituito da una maestosa navata unica. La facciata è caratterizzata da una nicchia sulla sinistra, da un semplice portale sopra il quale vi è un elegante bifora trilobata, finemente decorata e la già citata scritta.
Nel piccolo campanile a vela ad un solo fornice, disposto lateralmente, è presente una campana “ben antica e piena di caratteri gotici”.
Intorno all’altare, nella seconda metà del 1700, vi era un affresco e diverse tele con immagini di Santi come viene attestato da un inventario del 1774, conservato attualmente nell’archivio vescovile di Todi. All’esterno, nel piccolo campanile una campana recita “ben antica e piena di caratteri gotici”.

Questo piccolo gioiellino versa in un rovinoso stato di abbandono. Auspicando di vederlo un giorno restaurato e visitabile, vi invito comunque a visitarlo esternamente.

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