“L’Umbria abbonda di bellezza, paesaggistica e storico-culturale, che la rende una sorta di paradiso per i cacciatori di arte, storia e natura”
L’Umbria è una regione ricca di storia e con un patrimonio archeologico immenso, in gran parte poco conosciuto e da valorizzare. Uno scrigno verde che racchiude incommensurabili tesori storici ed artistici. Abbiamo deciso di riscoprirli insieme all’esploratore per eccellenza: l’archeologo Andrea Angelucci, conduttore del programma televisivo Art Rider, in onda su Rai 5. Con il suo linguaggio fresco e diretto, Angelucci porta gli spettatori alla riscoperta dei siti archeologici meno conosciuti d’Italia. Ascoltiamo direttamente dalla sua voce quali sono le meraviglie da conoscere nella nostra Umbria.
Dottor Angelucci lei è un assiduo frequentatore della nostra Regione. Ci racconti come nasce il suo legame con l’Umbria?
Il mio legame con l’Umbria nasce innanzitutto grazie ad una parte delle origini della mia famiglia: la mia nonna materna era nata in un piccolo paese toscano a 300 metri dal confine con l’Umbria, a pochi chilometri da Città della Pieve. Avendo la fortuna di poter contare su una piccola casina lì, ho sempre avuto l’opportunità di esplorare l’Umbria a fondo, soprattutto nelle sue province di Terni e Perugia. Poi la vicinanza con Roma ne ha sempre fatto una delle mie mete preferite per soggiorni o gite giornaliere.

Nelle due edizioni di Art Rider, in onda su RAI 5, ha visitato e mostrato ai telespettatori diversi luoghi dell’Umbria. Ci racconta quali e perché ha scelto questi?
Tra le varie regioni a cui abbiamo dedicato una puntata intera, in realtà, manca ancora una puntata totalmente girata in Umbria. È assolutamente in cantiere da tempo. Ma abbiamo avuto la possibilità, nella prima stagione, di visitare in regione due luoghi a cui sono legatissimo: La Scarzuola e il paese di Ferentillo. La prima è un contesto unico al mondo nel suo genere, dove l’eco del passaggio di San Francesco si mescola all’iniziativa di Tomaso Buzzi e alla sua volontà di lasciare un’opera esoterica che, grazie alla meravigliosa gestione di Marco Solari, oltre alla sua bellezza architettonica da “cartolina” incarna davvero un viaggio onirico alla ricerca della luce interiore e della conoscenza.
Ferentillo invece è ormai diventato per me quasi una seconda casa! La Valnerina è un mix di suggestioni incredibili, dalla famosa Cascata delle Marmore ai panorami quasi alpini, il tutto condito con un contesto storico e artistico incredibile. È assurdo, ogni volta che vado scopro una nuova chiesa affrescata, un castello, un borgo strepitoso. Una zona davvero ricchissima e tutta ancora da scoprire, caratterizzata da una natura favolosa ancora in completa sintonia con la presenza umana.
La nostra regione è piena di luoghi archeologici interessanti, alcuni dei quali poco conosciuti. Ci può suggerire tre posti assolutamente da vedere tra i meno noti?
Parlando di archeologia immancabile a Perugia è l’Ipogeo dei Volumni, tra le più belle tombe ipogee che gli etruschi ci hanno lasciato. Da segnalare poi sicuramente il sito dell’antica città di Carsulae, davvero poco conosciuta, a due passi dalle notissime Narni e Amelia, corredata di un magnifico anfiteatro e un annesso teatro, particolarmente interessante per la presenza delle successive strutture medievali impiantate nel centro urbano di epoca romana. E proprio incombente sulla città, a millecento metri di quota sul Monte Torre Maggiore, circondate da un panorama unico, le rovine di uno dei templi italici più conservati che ci siano pervenute: uno splendido dialogo tra testimonianze archeologiche antichissime, paesaggio mozzafiato e rimandi alla storia degli antichi umbri.
Ed invece tra le bellezze archeologiche più rinomate, in un suo ipotetico viaggio in Umbria, quali non vorrebbe mai perdersi?
