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Un viaggio tra passaggi segreti e preziose testimonianze archeologiche che giacciono nascoste nel ventre di Spoleto.

Numerose città umbre celano nel sottosuolo segreti e misteri in gran parte ancora da scoprire. Partendo dall’ormai nota Narni sotterranea, possiamo trovare meraviglie sconosciute negli “inferi” cittadini anche a Perugia e a Todi. Non poteva ovviamente mancare all’appello Spoleto.

Nel sottosuolo della città del Festival si nasconde un dedalo di cunicoli. Passaggi segreti e opere murarie di epoca romana e medievale riaffiorano dai meandri della storia in ogni angolo del centro storico.

Queste particolarità sotterrane a Spoleto non sono ancora ben note e soprattutto non sono aperte al pubblico. Grazie alla disponibilità dei titolari della Farmacia Marchese e della residenza storica di Palazzo Dragoni, noi di Real Umbria abbiamo avuto modo di esplorarle e di renderle note.

Architetture del passato in centro storico.

Questi luoghi, nascosti sotto il manto stradale delle nostre città, sono spesso legati alla stratigrafia delle costruzioni e dovuti al frequente utilizzo delle preesistenze come fondamenta dei nuovi edifici, è questo il caso dei resti visibili nella Farmacia Marchese in via Brignone.

Al suo interno troviamo perfettamente conservati: un mosaico sulla pavimentazione, composto con tasselli neri e bianchi ed una parte di muro, un opus reticolatum (tecnica costruttiva romana) ben valorizzato alle spalle dell’antico bancone della farmacia.

La parte più interessante è ovviamente nei sotterranei del palazzo, che possiamo intravedere da una vetrata sul pavimento. Illuminando il percorso con una torcia, ci siamo fatti  strada nell’oscurità. L’aria era pesante nei circa venti metri del tunnel principale, che si apre al di sotto della farmacia, mostrando le grandi pietre che costituivano la base delle precedenti costruzioni. Ci siamo dovuti fermare poco dopo, quando il passaggio si è interrotto, ostruito da terra e detriti, che potrebbero nascondere chissà quali altre sorprese storiche ed archeologiche.

Tunnel misteriosi nel cuore della città.

Oltre questi, a Spoleto possiamo trovare anche dei veri e propri tunnel, scavati nella roccia viva, che avevano in origine funzioni ben diverse. Durante l’edificazione di castelli e di rocche difensive, i costruttori erano soliti progettare dei passeggi sotterranei segreti con una duplice funzione: consentire ai nobili una via di fuga sicura in caso di assedio e garantire una possibilità di approvvigionamento delle provviste e dei beni di prima necessità in caso di attacchi che avessero tagliato le normali vie di comunicazione. Nella tradizione orale spoletina, si narrano leggende circa l’esistenza di questi passaggi perduti, che avrebbero permesso il collegamento della Rocca con l’interno della città.

La fortezza, posta sulla cima del colle Sant’Elia, baluardo difensivo della città, fu costruita tra il 1363 e il 1367 per volere del Cardinale Albornoz.

Una parte di questi cunicoli è ancora ben visibile ed in parte esplorabile nei sotterranei di Palazzo Dragoni.

Costruita circa nel 1500, in sostituzione di edifici più antichi dell’anno 1000, questa dimora storica era di proprietà della famiglia Dragoni, giunta al vertice della città di Spoleto grazie ai proventi dell’agricoltura e dei pubblici uffici. Al piano inferiore del maestoso palazzo si possono vedere i resti di un’antica torre medievale, realizzata in parte sulle rimanenze della cinta muraria romana.  A pochi passi di distanza si può ammirare invece l’antico vicolo, della stessa epoca, su cui si affacciavano le vecchie costruzioni e che conserva integro il fascino dei secoli passati.

Scendendo ancora nei sotterranei del palazzo, troviamo una serie di tunnel, scavati a mano nella roccia viva, che si dipanano al di sotto dell’antico livello cittadino romano e medievale. I passaggi sono stati chiusi con opere murarie su ambedue i rami della biforcazione, che conduceva probabilmente verso la Rocca e verso l’esterno della città. Su uno dei due muri che bloccano la nostra avanzata nei sotterranei, si vede chiaramente incisa la data di realizzazione, 1897. Questi fondi, utilizzati nei secoli scorsi come magazzini e per la conservazione dei cibi, nascondevano in passato ben altri misteri. Non è possibile oggi procedere oltre, ma non risulta difficile immaginare i passi dei soldati, dei mercanti e dei nobili che, ben nascosti ad occhi indiscreti, se non addirittura nemici, si muovevano misteriosamente sotto la città.