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Cosa pensavano i viaggiatori stranieri degli scorsi secoli delle opere del Perugino? Sono loro stessi a raccontarcelo alla mostra dal titolo “Raccontare il Perugino. Impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci”, allestita alla Biblioteca della Casa Museo di Palazzo Sorbello.

Del Perugino Goethe scrisse «perla d’uomo da essere tentati di chiamarlo un’autentica pasta di tedesco». Thomas Nugent, intellettuale irlandese spesso ricordato come un grande diffusore del Grand Tour, fu uno dei primi autori a collegare Pietro Vannucci alla nostra città. Joseph Lalande, dall’altro lato, giudicò in maniera negativa le sue opere, poiché lontane dal canone classicista di allora. Già Lady Morgan, un secolo dopo, lo ritenne immortale. Infine, lo studioso dell’arte Jacques Camille Broussole volle andare alla frazione di Cerqueto, nel marscianese, per vedere un suo San Sebastiano.

I materiali esposti – preziosi volumi pubblicati tra il Sette e l’Ottocento, stampe d’epoca e altre opere furono – raccolti da Marilena de’ Vecchi Ranieri di Sorbello, intellettuale che si occupò di letteratura e storia dei viaggi in Italia e in Umbria. Attraverso appunti e precise descrizioni non solo dei quadri ma anche della regione natia del Perugino, il visitatore è in grado di conoscere la visione di coloro che, secoli fa, visitavano l‘Umbria per poter ammirare da vicino i quadri del Meglio maestro d’Italia.

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Nel percorso espositivo è dedicata, inoltre, una sezione alla mostra dell’aprile 1945, anno in cui venne celebrato il V centenario della nascita dell’artista pievese, che ebbe luogo alla Galleria azionale dell’Umbria, in collaborazione con i cosiddetti Monuments Men, civili raggruppati in una sorta di task force il cui obiettivo era quello di proteggere i beni culturali durante la Seconda guerra mondiale.

La storica dell’arte Marina Bon Valsassina, all’inaugurazione della mostra, ha raccontato che il canone artistico dei XVII e XVIII secoli era molto legato all’ideale dell’arte “pura”. “In quel periodo post napoleonico si andava a ripescare gli ‘antichi’, soprattutto Beato Angelico, ritenuto il perfetto rappresentante del rapporto ‘puro’ tra Dio e natura”, ha spiegato. Indubbiamente un contributo interessante per far capire a noi, oggi, come leggere il Perugino con uno sguardo – antropologico, forse, più che artistico – del viaggiatore di ieri.

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“Raccontare il Perugino. Impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci” si inserisce nel programma di iniziative legate al V Centenario della morte del Perugino, ed è visitabile dal lunedì alla domenica alle ore 10.30, 11.30, 12.30, 16.00 e 17.00. 

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