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Negli anni ‘90 ad opera dell’Istituto Geografico Militare di Firenze venne individuato il centro peninsulare in Umbria precisamente a Narni, dove venne posto il cippo a ridosso proprio del Ponte Cardona.

Il ponte si trova in località Santa Lucia, e fu fatto costruire da Cocceio Nerva nel I sec. d.C. Venne progettato per una ragione ben precisa: nei periodi di forti piogge il Fosso dei Collari veniva a riempirsi inevitabilmente, rendendo impossibile il passaggio ai viandanti. Si concepì così un arco a tutto sesto completamente rialzato per collegare i due lati del fossato. Un tempo esso faceva parte dell’acquedotto della Formina che consentiva di convogliare verso la città di Narni l’acqua che sgorgava dalle varie sorgenti sulle vicine colline. Per raggiungerlo bisogna percorrere un lungo, suggestivo sentiero in mezzo al bosco.

PAESE CHE VAI, LEGGENDA CHE TROVI

All’antico ponte detto “Ponte Cardona” è legata una leggenda, ancora oggi popolarmente molto sentita. Si narra che un vecchio frate questuante del convento di Sant’Ubaldo scendeva a piedi dal monte tutti i giorni e raggiungeva Narni per raccogliere le poche offerte che servivano per vivere a lui e ai suoi confratelli. E tutti i giorni un certo Giovenale che abitava nei pressi di Ponte Cardona, se vedeva che il sacco del frate era vuoto, gli offriva un pane o una gallina e lo ristorava con acqua o vino. Ma un giorno Giovenale vide un frate giovane con una vecchia sacca sulle spalle e capì che l’anziano “amico” era volato in cielo.

Quella stessa notte l’uomo sognò che un frate gli parlava di un tesoro proprio sotto il ponte ed esattamente al centro dell’arco. “Mille e più monete d’argento del tempo di Marco Cocceio Nerva, l’imperatore nato a Narni, oggetti d’oro e pietre preziose in numero tale da diventare ricchi come tutti i nobili del contado messi insieme”. La notte quindi incominciò a scavare e dopo un’ora la pala toccò un oggetto metallico: ci siamo! E scavò con più ardore ma, all’improvviso, il cielo si oscurò e gli animali del bosco iniziarono corse pazzesche per ogni viottolo e una pioggia intensissima fece straripare il piccolo torrente. Giovenale si salvò per miracolo aggrappandosi al ramo di un albero e subito tutto tornò come prima, ma la buca scavata con tanta fatica si era completamente richiusa. Fu allora che l’uomo ricordò le ultime parole del sogno: “Se lo trovi il tesoro è tuo ma non ti appartiene”. Giovenale capì che, se l’avesse trovato, doveva spartirlo con altri, perché di cose da fare ce n’erano molte e anche i poveri abbondavano. Venuta la notte tornò sotto il ponte e scavò nuovamente una grande buca, proprio nel punto in cui oggi ne esiste una. Si narra quindi che Giovenale trovò il tesoro e seppe dividerlo con altri, ma, secondo alcuni, il tesoro di Ponte Cardona è ancora lì.

UN PERCORSO TRA LE BELLEZZE NATURALISTICHE DI NARNI

Ad oggi la bellezza del ponte emerge dalla vegetazione in quanto l’acquedotto non è più utilizzato, ed è visitabile in maniera autonoma seguendo i sentieri ben tracciati recentemente nel bosco.

Da non dimenticare che la presenza storica di Francesco di Assisi nel vicino Speco contribuisce alla percezione di una spiritualità del luogo che può ancora essere percepita come un’energia vitale che l’ambiente circostante trasmette.

Recentemente è stato riaperto il primo tratto di strada che ricollega il centro storico della città fino a ponte Cardona. Un percorso di 5 km facilmente percorribili per tutti all’interno del bosco e sulle tracce dell’antico acquedotto romano. Un’esperienza unica dove poter ammirare che la natura e uomo coesistono in un modo equilibrato.