Un giardino immerso tra le colline umbre, tra Montelaguardia e Ponte Felcino. E proprio da qui si snoda la storia di 8 minuti dell’unico protagonista del cortometraggio: Solo.
Lo short film, made in Umbria, è prodotto dalla Novi film, casa di produzione di video su commissione, del giovane perugino Matteo Novelli, anche alla regia. Protagonista assoluto è lo stesso regista, che si è cimentato anche nella fotografia, come operatore e montatore. L’idea è nata lo scorso novembre, quando la regione Umbria è diventata zona arancione, per via delle restrizioni anti covid. “Durante la quarantena autunnale – racconta Matteo Novelli –, non potendo iniziare o continuare qualche progetto per la difficoltà nel poter organizzare una troupe, viste le restrizioni, ho deciso di fare qualcosa da solo e in maniera personale ho voluto raccontare uno stato d’animo depressivo. Che oggi tante persone possono capire meglio, perché tutti noi abbiamo vissuto un anno particolare per colpa del virus e del lockdown. E ho cercato di realizzare un prodotto che possa identificare la tristezza sempre, non solo in riferimento alla pandemia, ma semmai raccontare la sensazione che ti può lasciare dentro perché hai vissuto momenti di solitudine più lunghi”.

La solitudine e il suo potere distruttivo
Solo in una casa vuota e isolata, ubicata nella zona di Pieve san Sebastiano, circondato solo dalla natura. Nessun rumore di sottofondo, solo il ticchettio dell’orologio che scandisce il tempo, sempre uguale a sé stesso, qualche uccellino che canta, lo scroscio dell’acqua, i respiri e sospiri del protagonista, il rumore dei lavori in giardino. Rumori e suoni che diventano sempre più fastidiosi, quasi a voler rappresentare quanto la solitudine possa essere assordante. “Spesso ci dimentichiamo che la tristezza non fa distinzioni sociali – sottolinea Matteo –, senza dimenticare che ogni persona ha una fragilità sua e da fuori non possiamo sapere quanto possa essere fragile. Quindi spero che ognuno di noi faccia più caso ai momenti belli e se li goda davvero, perché i ricordi positivi possono essere la luce guida quando tutto si fa buio”.


L’Umbria fa sottofondo al racconto
“L’Umbria è la culla – conclude il regista e protagonista di Solo –, la location dove è nato questo progetto, dove sono cresciuto e ritornato dopo aver terminato i miei studi all’Accademia del cinema di Bologna. E il posto dove ho appreso e imparato la visione degli stessi paesaggi. Una storia raccontata all’interno di un giardino, da cui è possibile vedere un paesaggio incontaminato che l’Umbria da sempre ci regala”.
Il corto si conclude con il protagonista, senza nome, che può rappresentare ognuno di noi, nudo in giardino. La nudità come rinascita dell’anima, il mettersi a nudo. La liberazione dell’io dalla propria prigionia è accompagnata dalla cover di Ordinary World dei Duran Duran, cantata dalla perugina Giorgia Santucci, allieva di canto di Selene Capitanucci insegnate dell’associazione culturale Doremilla di Magione.
Per visualizzare il trailer del cortometraggio su youtube, ecco il link https://youtu.be/PSjYKGSUu_E.
