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Il periodo dell’Avvento è sicuramente il migliore per visitare Calvi dell’Umbria, borgo “sentinella” in provincia di Terni di 1.800 anime poggiato sul Monte San Pancrazio.

Terra baciata dal sole dove l’Umbria si perde uliveti della Sabina, e dove alla scoperta del Monastero delle Orsoline, tra vicoli e piazzette, una vera e propria galleria d’arte sacra en plein air

Un convento attivo fino a qualche anno fa e dove venivano mandate educande dalle famiglie benestanti romane. Le cucine e la lavanderia del ‘700 ancora oggi raccontano la quotidianità delle oltre 250 monache che qui hanno vissuto. 

La tradizionale spiritualità del borgo

Il borgo umbro era considerato un centro religioso di primaria importanza non solo per aver accolto la predicazione del santo, ma anche per aver dato i natali a uno tra i suoi primi fratres, il giovane protomartire Berardo.

In questo luogo progettato da Ferdinando Fuga tra il 1739 e il 1734 (autore tra l’altro della facciata di Santa Maria Maggiore a Roma), le torce puntate nell’abside svelano un’opera unica nel suo genere, una “macchina” liturgica con un’origine curiosa: il ringraziamento per essere scampati all’epidemia di peste che nel 1528 colpi l’Europa.

A testimoniare la “cara indulgenza”, pagata con le elemosine raccolte dalla confraternita di Sant’Antonio, oltre trenta statue a grandezza naturale in terracotta policroma (datate 1541) realizzate da “li pintori del presepio” Giacomo e Raffaele Montereale, due artisti abruzzesi al cospetto della committenza francescana. 

Il presepe in dono al santo contro la peste

Create come ringraziamento a Sant’Antonio per la fine di un’epidemia che ha drasticamente ridotto la popolazione del Paese e non solo, le oltre trenta statue sono state posizionate secondo un classico schema: su un livello la Natività, su un altro il corteo dei Magi verso Betlemme, in alto gli angeli musicanti sospesi dalla volta sulla scena e una curiosa figura maschile seduta e con le gambe penzolanti nel vuoto. Secondo alcuni un giovane intento a togliersi una spina dal piede, citazione dell’iconografia della Spinario ellenistico e classico, secondo altri una figura diabolica ritratto nell’atto di strapparsi un piede, irato per la nascita del Salvatore. Infine, Sant’Antonio e San Rocco, patroni della confraternita e protettori della peste. 

Le figure presentano uno spiccato realismo e naturalismo: la Vergine, dall’aspetto severo, è rivolta verso lo spettatore per invitarlo alla meditazione. In effetti era proprio questo l’intento degli artisti: quello di far parer vivo ciò che non lo è, per invitare il fedele ad entrare nel mistero della nascita di Cristo, tema dalle radici antichissime nell’arte italiana e con chiara finalità di ammaestramento religioso. I dettagli e le proporzioni delle statue del presepe svelano come San Giuseppe e della Madonna siano sicuramente opera di un maestro rispetto alle altre, riconducibile al lavoro degli allievi.  

calvi dell'Umbria - presepe monumentale

La Pinacoteca e i suoi tesori

Curiosando nelle sale della Pinacoteca di Palazzo Ferrini, le pallide luci delle nostre torce scoprono il vero tesoro della collezione Chiomenti-Vassalli, la tela di Pieter Brueghel il Giovane raffigurante “La parabola dei ciechi” (databile al primo quarto del XVII secolo), che reinterpreta in chiave moderna l’opera del padre, Pieter Brueghel il Vecchio, esposta a Napoli.

Dietro ai quattro ciechi, un paesaggio abbozzato, ispirato ai dintorni di Bruxelles il pittore fiammingo affronta non solo la condizione umana, ma è un monito ad aprire bene gli occhi, tutti e due, senza mai cessare di guardare al mondo e agli altri con amore sincero verso la verità e la libertà.

 

Per informazioni su orari e giorni di apertura, visitare il sito http://www.calviturismo.it/museo.html