Adoro oltremodo Spoleto con la sua ricchissima stratificazione storica tra la fase antica, altomedievale e tardomedievale. Spello, gioiellino il cui accesso è ancora sorvegliato dalla maestosa porta di epoca romana, e il superbo Tempietto del Clitunno che rappresenta ancora un rompicapo per gli storici per la sua datazione. E poi, naturalmente, Orvieto con i suoi sotterranei e l’impressionante necropoli etrusca del Crocefisso del tufo.
Parliamo di incontri particolari. Oltre i luoghi ci sono le persone e abbiamo visto che lei ha avuto modo di conoscerne una particolare, Pietro l’eremita di Ferentillo. Ci racconta la sua storia? Cosa l’ha colpita di quest’uomo e della sua scelta radicale?
Pietro è una grande ricchezza che la Valnerina e l’Umbria possono vantare. Un patrimonio immateriale inestimabile. Una persona di una semplicità, bontà e spontaneità disarmanti, che ha scelto decenni fa quel fantastico angolo di regione per trascorrere la sua vita che è un po’ un’opera d’arte. Bollato un forse troppo superficialmente come un eremita moderno, è in realtà un contemplatore del bello che ha voluto fermarsi dopo un’esistenza frenetica vissuta in pienezza, ora strettamente legato al territorio che lo ha accolto e alla comunità di Ferentillo. Con un passato che potrei definire senza problemi da “hippie”, ha trovato poi sui monti della Valnerina il suo luogo ideale di calma e ritiro dove vivere la sua fede in Dio rinunciando di accettare, oltre al telefono cellulare e ad un quad per poter raggiungere il fondovalle, nessun altro compromesso da parte della società.
Curioso notare che abbia scelto una zona da epoche remotissime già “selezionata” da eremiti e cenobiti, i quali vivevano proprio come fa lui in stretta comunione con le comunità locali. Una scelta sicuramente dettata dalla magnetica bellezza dei boschi, delle pareti di roccia e delle cime di questo angolo mistico di Umbria. Quello che senz’altro mi colpisce di lui, ogni volta che ho il piacere di andarlo a trovare, è l’assoluta serenità che lo caratterizza, senza la minima traccia di rimpianto o cedimento per le scelte fatte. Molti lo possono definire un pazzo, altri si limitano ad inarcare le ciglia perplessi quando sentono parlare di lui: per me è un esempio di coerenza e di amore per la natura che può davvero insegnare molto a chiunque e che merita il più alto rispetto e la massima ammirazione.
Art Rider ha avuto un grande successo televisivo, grazie all’approccio divulgativo fresco e coinvolgente che lo caratterizza. Un format destinato a ripetersi in una terza edizione? Tornerete anche in Umbria?
Me lo auguro. Siamo ancora in attesa di capire se si farà o meno la terza stagione, ma siamo assolutamente fiduciosi e pronti, se ci sarà la possibilità, a raccontare altri angoli magnifici del nostro territorio italiano. E chiaramente una delle intenzioni è quella di dedicarci con più calma anche alla scoperta dell’Umbria. Teniamo incrociate le dita e auspichiamo presto l’arrivo di news positive per rimetterci in marcia!
Sappiamo che ha in cantiere la scrittura di un libro legato alla trasmissione. Anche qui potremo leggere qualcosa sulla nostra regione?
Certo! Il libro è già in prevendita sul sito della casa editrice e il 13 dicembre uscirà in tutte librerie e su Amazon; si tratta della guida ufficiale di Art Rider edita da Capponi Editore, che contiene tutti i 12 itinerari di puntata mostrati nelle due stagioni andate in onda fino ad ora. Al suo interno ovviamente saranno presenti i siti umbri che abbiamo toccato nelle nostre esplorazioni, con le immagini tratte dalla puntata e gli immancabili acquerelli che sempre accompagnano i miei viaggi dove il filo conduttore è la totale immersione nella bellezza, sia essa paesaggistica o storico-culturale. Aspetti di cui l’Umbria abbonda oltremodo e che la rendono una sorta di paradiso per i cacciatori di arte, storia e natura.
