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Il Comune più piccolo dell’Umbria stupisce ed ammalia ogni visitatore con le sue meraviglie naturali ed architettoniche.

Incastonato tra le meravigliose montagne della Valnerina troviamo il comune più piccolo e più elevato dell’Umbria: Poggiodomo. L’abitato sorge nella valle del fiume Tissino ed è avvolto dai monti Coscerno e Carpenale. Poggiodomo conta ad oggi poco meno di cento abitanti ed è un vero e proprio paradiso, un fiore all’occhiello per questo territorio in cui l’uomo e la natura formano da secoli un connubio perfetto, un esempio importante di come l’impatto umano possa essere perfettamente sostenibile. 

Poggiodomo

Poggiodomo

Il comune, che comprende anche le tre frazioni di Usigni, Mucciafora e Roccatamburo, deriva il suo nome dal latino “Podium” podio e pedana “Domo”, che significa mettere a coltura. Le sue origini risalgono al XII secolo e le vicende storiche del Comune sono strettamente legate a quelle dei comuni limitrofi di Spoleto e di Cascia, che si alternarono nel controllo della zona. Nel 1559 Poggiodomo fu colpito da un forte terremoto che costrinse gli abitanti a edificare nuovamente il borgo, a monte di quello che era l’antico castello, di cui si possono ancora trovare tracce nell’abitato. Successivamente, nel 1809 Il territorio comunale di Poggiodomo fu definitivamente separato da quello di Cascia, con una propria identità territoriale che sarà poi sempre mantenuta anche durante la Repubblica.

Numerose sono le chiese e le bellezze architettoniche di Poggiodomo, tra queste meritano sicuramente una visita la chiesa di San Pietro del XIV secolo, con importanti cicli pittorici al suo interno e la chiesa di San Carlo Borromeo del 1633, che conserva dei meravigliosi altari lignei barocchi del XVII e XVIII secolo. Nelle vicinanze troviamo le chiese di San Lorenzo, San Pancrazio, Santa Filomena, poi Santa Maria Goretti, crollata nel 1994, di cui rimangono solo i ruderi e la Madonna delle Grazie. 

Poggiodomo
Poggiodomo

Le frazioni

Il territorio del Comune di Poggiodomo ha al suo interno tre frazioni, tre stupendi castelli ricchi di storia e con un importante patrimonio architettonico da salvaguardare: Usigni, Mucciafora e Roccatamburo.

La frazione di Usigni è posta a circa 1.000 metri di altitudine. Sorta probabilmente in epoca longobarda, ne abbiamo la prima nota storica nel 1121 quando il monastero di San Salvatore, abitato da monaci benedettini venne posto sotto il controllo della vicina abbazia di Sassovivo. La frazione è particolarmente celebre per avere dato i natali al cardinale Fausto Poli (1581-1652), molto influente alla corte di Urbano VIII. Il cardinale Fausto Poli fece costruire ad Usigni due splendidi esempi del barocco italiano quali la Cisterna e la nuova Chiesa di San Salvatore.

Il castello di Mucciafora è il borgo più elevato del comune. Sorge a circa 1070 metri s.l.m. Rocca di confine ebbe una storia travagliata, essendo stata centro di aggregazione per i ghibellini della zona e quindi distrutta nell’agosto del 1489. Successivamente ricostruita, tornò alla sua normale vita fino al triste e grave episodio del 1943. Il 4 novembre di quell’anno un gruppo di partigiani fece ingresso nell’abitato e si asserragliò tra le case. Il 30 novembre tre colonne nazifasciste attaccarono il paese e cacciarono i partigiani dopo una serie di scontri, accanendosi poi sugli abitanti inermi ed uccidendone sei. L’eccidio è ricordato anche da un monumento e da una targa al centro del paese.

Bellissima e meritevole di esser vista la chiesa romanica di San Bartolomeo.

 

Roccatamburo infine è un tipico castello medievale di pendio. Anche questa frazione attraversò vicende alterne a causa della sua fede ghibellina e del dominio locale di Cascia. Oggi il castello è ben conservato e al suo interno spicca la chiesa romanica di San Nicola con il suo meraviglioso campanile. Nei pressi della frazione sorge anche la chiesa di Santa Maria Annunziata.  

Poggiodomo

Curiosità naturalistiche del territorio

A Poggiodomo possiamo trovare due vere rarità della natura, la quercia ed il noce più antichi d’Italia. La quercia della Madonna di Poggiodomo si ritiene abbia più di seicento anni. Divisa in due parti da un fulmine ora conserva all’interno della sua cavità un’effige sacra della Vergine alla quale la popolazione locale è particolarmente devota. La quercia è da sempre simbolo di collegamento tra la terra ed il cielo, un ponte con accezione positiva tra il materiale ed il divino.

Appena fuori dal paese troviamo anche un noce molto antico, ancora in vita. Un albero maestoso, che spicca con la sua chioma tra la vegetazione circostante. Secondo alcuni quest’albero imponente sarebbe non solo il noce più vecchio d’Italia, ma anche d’Europa.

Poggiodomo con le sue frazioni rappresenta una vera e propria rarità, una perla di bellezze architettoniche e naturalistiche, incastonate in un panorama mozzafiato. In questa stagione in particolare, la vivacità dei colori autunnali anima il paesaggio montano, facendo sentire il visitatore non un estraneo, ma una parte integrante di questa natura ancora incontaminata, che lo avvolge e lo abbraccia tra colori, profumi e bellezze di un tempo, capaci di sfiorare le corde più nascoste dell’animo umano.

Poggiodomo
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