È sul colle Monteripido di Perugia che si trova il Convento di San Francesco del Monte. Un luogo dove regna il perenne sussurrare del vento che fa danzare le foglie degli alberi, a volte con violenza altre con dolcezza. Qui visse il Beato Egidio, compagno di San Francesco d’Assisi, che dopo una vita passata in pellegrinaggio fra Santiago di Compostela e Gerusalemme, decise di ritirarsi in contemplazione a Perugia, proprio dove oggi sorge il convento. Nella cappella interna alla struttura si trovano parte dei resti del Santo, sepolto alla sua morte, nell’aprile del 1262, nella chiesa di San Francesco al Prato.
I terreni in cui sorge il convento, risalente al XIII secolo, erano di proprietà della famiglia perugina Coppoli. La loro devozione nei confronti del Beato Egidio era tale che donarono il colle ai frati per mantenere viva la memoria e il culto del Santo.
Questo luogo diverrà un punto di riferimento per la comunità francescana e per la vita eremitica. Qui San Bernardino da Siena nel 1440 istituì uno studium molto importante che vedrà la presenza di grandi studiosi fra cui Barnaba da Terni, celebre per aver contribuito alla creazione del sistema bancario dei monti di pietà.

Dove prima sorgeva lo studium oggi si trova una magnifica biblioteca, costruita fra il 1754 al 1790 e progettata dall’architetto Pietro Carattoli. Sopra l’ingresso della sala si legge: Bibliotheca excommunicatione munita contra extrahentes, biblioteca munita di una scomunica contro le persone che rubano. Quel rubare è inteso come privare la comunità di un qualcosa che è di tutti. Il frate che portava via il libro per tenerlo nella sua stanza non permetteva agli altri di poterne usufruire e perciò veniva scomunicato. Una scomunica volta ad affievolire il concetto di possessività.
I frati che si formavano in questo luogo avevano a disposizione un ampio patrimonio librario di vario argomento, dai settori di teologia a quelli di scienze naturali, dall’astronomia alle materie classiche. Attualmente la biblioteca conserva all’incirca 23.000 volumi fra cui manoscritti e cinquecentine di grande valore.
Oltre al fascino dei libri, questa importante sala del convento è dotata di un balcone che regala al visitatore una delle più belle viste di Perugia. Un panorama, con le fattezze di un dipinto, svelato durante la visita al convento organizzata da Meravigliarti in Umbria con la guida turistica Elisabetta Federici.

Il silenzio e lo studio di questo luogo cullato dal vento furono interrotti durante la soppressione degli ordini religiosi nel 1860. I frati vennero allontanati, il convento confiscato e destinato a scopi militari.
Le opere al suo interno furono demaniate, fra queste la Pala di Monteripido di Pietro Perugino, già requisita nel 1797 e restituita solo nel 1817. La tela, dipinta su entrambi i lati, risale al 1502 e attualmente si trova alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Dopo lunghi sforzi, nel 1874, i frati riuscirono a comprare il convento per farlo ritornare il luogo ameno di sempre. Oggi è sì un luogo di pace e preghiera, ma è anche un luogo vivo, ospitale e pieno di fermento.
